Vieste/ L’inchiesta diocesana su vita, virtù e fama di santità di don Antonio Spalatro è un tempo di particolare grazia.
StampaEmail Il 15 gennaio 2005 mons. Domenico emanava il Decreto di dell'Inchiesta diocesana la vita, le virtù e la fama di santità del Servo di Dio don Antonio Spalatro. Sono passati 12 anni dall'inizio di quest'avventura che intendeva mettere in evidenza, nel quadro della chiamata universale alla santità della Chiesa, la forza travolgente della vita santa di questo giovane prete del Gargano morto all'età di 28 anni e 5 di sacerdozio. Più che richiamare le tappe scandite dal cammino della causa in questi 12 anni, voglio soffermarmi sulla finalità, l'importanza e l'utilità di questo tempo per la vita dei battezzati, dei chiamati al sacerdozio e dei presbiteri di Manfredonia - Vieste - San Giovanni Rotondo. Questa laboriosa procedura di ricerca ha dato l'opportunità di prendere sempre coscienza che questo è un tempo di grazia che il Signore concede alla nostra Chiesa di percepire la freschezza, la genuinità, l'intimità e la semplicità della vita del Servo di Dio donata senza riserva. La Sessione dello scorso 21 febbraio ha portato a termine la rogazione dei 41 testimoni presentati dalla Postulazione. Ora si è in attesa dei testimoni indotti ed in particolare della Commissione Storica il cui lavoro minuzioso e puntuale, raccoglie e trascrive gli scritti editi ed inediti con ciò che serve per illustrare la vita, le virtù e la fama di santità di don Antonio. Se il Signore ci farà grazia, questo cammino approderà alla Congregazione per le Causa dei Santi dove continuerà la laboriosa procedura ecclesiale in previsione della proclamazione prima a Venerabile e poi a Beato e Santo, dopo il riconoscimento di miracoli. A noi ora interessa comprendere come questo momento di attesa serve a far crescere la conoscenza di questa luminosa figura ed invogliare tutti a chiedere con confidenza nella preghiera la sua intercessione nei bisogni spirituali e materiali. Forse, per comprendere meglio questo momento di elaborazione, conviene richiamare la prolusione che il Cardinale Angelo Amato ha tenuto a Roma il 9 gennaio scorso in occasione dell'apertura dello Studium presso l'Università Urbaniana: "Quest'opera di conoscenza è intesa a prendere non solo l'ammirazione di fronte all'eroismo delle virtù o del martirio del Servo di Dio ma anche l’imitazione della sua fedeltà alla sequela Christi, ravvivando in tutti il desiderio e l’'impegno concreto per la propria personale santificazione". Dopo aver rilevato l'importanza del pronunciamento di alta qualità teologica che spetta alla Chiesa (si tratta dell'infallibilità del suo Magistero), ha rilevato, anche da questo punto di vista, il minuzioso e accurato iter storico, canonico e teologico della causa per portare un Servo di Dio al traguardo desiderato. Ha fatto poi conoscere l'immane lavoro che spetta alla Congregazione, considerando che nell'ultimo decennio solo dall'Italia sono state consegnate ben 139 Positiones che sommate alle altre provenienti da altre nazioni diventano 351. Il Cardinale Prefetto ha proceduto poi ad enumerare tutte le canonizzazioni del 2016 ed ha aggiunto: "Da queste aride statistiche scaturisce impetuosa e abbondante, come acqua fresca in un'oasi del deserto, la linfa vitale della santità, che irrompe nel mondo per fecondarlo di bene. In ogni parte della terra, infatti, i battezzati, vivendo le beatitudini evangeliche, diventano specchio della bontà e della misericordia di Dio Trinità, promuovendo anche nella società terrena, un tenore di vita più umano". Continuando la sua lezione magistrale ha richiamato la Lumen Gentium del Concilio Vaticano II dove si ribadisce che "la Chiesa insegna che non solo i sacerdoti e i consacrati, ma tutti i battezzati sono chiamati alla santità" e a tal proposito ha riportato il discorso di Papa Francesco tenuto nell'udienza generale il 19 novembre 2014: "Tante volte siamo tentati di pensare che la santità sia riservata soltanto a coloro che hanno la possibilità di staccarsi dalle faccende ordinarie, per dedicarsi esclusivamente alla preghiera. Ma non è così! Qualcuno pensa che la santità è chiudere gli occhi e fare la faccia da immaginetta. No! Non è questa la santità! La santità è qualcosa di più grande, di più profondo che ci dà Dio. Anzi, è proprio vivendo con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni di ogni giorno che siamo chiamati a diventare santi. E ciascuno nelle condizioni e nello stato di vita in cui si trova .... Sempre in ogni posto si può diventare santo, cioè si può aprire a questa grazia che ci lavora dentro e ci porta alla santità. Sei genitore o nonno? Sii santo insegnando con passione ai figli o ai nipoti a conoscere e a seguire Gesù. E ci vuole tanta pazienza per questo, per essere un buon genitore, un buon nonno, una buona madre, una buona nonna, ci vuole tanta pazienza e in questa pazienza viene la santità: esercitando la pazienza. Sei catechista, educatore o volontario? Sii santo diventando segno visibile dell'amore di Dio e della sua presenza accanto a noi. Ecco: ogni stato di vita porta alla santità, sempre". Il Cardinale ha poi aggiunto: "Per questo le beatificazioni e le canonizzazioni sono eventi di alta spiritualità cristiana e di indiscussa evangelizzazione .... Sono le splendide vetrine nelle quali la Chiesa espone alla contemplazione e all'imitazione del mondo intero alcuni suoi figli, che hanno vissuto ... la loro esistenza ... per rimanere fedeli alloro battesimo". E per concludere, il Prefetto della Congregazione per la Causa dei Santi, ha detto: "Tutto ciò esige tempo e lavoro. Come non si improvvisa un Santo così non si improvvisa una Positio. Non quindi Santo subito ma Santo sicuro". Mentre in Diocesi stiamo per completare la fase dell'Inchiesta sulla vita, virtù e fama di santità del Servo di Dio don Antonio Spalatro, siamo chiamati a pregare più intensamente per la sua glorificazione, conoscere sempre meglio la sua splendida figura, imitare il suo esempio e acquistare fiducia nell'efficacia della sua intercessione con nel cuore la speranza, Dio lo vorrà, di rendere la Montagna Sacra del nostro Gargano ancor più luminosa di santità. don Pasquale Vescera