Il Gargano disse che

“Stangata sulle spiagge c’è il riordino del demanio”. L’allarme di Federbalneari e Assomarinas:


“Stangata sulle spiagge c’è il riordino del demanio”. L’allarme di Federbalneari e Assomarinas: Puglia alla mercè di stranieri. StampaEmail 
 «Con il riordino del demanio gli stranieri potrebbero gestire le nostre spiagge, ma noi italiani non potremmo fare lo stesso con molte di quelle estere». Così il vicepresidente vicario di Feder­turismo, Marina Lalli. È forte la preoccupazione fra gli imprenditori del turismo balneare nazionale e pugliese per la il Ddl delega di «Revisione e riordino del demanio», attualmente all'esame del legislatore. Motivo di tale preoccupazione è il fatto che il disegno di legge delega consentirebbe anche ad operatori di altri Paesi concorrenti di acquisire la gestione delle nostre spiagge, senza che vi sia per le imprese italiane la possibilità di fare altrettanto in altre aree costiere d'Europa. Per far sentire la loro voce e discutere delle prospettive del turismo balneare, legate anche allo sviluppo dei porti turistici, gli imprenditori pu­gliesi del settore - convocati da Massimo Salo­mone (Sezione Turismo-Confindustira Bari-Bat) - si sono riuniti nella sede dell' Associazione degli industriali di Bari, alla presenza dei vertici nazionali delle organizzazioni di ca­tegoria. il Presidente di Assomarinas Roberto Perocchio è stato esplicito: «nel 2008 riuscivamo ad avere 34mila patenti nautiche, quelli che entravano nel settore per passione. Nel 2012 si sono drasti­camente ridotte a 27mila e nel 2015 sia­mo a 12mila. Nel 2008, in condizioni di economia normale, avevamo 4mila lea­sing nautici», La sua analisi: «la classe media si è fortemen­te ridimensionata. La situazione dei porti turistici si è an­che. aggravata a cau­sa del gravissimo contenzioso sui ca­noni demaniali». Un esempio: «in Puglia abbiamo situazioni paradossali con un contenzioso iniziato nel 2008. La Corte Costituzionale ha stabilito che lo è libero di elevare i canoni delle concessioni a piacimento e al più bisognerà considerare che non è stata ricevuta una struttura ma un’area nuda su cui realizzare un investimento per un nuovo porto». Con i suoi 441 stabilimenti balnearie circa 900 km di costa la Puglia sarebbe particolarmente col­pita da questo provvedimento. Perocchio ha concluso: «esprimiamo profonda contrarietà al ddl di revisione e riordine del demanio. Rischia di modificare unilateralmente in Europa le condizioni di accesso al mercato senza mettere le imprese in condizioni di investire per sviluppare la propria attività”. Il presidente di Assobalneari Fabrizio Licordali ha ricordato l’esempio spagnolo. Nel 1988 il governo blocca per decreto ogni edificazione sulla costa oggetto: di una. cementificazione sel­vaggia. Vengono espropriati tutti gli immobili realizzati ­non solo da cittadini spagnoli ma anche da stranieri. “Il legislatore – spiega Licordari - sceglie di dare in contropartita ai concessionari un pe­riodo di godimento di 30 anni, ossia fino al 2018». All'avvicinarsi della scadenza è iniziata un'azione da parte di lobby che si rivolgono all'UE auspicando una revisione degli espropri. «Con un comunicato stampa del vice commissario UE alla giustizia nel 2012 si prevede una proroga delle concessioni esistenti da un minimo di 30 ad un massimo di 75 anni». Ugo Patroni Griffi, neo-pre­sidente dell'Authority dei porti pugliesi: «c'è un mercato maturo del turismo balneare che ha una sua esigenza funzionale alla creazione di valore del territorio e del bene pubblico che non è adegua­tamente considerata dal legislatore». Questo, per il professore, «potrebbe comportare la perdita o la dispersione di un notevole valore pubblico di in­vestimenti, know-how, attrattività dei territori». Infine, «è un settore iper-regolamentato nel quale confluiscono discipline e diverse attività tutorie, per gli operatori è diventato asfittico e inestricabile».