Il Gargano disse che

"Amico è la parola più importante che un uomo possa dire a un altro uomo, l’appellativo più profondo


"Amico è la parola più importante che un uomo possa dire a un altro uomo, l’appellativo più profondo, più ricco, più segreto" StampaEmail 
 Le parole “padre”, “fratello”, “figlio” potrebbero indicare anche soltanto un rapporto biologico. Esso con difficoltà diventa un legame di vera e profonda compagnia nell’esistenza. Gli esempi però non mancano e sono anche attorno a noi: rapporti determinati dalla generazione naturale, segnati dalla grazia, diventano amicizia e così moltiplicano quella possibilità di aiuto e di vicinanza che è già inscritta in ogni nesso determinato dalla natura. Al termine dei tre densissimi anni passati con loro, Gesù dice improvvisamente agli apostoli: “Vi chiamo amici perché vi ho detto tutto” (cfr. Gv. 15,15). Il fondamento dell’amicizia è un segreto partecipato. Un rapporto vero di amicizia non può durare se si fonda soltanto su uninteresse particolare. C’è sempre un segreto divino fra gli amici, come già aveva intuito Cicerone che definiva l’amicizia una comunanza di cose umane e divine, c’è sempre un destino verso cui si corre assieme, un’avventura totale che appassiona e accende ogni giorno la vita. L’amicizia è una grazia. Non nasce da un calcolo, accade d’improvviso, come gli amori più veri. Ma mentre gli amori necessitano dell’attrattiva corporea, l’amicizia ne prescinde, non perché essa sia angelicata, ma perché ha un altro scopo stabilito da Dio, quello di essere una grazia che sostiene ogni realtà istituzionale della vita, accompagna la vocazione alla famiglia come ogni altro tipo di vocazione. L’amicizia per natura è disinteressata, o meglio ha un unico interesse: il bene e la felicità dell’altro. Siccome nessuno di noi è un angelo, anche le amicizie più profonde sono attraversate dalle delusioni e dalle crisi di ogni evento umano. Se il loro fondamento è autentico, rinascono continuamente e sono rafforzate dalle difficoltà. “Vi ho chiamati amici perché vi ho detto tutto”. Cosa è questo “tutto” che Gesù ha detto ai suoi, che ha portato loro? La sua comunione con il Padre. Per questo la forma più alta di amicizia che l’uomo possa vivere sulla terra è la comunione cristiana, quando diventa forma della vita quotidiana. Il monastero è nato per questo. Per questo sono nate tante comunità. Ma anche una famiglia può esserlo, oppure un gruppo di persone unite dalla stessa vocazione, un gruppo di ragazzi che corrono con le motociclette verso la vita che li attende Luigi Giussani 2002