Il Gargano disse che

Intorno alle 22,00 dell'11 marzo 1918, alle sentinelle della Torre di Porticello non dovette sfuggire


Intorno alle 22,00 dell'11 marzo 1918, alle sentinelle della Torre di Porticello non dovette sfuggire, in alto, un rombo sordo e lontanissimo… Da Vieste venne l’allarme Stampa Email
Intorno- alle 22:00 dell'11 marzo 1918 alle sentinelle della Torre di Porticello a Vieste non dovette sfuggire, in alto, un rom­bo sordo e lontanissimo. Cosa stava accadendo lassù a duemi­la, tremila metri di quota? Nes­sun idrovolante austriaco del­lo stesso tipo ad opera del quale Bari e altre località pugliesi ave­vano patito non poco danno po­teva volare a quella quota. Allora tuoni? Ma un temporale non pro­duce un suono costante ... L’allon­tanarsi poco a poco di quel suo­no misterioso in direzione ovest istillò il dubbio in quegli uomini stanchi e infreddoliti. Una staf­fetta raggiunse la postazione te­legrafica e allertò la stazione di Termoli: Li, da un treno arma­to della Regia Marina venne di­ramato il 'sospetto' di un dirigi­bile nemico in rotta verso Napoli. Lo stesso sospetto venne con­diviso da altri posti di guardia (due stazioni ferroviarie e un reparto). Ugualmente, le difese antiaeree di Foggia e Termoli rima­sero inattive. Così quell' L59, il dirigibile tedesco decollato dal­la lontanissima base di Jambol in Bulgaria al comando del Ca­pitano Ludwig Bockholt, volan­do a quasi cinquemila metri di quota e alla velocità massima di settanta chilometri orari, dopo poco più di tre ore di navigazio­ne potette arrivare indisturbato su Napoli e lì col favore delle te­nebre attaccare gli stabilimen­ti industriali di Bagnoli. Ma quei 6400 chili di bombe sfiorarono appena il grande polo industria­le arrecandogli danni modesti. A pagare fu invece la popolazio­ne civile: in tutto diciotto morti e un centinalo di feriti. I disastri maggiori tuttavia li causò il pani­co. Quelle esplosioni, inizialmen­te scambiate dall'Autorità Mili­tare per atti di sabotaggio, pro­curarono una tardiva attivazio­ne delle già scarse difese antia­eree. Venne costituita un'apposi­ta Commissione di inchiesta, di­retta dal generale Alibrandi, che chiese il rinvio a giudizio presso il Tribunale Militare del comandante della difesa antiaerea di Napoli, maggiore Mazzucca, del tenente che doveva essere in Ser­vizio la notte del bombardamen­to e del radiotelegrafista di turno. Successivamente il Commissario Generale dell'Aeronautica onorevole Eugenio Chiesa, esonerò i comandanti della dife­sa antiaerea di Napoli, Foggia e Termoli: il bombardamento ebbe molta enfasi sulla stampa tede­sca: il giornale Tagliesche Run­dschau del 13 marzo 1918 dedicò un articolo all'azione bellica, de­scrivendo con enfasi la punizione toccata agli antichi e fidati alleati. La carriera dell'LZ 59 si concluse in modo tragico il 7 aprile 1918. Nel corso di una incursio­ne sull'isola dì Malta, che ave­va per obiettivo il Grati Harbour, alle ore 20:34 l'aeronave esplose in volo sul Mar Adriatico per ragioni sconosciute.Italo Interessequotidianofoggia