Il Gargano disse che

Ischitella/ Pietro Giannone (1736-1738). La prigionia del Giannone a Miolans da un documento francese


Ischitella/ Pietro Giannone (1736-1738). La prigionia del Giannone a Miolans da un documento francese proveniente dalla stessa Miolans. StampaEmail 
  Imprigionato a partire dal 7/4/1736 il celebre autore italiano restò prigioniero del re di Sardegna durante in circa due anni a causa dei suoi scritti. Giannone era un giuriconsulto napoletano e aveva pubblicato nel 1723 una Istoria Civile del regno di Napoli .Questa opera ebbe un grande eco. Ma si vide nei suoi scritti una critica dall'inglese, ciò che valse a la Storia Civile una condanna a Roma e obbligò il suo l'autore a lasciare precipitosamente Napoli. Egli si rifugiò dapprima a Vienna sotto la protezione del principe Eugenio, poi a Venezia dove gli inquisitori finirono per cacciarlo. Egli venne allora a Ginevra dove si preparava un edizione francese della sua storia civile. Da questo momento che a egli fu supposto di voler pensare di rifondare la religione riformata .Il ministro del governamento d'Omnesa per per conciliarsi le buon grazie di Roma, decise di far arrestare il Giannone. Nel frattempo degli ordini furono consegnati al Conte Piccon governatore della Savoia. Fu lui che si sbrigò (a mandare) un agente nominato Giuseppe Gastaldi che guadagnò presto la confidenza di Pietro Giannone .Il 25/3/1716 desiderava fare la sua Pasqua ma non la fece a Ginevra in ragione della grande affluenza dentro la cappella della residenza di Francia. Gastaldi gli parve allora di accompagnarlo come suo dovere pasquale nel territorio savoiardo a Venezia dove la trappola doveva ricadere su di lui. Appena che fece installare degli uomini armati ,Gastaldi in testa forzarono la la porta della sua camera e l'arrestarono .Egli fu condotto a Miolans in qualità di prigioniero di stato. Il comandante de Fort de Blanc ricevette l'ordine di trattenere il suo nuovo ospite con tutti i riguardi possibili. Giannone rapportò allora da ospite le condizioni della sua prigionia nei sui scritti. A lui si assegnò una delle migliori camere del castello e all'adorazione dei sacri sacramenti. L'11 Aprile il governatore Piccon gli indirizza una lettera gentile pregandolo di accettare caffè,zucchero,e tabacco che gli aveva inviato. Il suo figlio abbandonò Miolans il 22/9/1737.Quando a lui .egli fu finalmente trasferito al forte di Ceva dove lui arrivò il 23/6/1738.Egli non dovette più ricevere la libertà e morì in detenzione il 7/3/1748.Si ringrazia il mio amico Luigi che sì è recato personalmente a Miolans in Savoia dove ha reperito questo documento che anche se riporta notizie edite, è importantissimo perché rivela particolari inediti scritti in francese probabilmente riportati nel periodo in cui era vivo il Giannone. Giuseppe Laganella.