Il Gargano disse che

«Fattura mensile o pagherete le multe». Tim, Wind-Tre,Vodafone e Fastweb nel mirino dell'Agcom


«Fattura mensile o pagherete le multe». Tim, Wind-Tre,Vodafone e Fastweb nel mirino dell'Agcom Stampa Email
L'Agcom affila le armi contro gli operatori telefonici (pra­ticamente tutti) che hanno adottato nella telefonia fissa le cosiddette bol­lette a 28 giorni e annuncia sanzioni contro Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb per non aver rispettato i dettami già espressi sulla stessa que­stione a marzo scorso. I diretti in­teressati però non ci stanno e tramite l'associazione di rappresentanza, l'Asstel denunciano i limiti alla li­bertà d'impresa messi in atto dall' Autorità e definiscono la deci­sione «priva di fondamento giuridi­co» e tale da mettere a rischio lo sviluppo del settore. La questione sul tappeto è la pra­tica adottata ormai da molti mesi in modo scaglionato da tutte le com­pagnie telefoniche di fatturare gli im­porti dovuti dai clienti del «fisso» non più mensilmente, a 30 giorni, ma settimanalmente, in genere a 4 setti­mane, quindi a 28 giorni. Il problema è che traslando il sistema sull'anno, le bollette da pagare diventano in questo modo 13 e non più 12, con un aumento dei costi dell'8,6 % . Da qui la decisione dell' Agcom di intervenire «a tutela degli utenti» già la primavera scorsa, con un' apposita delibera in cui, avendo riscontrato problemi «in termini di trasparenza e com­parabilità delle informazioni in merito ai prezzi», stabiliva che per la telefonia fissa «il criterio della fat­turazione dovesse essere il mese». Una decisione a cui Asstel e gli operatori avevano risposto con un ri­corso al Tar del Lazio, giudicando la delibera priva di basi giuridiche e fuori dalle competenze dell' Autorità e respingendo quindi anche ogni ope­razione di adeguamento. Il Tar si esprimerà a febbraio, ma nel frattempo il Garante del settore ha giudicato gli operatori inadempienti. Sulla scia delle intenzioni del governo, che ieri ha esplicitato di valutare un intervento normativo contro un comportamento definito «scorretto», l'Autorità ha deciso di avviare «procedimenti sanzionato­ri», nel corso dei quali sarà appro­fondito il calcolo degli importi. L'Agcom ha però voluto anche avvertire altri operatori non strettamente te­lefonici, vedi Sky, a non emulare i gestori tlc, annunciando possibili ul­teriori iniziative per evitare «un effetto di trascinamento verso altri set­tori». Malgrado il plauso della associa­zioni dei consumatori e di gran parte del mondo politico, i diretti interes­sati restano però sul piede di guerra. L'intervento dell'Agcom è visto come «un pesante condizionamento alla li­bertà d'impresa», anche in questo caso privo di basi giuridiche e tale da compromettere un settore che in que­sti anni ha invece garantito, sotto­linea Asstel, un costante calo dei prezzi. Il Garante, osserva l'associazione, non ha il potere dì disciplinare il contenuto dei rapporti contrattuali fra operatori e clienti, ma può sol­tanto intervenire a tutela della clien­tela in materia di trasparenza infor­mativa. La modifica unilaterale delle condizioni contrattuali, come la decisione di fatturare i servizi telefo­nici a 28 giorni, «costituisce quindi l'esercizio di un legittimo diritto» dei gestori. Mila Onder