Il Gargano disse che

Puglia/ L'acqua scarseggia da ottobre tagli nelle case. Allarme Aqp: negli invasi mancano 220 milioni di metri cubi


Puglia/ L'acqua scarseggia da ottobre tagli nelle case. Allarme Aqp: negli invasi mancano 220 milioni di metri cubi Stampa Email
Due mesi di sostanziale sic­cità hanno aggravato la situazione delle fonti idriche a servizio della Puglia. Per­ché se a giugno le quantità di acqua contenute negli invasi erano paragonabili a quelle del 2016, a inizio settembre la disponibilità è di quasi 220 milioni di metri cubi in meno: se non ci saranno interventi immediati, si rischia di non poter garantire la regolare erogazione durante il prossimo inverno. E’ il dato più importante emesso durante il convegno «L'emergenza idri­ca tra cambiamenti climatici, fabbiso­gni irrigui emergenti e innovazione del­le infrastrutture»: nonostante i 60 mi­lioni di metri cubi già risparmiati nel corso del 2016 attraverso le campagne di regolazione dei flussi e gli interventi sulla grande adduzione, e nonostante l'entrata in esercizio del potabilizzatore di Conza, il sistema resta ancora molto fragile. Anche perché la Puglia dipende quasi interamente da Basilicata e Cam­pania, dove la situazione non è certo più rosea. «È urgente allertare le istituzioni sul­la necessità di intervenire sulle infra­strutture -ha detto ieri il presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo -: ma­ntenere le reti idriche e gli invasi, ri­durre le perdite. È poi necessario il riuso delle acque reflue per usi agricoli, in una regione dove l'agricoltura assorbe il 60% dell'acqua». Ma a questo proposito, nonostante i nove impianti di affida­mento realizzati, a fronte di un milione di metri cubi di acqua prodotta ne sono stati utilizzati circa il 20%: il resto è stata dispersa. «Dobbiamo spingere sul riuso anche per gli usi civili - ha detto l'assessore regionale ai Lavori pubblici, Annamaria Curcuruto -: abbiamo già avviato una serie di sperimentazioni e stiamo anche pensando alla desaliniz­zazione». Ma intanto c'è da fare i conti con la situazione critica. L'acqua presente negli invasi, circa 257 milioni di metri cubi, deve bastare per tutto l'inverno. E secondo le simulazioni fornite dal pre­sidente di Aqp, Nicola De Sanctis in assenza di piogge a fine anno la riserva idrica si assottiglierà a 114 milioni di metri cubi, non tutti utilizzabili. In 10 anni l'ottimizzazione delle reti ha con­sentito ad Acquedotto di garantire il servizio con 520 milioni di metri cubi l'anno, ma l'acqua ancora disponibile deve servire anche all'agricoltura che quest'estate non ha ridotto i prelievi. Ecco perché la prossima settimana Regione e Aqp, insieme all'Ente irri­gazione e all'Autorità di bacino, si in­contreranno per predisporre un pro­gramma di interventi. L'ipotesi più pro­babile è che a partire da ottobre ci pos­sano essere delle riduzioni di pressione necessarie a tagliare l'erogazione del 10-15%: un livello che non dovrebbe creare disagi nelle aree urbane. Ma ser­virà, allo stesso tempo, un intervento sugli usi irrigui, intervento che dovrà essere concordato con i Consorzi di bonifica. «Bisogna sensibilizzare i citta­dini - ha chiesto Loizzo -, spiegando la gravità del problema e chiedendo di ri­sparmiare l'acqua». Il presidente Michele Emiliano ha ga­rantito che ci saranno interventi rapidi: «La situazione - ha detto - verrà tenuta sotto controllo». Ed è tornato a parlare di Aqp: «Nessuno mai privatizzerà l'acqua pugliese, né per Aqp verranno utilizzati modelli incompatibili con la sopravvi­venza del più grande acquedotto euro­peo». Sembrerebbe un ennesimo «no» al trasferimento di proprietà ai Comuni.