Il Gargano disse che

“Un mosaico per San Camillo a San Giovanni Rotondo” foto da MICHELE APOLLONIO


“Un mosaico per San Camillo a San Giovanni Rotondo”   
foto da MICHELE APOLLONIO  Di:Redazione    Manfredonia, 3 febbraio 2018. Il primo febbraio 1575 Camillo De Lellis venne mandato dai frati Cappuccini di Manfredonia presso i quali aveva trovato ospitalità impiegato come manovale, al convento di San Giovanni Rotondo “a portare una soma di tagliolini per cambiarla con tanto vino”. Qui incontrò padre Angelo che “gli fece un lungo ragionamento spirituale” che toccarono in modo particolare il giovane Camillo tanto che il giorno dopo, mentre scendeva verso Manfredonia percorrendo la Valle dell’Inferno incuneata nel Gargano, meditando sulle parole di padre Angelo ripensò alla sua vita dissennata che aveva condotto e cominciò a pentirsi amaramente e decise di abbracciare la vita religiosa. Una conversione prodigiosa che ha portato Camillo De Lellis dagli abissi della perdizione alla santità. Nell’anniversario di quell’evento, giovedì primo febbraio nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo, sarà scoperto un mosaico raffigurante il santo con in braccio un ammalato a sintetizzare il suo nuovo percorso terreno che lo ha portato agli onori dell’altare. Il provinciale dei Cappuccioni, padre Maurizio Placentino, presidierà la concelebrazione (ore 18) con i religiosi Camilliani, l’ordine monastico fondato da padre Camillo De Lellis, mentre il giorno dopo, 2 febbraio, nella chiesa madre di San Giovanni Rotondo, alle 9,30, il vicario generale don Stefano Mazzone, presiederà la funzione eucaristica. Seguirà il pellegrinaggio alla Valle dell’Inferno presso il luogo dove avvenne la conversione e dove è stato eretto un monumento a memoria del passaggio di san Camillo. Alle ore 15 infine nella parrocchia di Sant’Onofrio, nel cui territorio insiste la Valle dell’Inferno, verrà inaugurata e benedetta dal parroco don Leo Abbascià, la Cappella della conversione di san Camillo De Lellis. Non a caso il mosaico di san Camillo è stato posto accanto a quello dedicato a Madre Teresa di Calcutta in quanto “i due santi – evidenzia padre Rosario Messina – pur vissuti in tempi molto diversi, riescono ancora oggi a scaldarci il cuore perché ci parlano di carità, di tenerezza, di servizio umile, devoto e materno verso i bambini, i poveri, i vecchi, gli ammalati”. A Manfredonia Camillo arrivò nel pieno di una esistenza dissoluta. Nato da famiglia nobile abruzzese intraprese la carriera militare nell’esercito della repubblica di Venezia e poi in Spagna. Inquieto e dedito al gioco perse ogni suo avere. Girovagò per l’Italia mendicando per sopravvivere. Approdato a Manfredonia mendicava dinanzi la chiesa di San Domenico, prima di trovare rifugio presso il locale convento dei Cappuccini dove iniziò la svolta della vita. Dopo la conversione si dedicò alla cura degli ammalati. Per dotarsi delle competenze necessarie a 32 anni frequentò il Collegio Romano. Nel 1584 celebrò la sua prima messa. Fondò l’Ordine dei chierici regolari ministri degli inferni, più noto come Camilliani. Morì il 14 luglio 1614. Fu proclamato santo da papa Benedetto XIV. E’ patrono universale degli ammalati, degli infermieri e degli ospedali, patrono della Sanità militare. Manfredonia gli ha dedicato l’ospedale e una parrocchia. A cura di Michele Apollonio, Manfredonia 3 febbraio 2018