Il Gargano disse che

Strage di 400 querce nel Parco del Gargano: la condanna "Il bene comune non si tocca


Strage di 400 querce nel Parco del Gargano: la condanna "Il bene comune non si tocca ed è per questo che chiederemo azioni più incisive sul piano preventivo"   
QUERCE, FOGGIA (PH ENZO MAIZZI)  Di:Redazione    Monte Sant’Angelo, 3 febbraio 2018. “Il mondo intero riconosce la straordinaria bellezza e unicità della nostra Foresta Umbra, ma qualcuno prova ancora a fare business sfregiando con violenza e senza ritegno i boschi del Parco Nazionale del Gargano”. È di profondo sdegno la reazione di Claudio Costanzucci Paolino, vicepresidente del Parco Nazionale del Gargano, alla notizia della strage di alberi compiuta in località “Difesa” (zona 2 del Parco, in territorio di San Marco in Lamis) da tre uomini ora arrestati grazie all’intervento dei Carabinieri di San Giovanni Rotondo e dello squadrone dei Cacciatori di Sardegna, impegnati in un controllo straordinario nelle zone più isolate ed impervie del Gargano. “Distruggere 400 alberi per ricavare un totale di 2800 quintali di legna pregiata – continua Costanzucci – significa compiere uno scempio ambientale senza precedenti ai danni del nostro patrimonio boschivo, una bellezza che tutto il mondo ci invidia. Ringraziamo le forze dell’ordine per l’importante azione di repressione, ma quanto è accaduto ci deve interrogare su come ciò sia stato possibile. Il bene comune non si tocca ed è per questo che chiederemo azioni più incisive sul piano preventivo”.  L’operazione  “Furto aggravato, ricettazione, danneggiamento aggravato e distruzione di belle naturali”: sono questi i reati di cui sono accusati, “a vario titolo e in concorso tra loro”, 3 uomini di San Marco in Lamis, arrestati giovedì scorso dai Carabinieri della Stazione di San Marco in Lamis. Si tratta di: Angelo Martino, 49enne allevatore già noto alle forze dell’ordine (poichè colpito nel 2004 da un ordine di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione ‘Free valley’), Emanuele Martino, 35enne allevatore nipote di Angelo, anch’egli con svariati precedenti di polizia anche specifici, e Matteo Ramunno, operaio 46enne, segnalato nella banca dati delle forze di polizia, tutti del luogo. Nel corso di un servizio coordinato di controllo straordinario del territorio, appositamente pianificato dal Comando della Compagnia di San Giovanni Rotondo e che ha visto interessate, grazie anche alla presenza delle Squadriglie dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna, anche le zone più isolate e impervie del Gargano, in località “Difesa” (Zona 2 Parco Nazionale del Gargano) i Carabinieri hanno sorpreso in flagranza di reato i tre soggetti mentre caricavano su due carrelli le sezioni di tronco di numerosi alberi, della specie “quercina” tipo “cerro”, che avevano precedentemente tagliato. L’operazione è stata resa possibile grazie ai quotidiani servizi di perlustrazione ed osservazione effettuati da personale effettivo allo Squadrone Eliportato Cacciatori Sardegna in aree boschive, dove appare molto difficoltoso operare a causa dell’impervietà dei luoghi. Il tanto triste quanto diffuso fenomeno criminale del selvaggio taglio boschivo, reso ancora più odioso perché praticato nelle aree più delicate e protette, ha infatti da tempo indotto il Comando territorialmente competente ad attuare una serie di servizi finalizzati al suo contrasto, dislocando già durante la notte i militari più idonei, per addestramento ed equipaggiamento, su diversi punti di osservazione, dai quali è possibile notare movimenti sospetti di uomini e mezzi. E così, i “Cacciatori”, proprio da uno di questi punti di osservazione già alle prime luci dell’alba avevano osservato due veicoli agricoli allontanarsi dalla masseria di proprietà della famiglia Martino per dirigersi nella foresta. Durante il pedinamento a distanza i militari hanno quindi verificato che i due mezzi, percorrendo una pista forestale, si erano divisi per procedere al taglio degli alberi in due zone distinte. I Cacciatori, quindi, procedendo a piedi con “andatura tattica” per diversi chilometri, sono così riusciti a raggiungere i tre senza che questi si fossero accorti di nulla, sorprendendoli in flagranza e procedendo quindi al loro arresto. Il successivo sopralluogo, effettuato con ausilio di personale delle Stazioni Carabinieri Forestale di San Nicandro Garganico e San Marco in Lamis, ha consentito di appurare, anche con utilizzo di tecnologia GPS, che gli arrestati avevano “aperto” una “pista forestale” per circa 10.000 metri circa, con una larghezza media di 2,5 metri, per complessivi 2500 metri quadrati di superficie, e che avevano tagliato ben 400 alberi, asportando un totale stimato di 2800 quintali di legna pregiata, deturpando una delle aree più belle del nostro Paese, quale si può considerare il Parco Nazionale del Gargano. Il prosieguo dell’attività ha, infine, portato al sequestro, oltre che di 40 quintali di legna già tagliata e sezionata, di altro materiale di illecita provenienza, quale una motosega priva di matricola e altre attrezzature utilizzate per lo scempio, quali i due trattori e i relativi carrelli. Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati accompagnati presso i rispettivi domicili in regime di arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Redazione StatoQuotidiano.it