Il Gargano disse che

Vieste/ It’s a kind of magic del Cinema


Vieste/ It’s a kind of magic del Cinema StampaEmail 
  Come in tutti i grandi cinema d’Italia, anche a Vieste il cinema Adriatico ha avuto la prima nazionale di Bohemian Rhapsody, il film che narra la storia di Fraddie Marcury e la band Queen. La pellicola in programma dal 29 scorso fino a martedì 4 con ben due spettacoli al giorno sta riscuotendo lo stesso successo come in tutte le sale italiane. Andare al cinema Adriatico e fare la fila per il biglietto, poi all’uscita trovare la fila per il secondo spettacolo, non sempre si vede, e fa piacere. L’ultima volta che si ricorda è stato con Checco Zalone. Comunque sia una platea, quella viestana, che risponde agli stessi gusti delle tendenze più pop dell’amato stivale di cui fa parte, ma con un approccio ancora troppo provinciale. La stessa gestione del cinema è sempre spiazzata dalla frequenza e l’approccio della popolazione, tant’è che i posti solitamente non vanno assegnati data l’esigua frequenza nonostante anni di lamentele perché non ci fosse un cinema a Vieste. Quindi capita che ci sia un Tarantino che offre l’imbarazzo della scelta su dove sedersi in sala e situazioni come quella di questo fine settimana della serie “chi prim c’alz, prim c calz”. Ma questo è alquanto tollerabile, purché si possano godere pellicole e suono come quella di Bohemian Rhapsody. Il film, che pur deludendo i fans più ortodossi, è piaciuto a chi i Queen li conosce per i greatest hits. Tra l’altro film che ha suscitato grandi emozioni grazie alla magia del grande schermo e il suono che ti scaraventava al centro del Wembley stadium durante il Live Aid. Non poteva non far scattare l’applauso sull’ultimo fotogramma, se questo si intende quello in cui il racconto finisce. Ancora cattiva abitudine del viestano quella di alzarsi dal proprio posto appena scatta il primo rigo dei titoli di coda. La voglia di scrollarsi di dosso gli avanzi dei popcorn e il commento ad alta voce spesso porta il neofita del “cinema” a perdersi notizie importanti sulla pellicola, curiosità sulle location, categorie di produzione, e spesso pezzi di storia del film stesso raccontati negli extra che completano la storia, come nel caso di Bohemian Rhapsody, o anche comici spezzoni di errori durante le riprese, in altre occasioni. Poi ancora il maledetto telefonino che non è mai spento e quando ti va bene è silenziato ma con la luce che ti flesha perché il tuo vicino sta mettendo su facebook il suo selfie al cinema o deve rispondere inesorabilmente al rinvio della pizza perché il film non è ancora finito. Abitudine ancora difficile da sradicare quella del commento fatto ad alta voce e quasi sempre fuori luogo. La stupida risatina o addirittura esclamazioni di disgusto quando due omoni con i baffi si baciavano, la dice lunga su una platea che se avesse visto “Broke back mountain” forse sarebbe un po’ più preparata ad anni in cui finalmente si sta prendendo coscienza di certe cose. A Vieste il cinema c’è, adesso bisogna creare i cinefili. E’ semplice: rispettare l’orario, spegnere il telefono… silenzio in sala, ed alzarsi dopo i titoli di coda. Ah Mauro, naturalmente le luci in sala accendile al momento giusto! Gaetano Simone