Il Gargano disse che

I Tesori del Neolitico trovano casa a Vieste. Inaugurato il Museo civico archeologico “Michele Petrone”


I Tesori del Neolitico trovano casa a Vieste. Inaugurato il Museo civico archeologico “Michele Petrone” StampaEmail 
  Non più solo la bellezza delle spiagge e dei paesaggi che tutti sanno. Ora c’è un motivo in più per andare a Vieste ed è il museo civico archeologico “Michele Petrone” che, appena ieri sera, ha aperto i battenti in una struttura museale ad hoc. È sul lungomare Amerigo Vespucci, negli spazi freschi di restauro dell’ex convento di Santa Maria degli Angeli che, risalente al Cinquecento, offre adesso i suoi ambienti per custodire un migliaio di reperti archeologici che - dal Neolitico, da circa 6 mila anni avanti Cristo, fino al V secolo dopo Cristo - raccontano la vita delle diverse comunità che nell’antichità hanno abitato Vieste e, più in generale, il Gargano. Quasi ventanni ci sono voluti, dall’ideazione alla realizzazione, perché il museo di proprietà comunale, e finanziato dalla Regione e dal ministero per i Beni culturali, vedesse la luce. 
 A curarne l’allestimento e la direzione scientifica, poi, è stata la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle province Bat e Foggia. «Abbiamo iniziato a lavorare - racconta il soprintendente Luigi La Rocca - circa sei anni fa, grazie ai fondi messi a disposizione a suo tempo dalla Regione per la riqualificazione e valorizzazione del sistema museale. L’idea era, ed è, quella di raccontare attraverso il materiale archeologico rinvenuto nel corso degli scavi condotti a Vieste le forme di occupazione del territorio, legata strettamente allo sfruttamento delle risorse naturali. In questa narrazione, spiccano due momenti fondamentali. Il primo è il periodo Neolitico, a partire da 6mila anni fa, caratterizzato dall’intenso sfruttamento dell’ottima selce garganica, impiegata per produrre strumenti che, da Vieste, si distribuiscono sia nelle aree più interne della Puglia settentrionale sia sulle coste dell’altra sponda dell’Adriatico. Il secondo momento di maggiore interesse è quello del piene ellenismo, quando gruppi di cultura dauna occupano stabilmente il promontorio sviluppando un intenso rapporto con il mare, come testimoniano le centinaia di dediche graffite di marinai che, rinvenute sulle pareti della grotta di Sant’Eufemia, sull’isolotto del faro di Vieste, invocavano la protezione di Venere Sosandra, la dea salvatrice». Due i livelli espositivi del museo; la struttura è intitolata a Michele Petrone (1867-1935) che, regio ispettore onorario dei monumenti e scavi di antichità di Vieste, ebbe cura di mettere insieme e salvaguardare un patrimonio altrimenti esposto al rischio di essere disperso se non trafugato. Non per caso, infatti, il primo nucleo espositivo del museo comprende proprio la collezione costruita a suo tempo da Petrone alla quale sono stati aggiunti reperti di proprietà statale rinvenuti negli ultimi trent’anni di scavi. «Sono straordinari i manufatti preistorici che - spiega La Rocca - sono stati ritrovati nel sito della Defensola, la più antica miniera di selce d’Europa, attiva dal 6 mila avanti Cristo fino all’età del Bronzo quando l’uso dei metalli sostituirà quello della pietra». Non solo. Un unicum, assolutamente inedito sotto il profilo espositivo, suggerisce il soprintendente, «è la cosiddetta tomba delle élite, caratterizzata dalla presenza di numerosi reperti anche in materiale prezioso che si snodano dalla fine del IV al II secolo avanti Cristo, così come dalla deposizione di 26 individui nell’arco di circa due secoli rappresentando un esempio insolito di sepoltura di famiglia appartenente a un gruppo importante nella comunità». Tomba che fu rinvenuta soltanto nel 2006, al di sotto del cortile del palazzo comunale di Vieste. «È di assoluto rilievo - insiste La Rocca - che il museo di Vieste è il più grande spazio espositivo dopo il museo archeologico nazionale di Manfredonia ad aprire i battenti nell’area costiera del Gargano. S’innesta in un programma di ampliamento dell’offerta culturale che troverà ulteriore sviluppo con la realizzazione della community library nell’ex convento di San Francesco. Non meno significativo, ed è un merito del Comune di Vieste, aver già affidato la gestione del museo a una società di giovani archeologi che ne consentiranno la finizione pubblica e le visite guidate». Il museo aprirà dal 1° luglio, dalle 10 alle 12 e dalle 18 alle 22. Info: Comune di Vieste. Antonio Di Giacomo reppubblicabari