Superfarmaco contro i tumori la sperimentazione in Puglia
StampaEmail La rivoluzione della lotta ai tumori passerà anche dalla Puglia. L’ultima arma contro linfomi e leucemie si chiama Car-t e verrà impiegata anche in un centro regionale per trattare i pazienti affetti da tumori del sangue. Tutto nasce dall’accordo appena concluso fra l’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, e la Novartis per la sperimentazione del Kymriah, il superfarmaco in grado di riprogrammare i linfociti. Al momento con questa nuova arma si possono attaccare la leucemia linfoblastica acuta (malattia che riguarda bambini e adulti fino a 25 anni di età) e il linfoma diffuso a grandi cellule. In pratica si prelevano dai pazienti i linfociti (bloccati a causa del tumore), li si riprogramma come nuovi killer delle cellule tumorali per reimpiantarli nel corpo del paziente e aggredire la malattia. Il farmaco funziona come terza linea terapeutica, vale a dire quando le altre terapie come farmaci e trapianto di midollo non hanno dato risultati. L’accordo con l’Aifa prevede che l’azienda incassi tutti i soldi (320mila euro a trattamento per la leucemia linfoblastica e 290mila per il linfoma) solo nel caso in cui la cura abbia avuto effetti positivi sul paziente. Ora questa cura rivoluzionaria dai costi esagerati verrà effettuata anche in un centro pugliese. Fra gli istituti candidati c’è l’Irccs di Bari Giovanni Paolo II che ha presentato la sua candidatura alla regione e ha fatto richiesta di accreditamento per effettuare i trapianti nei suoi reparti. Quel che è certo è che l’Irccs barese è riuscito a intercettare fondi per effettuare almeno la ricerca sulle Car-t: una piccola parte, circa 400mila euro, dei finanziamenti messi a disposizione dal governo nell’ultima Finanziaria per sostenere la sperimentazione e destinati alla rete Amore (Alleanza mediterranea oncologica in rete) in cui oltre all’Oncologico di Bari ci sono anche gli Irccs di Napoli e Rionero. Ma una pioggia di denaro è in arrivo soprattutto dalla Regione che ha creduto da tempo nel progetto attraverso la creazione del Tecnomed (Tecnopolo per la medicina di precisione) nato da una collaborazione fra Cnr di Lecce, Irccs e università di Bari, per lo sviluppo delle terapie contro i tumori e le malattie neuro degenerative, con uno stanziamento regionale di 30 milioni di euro. Di questi, una somma pari a 5,4 milioni di euro saranno destinati interamente all’Oncologico: “Sulle Car-t destineremo almeno il 50 per cento di questa cifra - conferma Delvino - vale a dire non meno di 3 milioni di euro”. L’Oncologico barese ha in mente un programma chiaro per la sperimentazione e per i trapianti: “Vogliamo investire 2 milioni di euro per l’acquisto di apparecchiature - conferma il direttore generale dell’Ircss, Antonio Delvino e 800mila euro all’anno per quattro anni per acquisire professionalità e materiale d’uso necessario per la ricerca. Se avremo il via libera vogliamo partire con i trapianti a giugno prossimo”. E a proposito di ricerca l’ospedale barese può battere la concorrenza degli altri centri pugliesi candidati a effettuare la sperimentazione, perché può contare su quattro “Clean room”, note in Italia con il nome di camere bianche, ossia quegli ambienti sterili in cui sono rispettate tutte le norme necessarie per effettuare ricerca. In prima linea nell’ospedale barese per affrontare questa sfida c’è Attilio Guarini, primario del reparto di ematologia. “Facendo una valutazione epidemiologica - dichiara Guarini - siamo arrivati a stimare che saranno circa una quarantina i pazienti pugliesi che ogni anno saranno eleggibili per effettuare questa nuova terapia. Antonello Cassano repubblicabari