Il Gargano disse che

Vieste/ Riflessioni in margine alla festa di San Lorenzo Martire 2019


Vieste/ Riflessioni in margine alla festa di San Lorenzo Martire 2019 StampaEmail 
  Non avevamo dubbi che la risposta all’ invito a partecipare alla manifestazione di fede e di cultura “Scintile di cielo” sarebbe stata rilevante. La realtà ha più che confermato i nostri pensieri e i nostri desideri. Non si può quantificare con certezza matematica. Ma dire che il numero superava le 400 unità non è certamente azzardato e trova anzi riscontro nelle tante affermazioni di plauso dei presenti. L’iniziativa non è del tutto nuova. Infatti trova conferma in un articolo dello storico giornale locale “Il faro di Vieste” del 1950. Questa festa già si faceva. Non sappiamo in che modo. Poi, quando la Chiesa di San Lorenzo venne abbandonata e diventò cadente e pericolante, cadde in disuso anche la festa, pur rimanendo l’auspicio di un suo ritorno. Cosa ci ha spinto a ripristinare questa festa notturna, autorizzata anche dalle autorità ecclesiastiche e civili? Certamente non la ricerca di consensi e plausi. E neanche solo il desiderio di far rivivere una festa tradizionale, ora dimenticata. Ma soprattutto il desiderio di dare nuova vitalità ad una chiesetta storica, dell’anno mille, situata in uno dei posti incantevoli di Vieste, con un panorama da togliere il respiro, a due passi dal mare, anzi per certi versi immersa nel mare, aperta alla contemplazione del cielo e della terra che mirabilmente si congiungono all’orizzonte offrendo spunti di riflessione e di preghiera. Non può morire una chiesetta che - se pur assai povera – è sicuramente ricca di tanta storia e di tanta spiritualità. A considerare l’elevatissimo numero di presenze viestane e turistiche, l’entusiasmo dei collaboratori che da subito si sono prodigati per il riuscitissimo esito, l’entusiasmo della stessa amministrazione comunale che ha patrocinato l’evento, dobbiamo certamente dire di aver camminato sulla giusta strada, nonostante che il tutto sia stato preparato in solo un mese circa. Una fiaccolata di preghiera partita dalla Parrocchia di Gesù Buon Pastore – a cui la Chiesetta è stata recentemente affidata dall’arcivescovo Mons. Franco Moscone - ha squarciato le tenebre lungo la riva del mare. Illuminati dalle fiamme delle candele che portavamo tra le mani ci siamo sentiti un po’ come il popolo di Israele che - in cerca della terra promessa abbondante di cibo e di autentica libertà - esce dalla terra di schiavitù ed attraversa il mare Rosso, illuminati di notte solo da una colonna di fuoco, segno della presenza del Signore. Illuminati dal Signore anche noi abbiamo chiesto la libertà dal male e dal peccato e da una vita spesse volte disordinata e senza senso in cui molta parte di umanità oggi vive - soprattutto giovani - abbagliati da falsi valori e dai piaceri del denaro facile, della droga, dell’alcool e del sesso disordinato. Il popolo cerca la grande luce. E questa l’abbiamo trovata durante la solenne celebrazione eucaristica sulla collina zeppa di persone silenziose ed attente. Perché è Gesù che dona il senso nuovo alla nostra vita e la risposta alle tante speranze ed aspirazioni di bene e di felicità. Non è mancato un piccolo momento di cultura alla ricerca del perché i nostri antichi progenitori hanno voluto costruire una chiesetta non tanto grande ma neanche tanto piccola in una zona che nell’anno mille era certamente molto impervia ed anche molto pericolosa perché fuori del paese e non protetta dalle invasioni nemiche, con le poderose mura di cinta. La nostra festa poi si è conclusa con un trattenimento di spensieratezza a cura del Gruppo Folk “Pizzeche e muzzeche” e di cultura astrofisica con l’osservazione delle stelle, della luna e dei pianeti con il telescopio messo a disposizione del carissimo Nunzio Micale. Sia gloria al Signore e alla Vergine Santa. E sia gloria anche a san Lorenzo che ci ha portati sulla sua collina e nella sua chiesetta anche per ricordare a noi cristiani che il vero senso della vita è amare Dio amandolo nel prossimo, soprattutto nei più poveri che sono il vero tesoro della chiesa come lo stesso santo ha voluto proclamare mentre lo uccidevano. Un particolare ringraziamento alle testate giornalistiche (Gargano Tv e Rete Gargano), alla polizia Municipale, alla protezione Civile Pegaso, al Motor Club Italia, all’amministrazione Comunale, al Coro e ai volontari della Parrocchia, al gruppo dei pellegrini devoti della Madonna di Merino, ai Pizzeche e Muzzeche, ai fotografi e a tutti coloro che, anche silenziosamente, hanno collaborato all’ottima riuscita dell’evento. Don Tonino Baldi