Il Gargano disse che

Manfredonia/ Fermo pesca in arrivo fondi per il risarcimento


Manfredonia/ Fermo pesca in arrivo fondi per il risarcimento StampaEmail 
  Stanziati dalla Regione Puglia 450mi- la euro per ristorare le imprese armatrici che hanno osservato l'ulteriore periodo di arresto temporaneo ob­bligatorio. La decisione è stata votata anche dal vicepresidente del consiglio regionale, Giandiego Gatta. «Intervento - ricorda Gatta - che operano da Manfredonia fino a Bari. L’ho fatto perché il settore della pesca oggi paga gli effetti devastanti di una normativa europea assurda ed ingiustamente penalizzante nei confronti di questo com­parto, che, vale la pena di ricordarlo, contribuisce al prodotto interno lordo della nostra Regione, oltre all’agri­coltura e al turismo». Proprio ad ottobre, a Manfredonia, si è tenuta una protesta, molto par­tecipata, di tutte le ma­rinerie che protestavano vivacemente contro una politica legislativa euro­pea vessatrice nei con­fronti degli addetti alla pe­sca. «Ci sono migliaia di famiglie - aggiunge il vi­cepresidente Gatta - che vivono, che si sostentano con i proventi della pesca in Puglia e che sono state abbandonate alla mercé di regole comunitarie che pro­babilmente anche la nostra classe parlamentare europea non ha la forza di contestare e di impugnare, tanto che oggi le flotte pescherecce dell’Adriatico, segnatamente quelle pugliesi, si sono ridotte sensibilmente rispetto ad un decennio fa, in alcuni casi di oltre il 50 per cento». «Credo - conclude Gatta - che questo sia emblematico della crisi che oggi vivono i pescatori, gli armatori, le loro famiglie ed anche i trasformatori del settore pesca, perché c’è tutto l’indotto, comprese le imprese di trasformazione del pescato, a pagare questo prezzo salatissimo, a tutto a vantaggio del pescato che proviene da altri Paesi europei ed extraeuropei e che ha sostanzialmente massacrato il mercato, facendo crollare i prezzi del prodotto dell’Adria­tico che è riconosciuto come imo dei più pregiati al mondo. Mi auguro che questa sia l’occasione per puntare i riflettori sulla crisi che attraversa il settore, fino ad oggi relegato ai margini da ima politica miope che ha ignorato un’attività produttiva ed identitaria del nostro terri­torio».