La SQUADRA STATO va trasformata in SQUADRA DELLA COMUNITA’
StampaEmail Il passaggio non è automatico, ma diventa fondamentale se non strategico nella lotta alle mafie, alle illegalità, al malaffare. Passare dalla “squadra Stato” alla “squadra comunità” ed il fatto che a sollecitare questa trasmutazione siano figure tra i massimi referenti dei poteri dello Stato (il prefetto di Foggia, Grassi ed il procuratore capo di Foggia, Vaccaro), la dice tutta sulla necessità di allargare il campo e di non delegare solo agli apparati dello Stato la lotta all’anti- Stato. Intendiamoci: non è un segnale di debolezza, ma un richiamo ad un contributo “morale” nello schierarsi nel recinto giusto, quello della legalità e della giustizia, contro le arroganze delle organizzazioni criminali da una parte ma anche di una certa idea di convivenza civile (raccomandazioni, appalti truccati, scorciatoie burocratiche, scarso rispetto per i beni pubblici) che spesso diventa il brodo di coltura dell’antiStato. L’appello a costituire la “squadra comunità” arriva peraltro dopo l’avvio e la conclusione di processi (anche con condanne) che hanno visto ad esempio nel segmento racket l’assenza totale o quasi delle vittime e delle associazioni di categoria, fatta appunto qualche eccezione, mentre si è assistito ad una discesa in campo forte degli enti locali (Regione e Comune di Foggia ad esempio) e delle associazioni di volontariato (da Libera a Panunzio). Tocca dunque alla società civile, nelle varie articolazioni, fare questo passo in avanti e dare sostanza alla “squadra comunità” per la sicurezza complessiva del territorio che si traduce spesso anche in un ritorno conveniente per l’economia e per l’occupazione. Filippo Santigliano gazzettacapitanata