Il Gargano disse che

Vico/ Il Teatro K in occasione della Giornata della Memoria omaggia Primo Levi


Vico/ Il Teatro K in occasione della Giornata della Memoria omaggia Primo Levi StampaEmail 
  Il laboratorio «Tea­tro K» celebra a Vico del Gargano «la giornata della memoria con Primo Levi» di Michele Angelicchio, organizzata in occasione del cen­tenario della nascita dell’autore del libro «Se questo è un uomo». «Il laboratorio “Teatro K” diretto da Massimo Montagano» si legge in una nota «celebrerà l’anniversario il prossimo 27 gennaio, una data simbolo della shoah: la gior­nata della Memoria. Il 27 gennaio del 1945 le truppe dell’Armata Rossa entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz e liberarono i prigionieri ebrei, rivelando al mondo le atro­cità nazifasciste. Primo Levi, giovane torinese venticinquenne, fu uno dei pochi che riuscì a sopravvivere. Tornato in Italia dopo un lungo e drammatico viaggio, attraverso la Polonia, la Russia Bianca, l’Ucraina, la Romania, l’Un­gheria e l’Austria: un viaggio poi narrato nel romanzo “La tregua” del 1963, divenne voce e testimone, “martire della disumanità”. Morirà suicida a 67 anni». L'adattamento e la ridu­zione teatrale «Primo Levi e il veleno di Au­schwitz», del regista Massimo Montagano, prende vita da un articolo di padre Giancarlo Pani, gesuita, vice direttore di «Civiltà cat­tolica» rivista ufficiale della Compagnia di Ge­sù, L’articolo è una sintesi meditata delle tre opere scritte da Levi, «Se questo è un uomo», «La Tregua», «I sommersi e i salvati». Si nat­ta - proseguono i promotori dell’iniziativa - di una nuova luce puntata sulla storia e, soprat­tutto, sulla sofferenza consumata e accettata dal recluso e sopravvissuto del lager. Le sof­ferenze, le umiliazioni, le violenze, l’annien­tamento della persona e delle coscienze, i com­pagni di sventura di Auschwitz, riemergono con la forza della testimonianza, portati sulla scena dal Teatro K per non dimenticare. «L’esperienza del male che è nella storia» scri­ve Giancarlo Pani sulla rivista ufficiale dei Gesuiti «può sempre riemergere in forme nuo­ve» La lontananza dei fatti, la debole e distratta memoria, le numerose manifestazioni di an­tisemitismo, i negazionisti vecchi e quelli emergenti, impongono a tutti un nuovo atto di coraggio e di testimonianza, un dovere. L’ap­puntamento teatrale fa parte di un ciclo di iniziative per i 20 anni del laboratorio «Teatro K»: si terrà nell’auditorium comunale «Raffaele Lanzetta» la sarà del 27 gennaio dalle 20.