Manfredonia/ Con la pandemia ennesima mazzata per il settore della pesca già in crisi. Oltre 200 pescherecci all’ancora, soffrono anche i commercianti e i vivai
StampaEmail La pandemia da coronavirus si è ripercossa pesantemente sull’economia italiana; tutti i settori sono stati colpiti e tra questi quello della pesca, uno dei tramanti dell’economia di Manfredonia anche se da anni in profonda crisi. Forte preoccupazione per le conseguenze che si prospettano, è stata espressa da Donato Fanizza, presidente dell’associazione Unci provinciale. «Le conseguenze di questa crisi di cui non si conosce la durata» ha detto Fanizza «si abbattono pesantemente sui settori pesca e agricoltura. In particolare su quello della pesca fortemente provato da criticità strutturali che hanno causato la riduzione del numero delle imbarcazioni da pesca e del numero degli addetti. Nella fase attuale, il contagio fa paura dal punto di vista sanitario ma crescono i timori per le conseguenze economiche derivate dalle azioni di contenimento. Se l’epidemia dovesse continuare, le conseguenze sarebbero devastanti per l’economia italiana e locale». Quello della pesca è un settore portante dell’economia di un vasto territorio che fa capo al compartimento marittimo di Manfredonia che si estende dal mare del golfo a tutto l’arco costiero del Gargano fino a Lesina e Capoiale. «L’Unci provinciale» ha aggiunto Fanizza «ritiene necessario dare risposte concrete attraverso un provvedimento ponte che dia agevolazioni economiche o crei opportunità di welfare per fronteggiare le conseguenze della crisi sanitaria del Covidl9». Sono oltre tre mila gli addetti ai vari ambiti del settore operanti nel Compartimento marittimo di Manfredonia. Le unità di pesca di stanza a Manfredonia, sono 200 che raddoppiano se si considera l’intero compartimento. Ci sono poi gli allevamenti per la produzione di pesci e molluschi. «Ma quando si parla del settore pesca» ha sostenuto il vicepresidente dell’Unci Lelio Delaurentiis «occorre considerare l’indotto: commercianti di prodotti ittici all’ingrosso e al minuto; trasformazione del prodotto ittico; ristorazione; officine navali; negozi del settore navale; cantieri navali; trasporto prodotti ittici». Le grosse distribuzioni, i commercianti non solo di Manfredonia ma dell’intera provincia, non hanno ritirato il pesce pescato che è pertanto rimasto invenduto. Anche per gli allevamenti sia di pesci che di molluschi, ima trentina tra quelli ubicati in mare, al lago di Varano e a terra con alcune centinaia di addetti, la prospettiva non è rosea. In mancanza di vendita, il prodotto si ammassa negli impianti e rischia l’asfissia. Una eventualità che aumenta con il sopraggiungere del caldo. «Il decreto “Io resto a casa” le cui finalità sono condivisibili, provoca purtroppo» ha concluso Fanizza «effetti collaterali per i nostri operatori che hanno bisogno più che mai anche loro del supporto dello Stato: se restiamo in casa e non consumiamo, anche se ci riducono le tasse, l’economia non riparte». Michele Apollonio