Il Gargano disse che

L’isolamento delle Tremiti. Nessun contagio. “Ma anche da noi ci sono controlli su chi va in giro”


L’isolamento delle Tremiti. Nessun contagio. “Ma anche da noi ci sono controlli su chi va in giro” StampaEmail 
  «È il gioco della vita, la dobbiamo preparare. Che non ci sfugga dalle dita, come sabbia in riva al mare. Ciao». Alle 18 in punto una canzo­ne rimbalza fra i balconi. Va, per le strade senza gente. San Nicola, San Domino, isolani sparsi per il mondo. È la voce di Lucio Dalla a ri­scaldare il cuore agli abitanti delle Tremiti, che non potevano sceglie­re manifesto più familiare per urla­re al mondo il loro saluto di speran­za nel flash mob organizzato da Ro­sanna Fedeli e dalla Pro loco. Nei giorni dell’emergenza Coronavirus il continente è ancora più lontano. Qualcuno è rimasto sulla terraferma, sorpreso dai divieti e dal coprifuoco. «Sono a Termoli con la mia famiglia e non mi muo­vo: sull’isola non abbiamo conta­giati e io sono il primo a volerla tu­telare», racconta il sindaco Anto­nio Fentini. Grazie alla Protezione civile ha fatto allestire le tende da­vanti all’unico poliambulatorio al servizio dei 200 residenti. Nella meravigliosa quiete dell’inverno che finisce è il solo segnale che qualcosa sta succedendo, là dove finisce il mare. L’Italia ha chiuso le scuole, ma qui le scuole non ci so­no. Il governo ha sbarrato i negozi: sulle isole, però, resistono appena una farmacia e un supermercato. Tutto il resto sono attività stagio­nali che quest’anno non hanno fretta di cominciare, visto che pio­vono disdette fino all’estate. Giampiero Fedeli è il titolare del­la tabaccheria di San Nicola. «Con­segno a domicilio - racconta - mi sono attrezzato con guanti e ma­scherina, visto che i soldi sono per noi l’unico mezzo di contaminazio­ne». Disinfestazione straordinaria anche nel piccolo ufficio postale, attivo a giorni alterni: il portalette­re dell’arcipelago, con l’autotutela imposta a tutta Italia, ha visto au­mentare la corrispondenza dalla terraferma. In pochi sono riusciti a prendere al volo il traghetto dal continente per tornare a casa, pri­ma che le restrizioni imponessero l’arrivo sulle isole soltanto delle merci e dei residenti contingenta­ti. L’ultima maestra ha lasciato le Tremiti molti anni fa: da allora le famiglie si dividono fra Termoli, Foggia e le Marche per permettere ai figli di frequentare la scuola nel­le città. «Nelle nostre amate isole la quarantena è naturale, all’isola­mento siamo psicologicamente abituati», sorride Claudio Martella, titolare dell’hotel San Domino, che ha accolto moglie e figli dalle Marche all’inizio dell’emergenza. «Chi vive su un’isola è un po’ vacci­nato, queste abitudini le ama - ri­flette Elio Rinaldi, che da tempo fa ha scelto di trasferirsi alle Tremiti - Ora siamo favoriti, perché possiamo fare una passeggiata senza in­contrare nessuno e possiamo ri­spettare le regole senza eccessivo sforzo. Nessuno pensi, però, che qui vige l’anarchia». I controlli ci sono, eccome. La Capitaneria di porto verifica i movimenti via ma­re, i carabinieri chiedono il modu­lo di autocertificazione sugli spo­stamenti ai 200 residenti. Valerio Sorci per gli isolani è il fotografo ufficiale delle Tremiti. Quando i turi­sti prendono d’assalto grotte e ca­lette, lui guida i subacquei nell’e­splorazione dei fondali. «In questo periodo avremmo già tanti stranie­ri», assicura inviandoci gli scatti dei luoghi simbolo deserti. Le Tre­miti vivono di turismo, l’impatto del Covid può essere devastante. «Non possono raggiungerci elettricisti, imbianchini, idraulici che ci servono per la manutenzione del­le strutture», conferma Marco Na­politano, che nel suo hotel Gabbia­no approfitta per preparare la sta­gione. Prima o poi comincerà. «È tempo di quarantena a Tremi­ti. Chi è abituato a vivere su un’iso­la sa bene cosa sia la solitudine - è il messaggio della consigliera co­munale Annalisa Lisci - A tutti pro­pongo un allenamento dell’anima. Restate a casa, provate a rallenta­re, tornate padroni del vostro tem­po e controllate l’ansia. Quando la solitudine e la pace della vostra ca­sa sembreranno normali, allora vi inviteremo a trascorrere un inver­no da isolani». Silvia Dipinto repubblicabari