Turismo/ Il Presidente Federalberghi guarda al futuro con pessimismo e incertezza: Gino Notarangelo: “Azzerato un intero sistema turistico”.
StampaEmail Il Coronavirus ha duramente colpito ed affondato il settore turismo a livello nazionale e di riflesso nazionale. In questa Caporetto, naturalmente, anche la Puglia si lecca le ferite e guarda al futuro con molto pessimismo ed incertezza. Quello degli alberghi, è un settore strettamente connesso al turismo. Ne parliamo con Gino Notarangelo, Presidente di Federalberghi Foggia e titolare del noto complesso Gattarella di Vieste. Presidente Notarangelo, quale la situazione da voi nel foggiano? “Drammatica. Prima finisce questa emergenza e prima possiamo guardare avanti, ecco perchè penso che sia necessario rispettare con assoluto rigore, sino ad estreme conseguenze, le disposizioni di legge governative. Ma da noi, questo non sempre accade. Ho visto gente che con la scusa di comperare cento grammi di prosciutto esce di casa. Fate la spesa per una settimana, assurdo pretendere pane fresco ogni giorno e mozzarelle di giornata in questo momento, i sacrifici pagano e premiamo tutti”. Gli alberghi che cosa fanno? “Me lo domanda? Non so se molti riapriranno dopo questa triste parentesi. E’ un intero settore ad essere colpito ed affondato, associando l’indotto, come la ristorazione. Sono saltati ricevimenti, matrimoni, comunioni. Certamente sconteranno le conseguenze cuochi e camerieri. Molte scolaresche e comitive italiane e soprattutto straniere hanno cancellato e disdetto le loro visite. Il Gargano alberghiero è in ginocchio, ma ne risente pure la parte del turismo religioso a San Giovanni Rotondo. In poche parole il mercato è azzerato e ritengo che per riprendere tutto ci vorranno non mesi, ma anni. Infatti anche dopo la fine di questa esperienza, lei pensa che i turisti, specie quelli di fuori Italia, verranno qui a cuor leggero? Ho molti dubbi”. In un telegramma che cosa state vivendo? “Una lenta, ma progressiva agonia. Sono sempre dell’idea che per tutti, non solo per noi, prima finisce questo contagio, prima è. In Cina hanno rispettato le leggi in modo rigido e militare e ne sono venuti fuori in tempo relativamente breve. Il problema da noi è che c’è troppa concertazione e che dobbiamo consultare sempre tante voci e sigle, anche nell’emergenza”. Possibili licenziamenti? “Allo stato non vedo alternative a questa soluzione. Ma temo che prima dei licenziamenti arriveranno le chiusure di parecchi esercizi. Gli imprenditori, quelli solidi, hanno le spalle larghe. Ma i piccoli e i medi come faranno? Dica lei? Il Paese si regge sulle imprese e se queste crollano, cade tutto. Lo sappiamo: la situazione è gravissima, e non solo per il virus. Prevedo tempi di estrema gravità economica e sociale.”. Bruno Volpe Quotidiano Foggia