Il Gargano disse che

Vico/ Quale stagione turistica?


Vico/ Quale stagione turistica?   Stampa Email  
  In tempi di coronavirus, le opinioni degli operatori turistici. Abbiamo intervistato Valentino Cannarozzi, noto imprenditore garganico, autentico leader della famiglia Cannarozzi, da anni impegnata nel campo del turismo e della ristorazione. D.: Valentino, le tue dirette Facebook sono molto seguite e gli argomenti sono sempre di stretta attualita’. Volevo farti i complimenti. La situazione sanitaria, chiamata fase uno e le restrizioni attuate dal Governo sembrano dare risultati incoraggianti, almeno per quanto riguarda il numero dei nuovi contagiati e dei guariti. Purtroppo i deceduti sono ancora tanti ma in netta diminuzione rispetto ai primi giorni. Vorrei una tua opinione. R.: Innanzitutto vorrei ringraziarti per i complimenti, fanno sempre bene al cuore, ancor più in questo periodo dove tutti abbiamo bisogno di una parola di conforto. La fase uno: bene anzi benissimo tutte le restrizioni che il Governo ha attuato anche se, a mio modestissimo parere, occorreva avere un po’ più di coraggio e rendere l’Italia zona protetta, un pò prima, come per esempio ha fatto la Grecia che ora non soffre la nostra stessa condizione. Come ho detto prima, a volte serve coraggio e credo che il governo ne abbia avuto tanto, seppur in ritardo. Chiudere una nazione come la nostra è stato un atto coraggioso e non lo dico per simpatie politiche ma credo sia un dato oggettivo. Per fortuna, la curva tende a scendere; certo rimarranno nella nostra mente e nel nostro cuore le immagini strazianti di coloro che non ce l’hanno fatta e dei camion dell’Esercito a Bergamo. Consentimi un ricordo speciale per l’amico Nicola Ciccomascolo, morto per aver contratto il virus, mentre prestava servizio alla comunità. Alla cara Lella e alla dolce Gaia sarà sempre riservato un spazio speciale nel mio cuore. D.: In questi giorni si sente parlare di misure avveniristiche per ospitare turisti sulle spiagge in massima sicurezza. Ti sembra piu’ una farsa oppure sara’ davvero necessario un simile sistema di protezione? Mi riferisco al plexiglas come barriera al limite di distanza consentito. E’ prematuro azzardare delle ipotesi? R.: A quanto pare l’idea delle cabine in plexiglas è un idea di un azienda del modenese sottoposta al comitato che ci traghetterà verso le varie fasi di riapertura del nostro paese. Cosa penso di questa ipotesi? Che non è assolutamente idonea per varie ragioni: la gente viene sulle nostre coste non per essere internati in reparti ospedalieri ma per godere la brezza marina e il suono delle onde del mare, oltretutto a livello di temperatura sarebbe un vero forno e con una semplice tempesta di vento il plexiglass cambierebbe funzione, diventerebbe parte del fondale marino. E poi investimenti grandi in tempi di crisi? Fattibili. Solo se essi nel tempo possano diventare remunerativi. Con il tempo arriverà (ce lo auguriamo) il vaccino e quei pannelli? La salute viene assolutamente al primo posto ma dobbiamo essere anche ponderati e realisti. Già vedo dura il distanziamento sociale. La vacanza è un esperimento sociale da sempre. Durante le vacanze estive sono nati amori, amicizie e rapporti che ora, in tempi di coronavirus, sono solo ricordi. Non riesco ad immaginare le vacanze dei nostri ospiti senza quel sapore umano. Sono un battagliero ma la mia arma segreta rimane sempre il connubio cuore e mente. D.: Sempre piu' tuoi colleghi, ipotizzano la non apertura delle loro rispettive strutture turistiche. Credi sia una provocazione o al momento rappresenta l’unica risposta commercialmente possibile, considerando che bisogna ragionare e confrontarsi giorno per giorno con i dati e la realta’? R.: Come ti dicevo prima occorre essere ponderati e realisti. Ribadendo questo, credo che tutti possano comprendere quanto stia soffrendo e quanto soffrirà l’industria del turismo. Non credo che quella dei colleghi sia un provocazione anzi io credo sia un constatazione di un probabile scenario nell’imminente futuro. Ognuno a casa propria si fa i propri conti e la realtà è tristemente una e solo una: la stagione in forse. E’ vero, noi imprenditori dobbiamo anche saper scommettere ma occorre essere perspicaci. Possibile, nell’attuale scenario ove il virus non è stato sconfitto e dovremmo conviverci, ipotizzare la stagione con presumibili cali di presenze, con norme restrittive giuste che causeranno anche una minor ricettività e soprattutto con la paura che ci attanaglia, il contagio? Io non credo, ma non voglio perdere la speranza. Proprio per questo con la mia famiglia ci stiamo preparando, sperando che una luce si accenda per tutti. D.: Se tu dovessi formulare una proposta o una soluzione al buio, (ti ricordo che la situazione potrebbe cambiare), saresti d’accordo a considerare prioritario e rivedere i termini contrattuali di prenotazione? Mi spiego, non sarebbe auspicabile consentire ai clienti, di poter modificare o cancellare la prenotazione della vacanza fino a 15 giorni dall’inizio del soggiorno e senza penali o restrizioni relative alla data di partenza? Potrebbe essere un incentivo. Magari con una modesta caparra che servirebbe per le spese di manutenzione e di segreteria.  R.: Su questo siamo credo, tutti già elastici, fin da prima del coronavirus. Certamente una disdetta di massa provocherebbe ad una struttura un crollo economico non indifferente. Per questo occorrerebbe un tavolo tecnico per stabilire norme comuni. Nessuno deve perder nulla. Per chi invece volesse prenotare ora, conviene aspettare prima del versamento del compenso, almeno fino a notizie più certe. D.: Per quanto riguarda la ristorazione invece, aspettando la decisone del Governo, oggi possiamo solo immaginare. Per esempio come vedresti un’ipotesi vitto e alloggio, con cibo preparato in ristorante ma consegnato direttamente nella stanza del cliente? R.: La ristorazione in modalità delivery va benissimo, in un contesto di vacanza la vedrei come una sorta di quarantena in altra sede. Non mi piace pensarla ma se potesse essere una soluzione ben venga. Nel caso della ristorazione dei ricevimenti credo che la strada sia ancora tanto in salita. Vedi un ricevimento è assembramento per antonomasia: finche esso sarà proibito nulla si potrà fare. D.: Gli esperti dovranno ora stilare un regolamento per consentire alle aziende turistiche e dei trasporti di poter gestire la ripresa e la riapertura graduale delle attività, in poche parole occorre convivere in sicurezza con il virus. Cosa occorre fare secondo te? R.: Non sta alle mie competenze, ma un’idea la avrei: già le misure intraprese sono efficaci occorre fortificarle. Il distanziamento di almeno 2 metri, la mascherina obbligatoria come i guanti in monouso, la sanificazione dei locali e degli impianti di climatizzazione, la diversa continenza sui mezzi pubblici. Sono tutte formule che producono risultati. Bisogna investire molto sulla buona informazione ai cittadini: purtroppo c’e’ gente che ancora pensa sia tutto uno scherzo. Consentimi di aggiungere un pensiero. Per me oggi, occorre solo aprire e regolamentare con il distanziamento sociale, solo ciò che ci riporta lentamente alla normalità. Per tutti gli altri settori, impossibilitati a garantire queste norme, la loro chiusura deve coincidere con la sospensione di tasse e mutui (e non solo in forma capitale), incentivi sia alle aziende che a tutti i dipendenti in forza alle aziende. Penso per esempio, ai giostrai, ai circensi, a chi lavora nel mondo delle discoteche: questa gente va aiutata. Subito. Prima di salutarti un pensiero speciale, mio personale, a tutti coloro che stanno lottando in prima linea: medici, infermieri, personale oss, lavoratori dei supermercati, autotrasportatori e tutti coloro che ogni giorno ci garantiscono quotidianita’ e salute. Grazie! Grazie anche per l’ intervista, un abbraccio virtuale a tutti, forza e coraggio, dimostriamo di essere forti, anzi più forti di prima! Grazie a te Valentino, sempre disponibile e desideroso di condividere l'amore per la tua terra e per il Gargano. Michele Lauriola fuoriporta.info