Il Gargano disse che

SENZA LA MOBILITA’ FRA REGIONI QUEST’ANNO IL TURISMO IN PUGLIA… ANDRA’ IN VACANZA


SENZA LA MOBILITA’ FRA REGIONI QUEST’ANNO IL TURISMO IN PUGLIA… ANDRA’ IN VACANZA   Stampa Email  
  L’emergenza sanitaria per il Covid-19 ha stravolto l’economia, in Italia come nel resto del mondo. Tanti i settori costretti a fare i conti con il cosiddetto “lockdown”. In particolare quello del turismo che si base essenzialmente sullo spostarsi da un luogo all’altro, sul soggiornare in una struttura ricettiva, sul visitare le attrattive di una località e sull’intrattenersi in locali pubblici. Tutte attività che oggi devono fare in conti con il ben noto “distanziamento sociale” che ne diverrà elemento vincolante da inserire nella filiera turistica (trasporti, soggiorni, ecc.) con le opportune buone pratiche.Ma questo dato “operativo”, seppur di non semplice applicazione, alla fine è il problema minore. Quello più importante, anzi vitale, è la possibilità della mobilità fra nazioni, regioni e territori.Se la mobilità intraeuropea è per ora un miraggio, al turismo italiano non resta che il mercato interno. In attesa di indicazioni del Governo sulla mobilità, qualcuno ipotizza un “turismo di prossimità” o meglio “regionale”. Un’ipotesi che si rivela però del tutto priva di senso perchè in Italia il turismo per avere un riscontro di sostenibilità economica, deve essere consentito su tutto il territorio nazionale. Così secondo quell’ipotesi a Firenze dovrebbero andarci solo i toscani, a Venezia solo i veneti, a Roma solo gli abitanti del Lazio. Roba da ridere, se non fosse che ci sarebbe da piangere per le casse di quei Comuni e per il loro settore turistico. L’assurdità per un’ipotesi di “turismo di prossimità” o meglio “regionale” vale ancor di più per la Puglia che in grandissima parte, dal Gargano al Salento ed alla Valle d’Itria, si basa su flussi nazionali provenienti da altre regioni, soprattutto del nord. Tradotto in pratica significherebbe “i pugliesi turisti in Puglia”.E vi sembra un’ ipotesi sensata?Ma anche ammesso che i pugliesi aderiscano, sarebbe comunque un turismo “mordi e fuggi”, con basso indice di soggiorno e numeri esigui che costringerebbero gli imprenditori del settore ricettivo a non aprire proprio le loro aziende.Quindi oggi più che perdersi in pianificazioni sulla sicurezza fra plexiglass, distributori di gel disinfettanti e sanificazioni varie, l’attenzione va incentrata sull’avere la mobilità fra regioni. Senza di questa il turismo in Puglia quest’anno… andrà in vacanza! (A.T.)