25 Aprile/ SPUTARE SULLA LIBERTÀ
Stampa Email Chi, quando si parla di libertà, non pensa ad altro che alla libertà degli automobilisti, alla libertà economica e alla libertà di diventare ricchi, sputa sulla parola «libertà». Peter Bichsel Il titolo è divertente, Al mondo ci sono più zie che lettori, e riflette la emperie del suo autore, lo scrittore svizzero Peter Bichsel, nato a Lucerna nel 1935, che critica la grettezza della società contemporanea, inalberando però il vessillo della fiducia nella forza dell'immaginazione, della creatività, dell'estro umano. Proprio per questo egli detesta chi umilia la parola «libertà» applicandola solo al libero merito, alla furbizia nell'arricchirsi, all'arbitrio di fare ciò che aggrada sempre e comunque. Un pensiero che vorremmo proporre nel giorno della nostra festa nazionale che parla di valori autentici di autonomia, di civiltà, di liberazione e di diritti contro ogni prevaricazione, oppressione e servitù. Purtroppo queste categorie nobili spesso sono solo ben stampate sui libri di scuola, mentre nell'esperienza quotidiana predomina proprio quello «sputo» sulla vera libertà, fatto di sguaiatezza, di imbrogli, di truffe, di furberie, di condoni, di privilegi, di abili sotterfugi, di abusi codificati talora persino con leggi e con favoritismi formalizzati. È, allora, necessario riproporre un sussulto della coscienza e della moralità che sono la vera anima della libertà. Solo così si pulisce questa parola dagli abusi che fioriscono sulle labbra e nel comportamento di molti. Solo così il vocabolo ritorna a essere una realtà genuina, vero cuore della società ed espressione della dignità umana. «La statua della Libertà» scriveva nella Morte di Danton (1835) il drammaturgo tedesco Georg Buchner «non è ancora fusa, il forno è sempre rovente, e tutti possiamo scottarci ancora le dita.» Gianfranco Ravasi