Lettini e ombrelloni, paura del calo di domanda: gli stabilimenti non alzano i prezzi
Stampa Email Dal 3 giugno non ci saranno più divieti di spostamenti fra le regioni, ora che l’indice di contagio (RT) è sotto il livello di allarme, e pertanto in tutte le regioni affacciate sul mare può cominciare la stagione balneare. Quanto potranno pesare positivamente sulla tenuta della economia turistica italiana i 2,4 mld di Bonus vacanza messi a disposizione delle famiglie con Isee sotto i 40mila euro, anche alla luce delle limitazioni di spostamenti per milioni di turisti tedeschi e del Nord Europa? A dare una riposta è l’indagine del Centro Studi Nazionale Ircaf che registra i prezzi del noleggio di un ombrellone e due lettini nel mese di giugno nei bagni delle nostre coste. L’indagine tiene conto, nei prezzi e nel servizio, delle nuove linee guida del Governo (DPCM del 17 maggio) e delle ordinanze locali, e ha coinvolto una quarantina di stabilimenti balneari nelle località più rinomate in tutte le regioni, che sono stati contattati telefonicamente nei giorni di giovedì, venerdì e sabato 30 maggio scorso dai ricercatori del Centro Studi Nazionale Ircaf . Prezzi stabili rispetto l’anno scorso 20,93 euro è la spesa media nazionale del campione per il mese di giugno di quest’anno (inclusi i costi di sanificazione antivirus) comprensiva di due lettini ed un ombrellone in quarta fila per un solo giorno di sabato o domenica. L’anno scorso la spesa annua media era stata di 20,54 euro con un aumento medio del +1,89% sul 2020. “Abbiamo rilevato anche la spesa media settimanale – spiega Mauro Zanini, presidente del Centro studi – nel 2020 si attesta a 119,30 euro a fronte di una spesa annua dell’anno scorso pari a 117,18 euro, con un aumento medio del 1,8%”. Da evidenziare che ben l’82,5% degli stabilimenti balneari interpellati ha mantenuto le tariffe uguali a quelle dell’anno scorso. Del 17,5 % degli stabilimenti che hanno aumentato i prezzi, quasi tutti avevano tariffe medie fra le più basse e l’aumento medio per il giornaliero si attesta a 2,64 euro e 12,28 euro per il settimanale, che corrisponde ad un +15% in entrambi i casi La ragione di una mancata corsa ai rincari, almeno per il momento, potrebbe essere dovuta al fatto che dalle interviste agli operatori emerge chiaramente una preoccupazione sul possibile calo della domanda. La stragrande maggioranza di loro ha mantenuto i prezzi dell’anno scorso nonostante l’aumento dei costi legati alle nuove norme anticovid: siamo all’inizio della bassa stagione e sarà importante capire come andrà nel prossimo periodo. Nel mese di Luglio le politiche dei prezzi potranno subire variazioni alla luce delle richieste che arriveranno, senza escludere soluzioni per garantire la vacanza ai turisti che da anni vengono nelle loro spiagge. Resta l’esigenza di verificare la correttezza tra prezzi e servizi forniti in questo nuovo contesto pandemico e su cui fondamentale il controllo di tutte le autorità a tutela della salute pubblica e del cittadino turista. Cosi come anche noi continueremo il monitoraggio delle politiche dei prezzi e servizi . Grandi differenze di prezzo da nord a sud A Praia Mare, a Vieste e a Grado per un giornaliero abbiamo trovato che si paga 10 euro; abbiamo registrato prezzi contenuti (12 euro) anche a Rodi Gargano , a Gabicce Mare, ad Alcamo e a Policoro. Per quanto riguarda gli stabilimenti, il prezzo più alto si trova nelle località della Versilia, con un costo giornaliero di 40 euro, seguito da Sabaudia a 36 euro, e a Milano Marittima e a Fregene con 35 euro. Va detto che i prezzi riflettono anche differenti servizi messi a disposizione, che variano molto anche nello stesso territorio. Nell’ industria del turismo di massa come quello della riviera adriatica romagnola abbiamo prezzi di “tutte le taglie “. L’Adriatico batte il Tirreno in convenienza Per i bagni che si trovano sul mare Adriatico e Ionio la spesa media si attesta a 17,95 euro per il giornaliero e 93,90 per il settimanale, ovvero il 35% in meno di spesa per il giornaliero rispetto agli stabilimenti che si trovano sul mare Tirreno e Ligure (dove si paga 24,21 euro) e il 58% in meno per il settimanale (dove si paga 149,11 euro). Naturalmente la Sardegna è molto più cara rispetto al mar Tirreno per le spiagge a pagamento, ma è da evidenziare che c’è un numero superiore di spiagge libere. “Rendere green gli stabilimenti” Zanini commenta: “Pur in quadro di forte preoccupazione per gli effetti della pandemia sul settore, è fondamentale che nel realizzare una migliore qualificazione dei servizi di spiaggia, della balneazione, della qualità del mare e della tutela delle coste, non si faccia mancare anche l’impegno per una ristrutturazione sostenibile dello stabilimento balneare, adottando politiche di contenimento dei rifiuti e di riciclo dell’acqua, utilizzando materiali sostenibili e biodegradabili in sostituzione della plastica, senza arrendersi alle “difficoltà odierne”. Sono questi gli aspetti, oltre al prezzo che il turista consumatore saprà apprezzare e premiare nelle scelte del posto e dello stabilimento.
Leonardo Masnata ilsalvagente.it