Il Gargano disse che

Verso le elezioni regionali/ Sondaggi: la Lega è al 20%, FDI al 19% e FI all’8%. Nel centrosinistra PD più civiche al 22%, SI e


Verso le elezioni regionali/ Sondaggi: la Lega è al 20%, FDI al 19% e FI all’8%. Nel centrosinistra PD più civiche al 22%, SI e Verdi al 2%.   Stampa Email  
  Le regionali pugliesi sono, per ora, cadenzate dalla roulette dei sondaggi e dalle contrapposizioni interne alle due maggiori coalizioni (a destra tra Fdi e Lega, a sinistra tra Emiliano e i riformisti Renzi-Calenda). Ieri hanno fatto discutere le rilevazioni Swg sulla Pu­glia riportate da Affari italiani. L’istituto di Ni­cola Piepoli registra il vento a favore dei partiti del centrodestra, le dif­ficoltà del centrosinistra (ma questi dati non ten­gono conto della schiera di liste civiche emilianiste) mentre - a sorpresa - fotografano un risultato quasi doppio (rispetto ai dati di Emg e Noto) del Movimento Cinque stelle. Ecco i partiti nel dettaglio: Pd e lista personale di Emiliano sono al 22%, la Lega al 20%, seguita da Fdi (con la lista Fitto) e dal M5S al 19%. Forza Italia tiene con un rilevante 8 %, +Europa è al 4%, Italia Viva al 3 %, La Sinistra/LeU e i Verdi al 2% e il Partito Comunista di Marco Rizzo all’1% (ma è incerta al momento la partecipazione alle elezioni di settembre). Gli ultimi tre sondaggi, pur con tante differenze, sono alla base delle manovre in atto nel centrosinistra: da un lato Emi­liano ha teso la mano a Calenda e Renzi al fine di stoppare una candidatura auto­noma di Ivan Scalfarotto per il fronte progressista, mentre il de­puto dem Alberto Losacco, con l’imprimatur della segreteria nazionale di Nicola Zingaretti, chiede di aprire una discussione per riproporre anche in Puglia l’alleanza con i 5 Stelle come per il governo nazionale. Entrambe que­ste iniziative sono volte a rafforzare la ricandidatu­ra di Emiliano, la cui coa­lizione è data da questi sondaggi molto in svantaggio sul cen­trodestra (per Emg e Noto il distacco è di 9-10 punti). Renzi e Calenda, in questi mesi, però hanno in più occasioni preso le distanze dal governo regionale (e boc­ciato le primarie).