Scrittori, poeti, saggisti arruolati per promuovere tutto il Gargano. Le opere di Serricchio, Tusiani e Soccio per nuove iniziative.
Stampa Email Parchi letterari urbani e premi culturali, sono i progetti cui affidare il rilancio culturale del Gargano. E’ quanto stabilito dal Centro studi “Cristanziano Serricchio” di Manfredonia e dal Parco del Gargano, nel corso di un incontro svoltosi su una terrazza di Siponto con il Gargano stagliato sornione oltre il profilo delle basiliche di Siponto. Il Centro studi “Cristanziano Serricchio” di Manfredonia va svolgendo un’intensa attività volta alla divulgazione delle opere dell’illustre poeta-scrittore-drammaturgo garganico con un particolare riferimento alla valorizzazione culturale del Gargano; l’Ente Parco nazionale del Gargano, dal canto suo, con la nuova presidenza di Pasquale Pazienza sta cercando di uscire da un certo prolungato impasse e dare visibilità operativa alla mission dell’ente Parco evidenziando le sue peculiarità culturali. Due punti di partenza diversi, ma con il medesimo sentimento garganico. La presidente del Centro Serricchio, Nunzia Quitadamo con i suoi collaboratori, e il presidente Pasquale Pazienza hanno effettuato una costruttiva disamina delle enormi potenzialità culturali che possono essere messe in campo per dare evidenza all’altro volto del Gargano, quello cantato da scrittori, poeti, saggisti garganici quali appunto Cristanziano Serricchio, ma anche Joseph Tusiani, Pasquale Soccio. Voci autorevoli di dimensioni universali (Serricchio è stato proposto per la candidatura al Nobel), profondamente radicate nel Gargano, da valorizzare attraverso iniziative che arrivino alla gente del luogo ma anche ospite del promontorio. Come per l’appunto la realizzazione di parchi letterari urbani animati da opportune manifestazioni divulgative, e premi letterari su argomenti e personaggi significativi garganici. «Occorre dare visibilità e diffusione - ha insistito Pazienza - della memoria storica garganica rimasta colpevolmente confinata in ambiti ristretti della cultura garganica coinvolgendo in primo luogo le scuole vero motore della partecipazione diffusa». «Occorre mettere a frutto - ha ribadito Quitadamo - l’anima autentica del Gargano: l’attenzione preminente è incentrata esclusivamente sul turismo, che va anche bene, ma si tralasciano le problematiche che riguardano il cuore del promontorio rimasto in ombra, pressoché ignorato». “Benedetto da Dio e dimenticato dagli uomini” si diceva del Gargano, fino a quando, negli anni Sessanta arrivò Enrico Mattei, l’uomo dell’Eni che inventò il turismo. E fu subito boom. Che prosegue con i turisti che si contano a milioni. Tanto che è parso che il Gargano, la Montagna sacra per antonomasia, fosse tutta lì. «Invece no: il Gargano - è stato affermato - è molto ben altro, ha radici ben più profonde, variegate e straordinarie come dimostrano i letterati che se ne sono occupati». E d’altra parte, l’exploit turistico-economico ha toccato solo i contorni a contatto col mare di quel massiccio. Il “Gargano segreto” di Pasquale Soccio, è rimasto tale. Gli echi di quell’innegabile ondata di fortunata opulenza, non si sono riverberati verso l’interno che è rimasto sostanzialmente quello che veniva da secoli di storia; lussureggiante di bellezze naturali, ma emarginato dal resto di un Paese che nel frattempo era cresciuto e sviluppato nei vari ambiti economici e sociali. E se quell’atavico isolamento è stato in qualche modo infranto lo si deve alla spinta culturale attivata da intellettuali garganici tra cui Alfredo Petrucci, Michele Vocino, Ciro Cannarozzi, Giuseppe D’Addetta che nel 1950 ripristinò il periodico “Il Gargano” con il sottotitolo esplicativo “Organo di rinascita Garganica”, emanazione dell’associazione “Rinascita Garganica”, «quale mezzo di incontro, di dibattito e diffusione, per la crescita culturale e sociale, per sensibilizzare e favorire la ricerca, gli studi, la valorizzazione del patrimonio storico, artistico, etnologico, ambientale e naturale del Gargano». Sopravvisse fino al 1970. Tra le battaglie sostenute, assieme alla sempre presente Gazzetta del Mezzogiorno, quella per la istituzione del Parco del Gargano che vide la luce il 25 giugno 1995. Una esperienza contrassegnata da alti e bassi che suggerirebbe una rivisitazione del piano operativo di un Parco naturalistico atipico essendo l’area di pertinenza fortemente antropizzata. Michele Apollonio