Il Gargano disse che

12 agosto/ LEGGERE E CONVERSARE


12 agosto/ LEGGERE E CONVERSARE   Stampa Email  
  La lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli passati... Conversare con uomini d'altri secoli è quasi lo stesso che viaggiare. CARTESIO A chi è della mia generazione e ha fatto allora il liceo classico cer­tamente sarà accaduto di aver portato come materia dell'esame di fi­losofia la lettura del Discorso sul metodo del grande Cartesio, pensa­tore francese decisivo (nel bene e nel male) per la cultura moderna. È appunto da quell'opera, pubblicata nel 1637, che ho tratto l'osser­vazione sopra citata. Essa mi sembra adatta a questi giorni estivi nei quali anche gli italiani, notoriamente popolo di non lettori, decidono solennemente di affrontare l'ardua impresa di leggere un libro. Cartesio comincia a mettere subito i paletti con quella delimitazio­ne dei «buoni libri». Un suo collega inglese, Francesco Bacone, ammo­niva giustamente che «alcuni libri vanno assaggiati, altri inghiottiti, pochi masticati e digeriti». E purtroppo non è detto che il libro che avete tra le mani meriti quest'ultimo trattamento. Superato l'ostacolo della scelta, Cartesio fa un'altra considerazione. Leggendo «buoni li­bri», si stabilisce una sorta di dialogo coi grandi che quelle opere han­no composto. Il libro vero non lascia mai indifferenti, dalla sua lettura non si esce indenni. Ed ecco, allora, l'ultima nota del filosofo: leggere è come aver fatto un viaggio nel tempo e nello spazio, pur rimanendo nella quiete del proprio luogo. Con la lettura gli orizzonti si allargano, la mente s'arricchisce, lo spirito si fa più sensibile e aperto. Gianfranco Ravasi