Allevi: io, lo stress e la musica. “Dobbiamo tornare alla natura”. Il compositore domenica 22 a Peschici per il Premio Trabucco, riconoscimento dedicato all’ambiente.
Stampa Email Tutto pronto per la quinta edizione del «Premio Trabucco - in difesa dell’ambiente», da quest’anno centrato sulla questione della tutela e salvaguardia del nostro pianeta. L’evento si terrà domenica 23 agosto a Peschici, in Piazza Sandro Pertini, a partire dalle ore 21.15. Il sindaco Franco Tavaglione, a nome dell’Amministrazione Comunale di Peschici, rende pubblici i nomi dei premiati. Nel corso della serata, il prestigioso “Premio Trabucco” verrà assegnato a Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente, e a Giovanni Allevi, compositore e pianista di fama internazionale. La serata sarà condotta da Chiara Giallonardo, conduttrice di Rai Uno. òòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòò Allevi: io, lo stress e la musica….. L’ innovazione della musica colta porta il suo nome, come un asteroide dedicatogli dalla Nasa, ma lui che trasforma ogni tastiera a sua immagine, che ha milioni di fan sparsi per il mondo, che è laureato in Filosofia con lode ma fa il pianista, pare non abbia neanche un pianoforte in casa, perchè la musica la compone nella sua testa. Frammenti del genio Giovanni Allevi, compositore, musicista e scrittore che domenica prossima 23 agosto riceverà a Peschici, il Premio Trabucco «in difesa dell'ambiente» insieme al ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, in una serata voluta dal Comune e che porta la firma dell'autore televisivo di origini foggiane Michele Afferrante (Porta a porta, Domenica In, Ciao Darwin, Il senso della vita). In una pausa del suo seguitissimo tour «Piano solo», Allevi ha accettato di rispondere ad alcune domande. Maestro, a Peschici riceverà il Premio Trabucco «in difesa dell’ambiente». In questo momento complicato per il mondo intero a causa del Coronavirus quale importanza ha per lei l’attenzione all’ambiente? «Durante il blocco per il Covid, abbiamo visto la Natura splendere in tutta la sua bellezza. Il mondo ipertecnologico ed artificiale che abbiamo inseguito, si illude di essere avanzato. In realtà pone sopra all'uomo una cappa che gli impedisce il contatto con la Natura e con le forze ataviche e misteriose che da sempre percorrono il cuore dell'umanità. Tornare alla Natura significa riappropriarsi del Sacro, uscito di scena dal mondo contemporaneo». Lei è vegano, ha tenuto un concerto a Roma per una platea di piante e nel lockdown ne ha curato una: si può parlare di una sua svolta green? «Sono tendenzialmente vegetariano, ma non posso dirmi vegano in senso radicale. Tuttavia sono convinto che la natura, con i suoi silenzi, la sua lentezza ed incanto, sarà la protagonista del mondo futuro che ci aspetta». I grandi artisti oggi sono anche influencer: cosa pensa della scelta di Miguel Bosè, che ha avuto la madre Lucia uccisa dal Coronavirus, di negare la pandemia, seguito in questo da migliaia di giovani spagnoli? «I giovani, che non sono stupidi, ballando esorcizzano la paura della morte e l'incertezza sul futuro che sentono più di chiunque altro. Vanno compresi». Ha compiuto 51 anni ma il suo essere sempre in forma, il look, il suo sorriso la rendono un eterno ragazzo e per i fan Allevi non sarà mai un over 50: questo le piace? «Mah, la mia forma fisica è il risultato del mio stress, del mio essere perennemente irrequieto ed in balìa degli eventi. In altre parole, del mio sentirmi vivo». Ha descritto un suo attacco di panico e anche la scoperta del suo personalissimo antidoto per vincere la paura... della paura: una musica in testa riattivata a comando. Cosa consiglia a quanti, sempre più numerosi ma non compositori e musicisti, si trovano a vivere la stessa esperienza? «Consiglio di considerare il panico come l’urlo dell'anima di chi si ribella all'omologazione. Siamo in tanti a soffrire di panico, nella nostra società conformista. Per questo coloro che vivono il panico, gli insonni, gli incompresi, gli ansiosi, i disadattati, sono anime speciali, in contatto col senso vero e profondo delle cose». Il suo nuovo libro «Revoluzione», con la "E” di evoluzione scritta al contrario, si annuncia come il «dopo panico», la sua idea filosofica per superare il timore di cambiare: accettare l’inatteso può aprirci di più al futuro? «Sì, è uno strano libro Filosofico, che più che affermare delle verità, ti lascia una predisposizione d'animo, una attitudine all'innovazione e alla follia, la voglia di rompere la catena delle aspettative esterne, per ritrovare il rivoluzionario che è dentro ognuno di noi». Anna Langone gazzettamezzogiorno