Il Gargano disse che

22 Agosto/ FAR SOLDI


22 Agosto/ FAR SOLDI   Stampa Email  
  La più facile arte è quella di far danari... e l'aurea mediocrità degli uomini ha a questo una meravigliosa attitudine. FRANCESCO DE SANCTIS A fare questa considerazione non è un moralista o uno psicologo ma un celebre critico letterario ottocentesco, Francesco De Sanctis, in un suo saggio sull'epistolario di Leopardi. Contrariamente a quanto crede l'opinione comune, egli afferma che far soldi non richiede par­ticolare genialità ma quell'«aurea mediocrità» che non si pone tanti problemi e che procede senza imbarazzi accumulando denaro su de­naro, ricchezze su ricchezze, ville su ville e così via. È questa una considerazione fatta da vari autori. Così, ad esempio, Giovanni Della Casa (siamo nel Cinquecento) al nipote scriveva: «Si fa maggior fatica a guadagnare il primo mi­gliaio che poi, col primo migliaio, il decimo e il vigesimo». Nel Sette­cento Jean-Jacques Rousseau confessava: «Il denaro è seme di dena­ro e la prima lira è qualche volta più difficile da acquistare che il secondo milione». Bisogna, perciò, spazzar via l'idea che il ricco sia anche abile, intelligente, che in sé rappresenti un valore e sia capace di fare altre cose più importanti rispetto al puro e semplice far soldi. Il denaro spesso è come le ciliegie, l'ima tira l'altra in un crescendo che, però, non è infinito e non cancella la fragilità delle cose terrene. Quando anni fa visitai gli scavi di Pompei una guida diceva che su una casa sepolta dalla lava c'era la scritta: «Il guadagno è la felicità». Sappiamo che questa non è una verità definitiva, ma ci premuriamo di celarla sotto l'illusione e cerchiamo di credervi. Gianfranco Ravasi