Il Gargano disse che

30 Agosto/ PARLARE AI BAMBINI


30 Agosto/ PARLARE AI BAMBINI   Stampa Email  
  La parola sapiente è quella che, detta a un bambino, viene capita senza biso­gno di spiegazioni. MIGUEL DE UNAMUNO Devo confessare che il pubblico che mi mette più in imbarazzo quando devo tenere un discorso è quello dei bambini. Senza il falso «aplomb» che cela anche le distrazioni, ostentato dagli adulti, essi ri­velano in modo esplicito e sincero la loro attenzione o la loro noia. È per questo che le parole destinate a loro devono avere non solo una sostanza ma anche una sapienza espositiva: se si riesce a intrecciare queste due doti, allora accadrà che pure gli adulti rimarranno coin­volti. E ciò che ricorda il grande scrittore spagnolo Miguel de Una­muno (1864-1936) nella frase sopra citata. L'arte di comunicare è un po' innata e un po' (anzi, molto) dev'es­sere acquisita attraverso un vero e proprio apprendistato. Chi dice di improvvisare - almeno sui temi seri - è sempre pericoloso e, pur­troppo, se ne ha non di rado attestazione anche nei discorsi politici, negli interventi pubblici e nelle omelie domenicali. I genitori, se vo­gliono offrire ai loro figli un vero insegnamento, non devono accon­tentarsi delle solite buone parole o della sgridata istintiva: ad accor­gersene sono per primi i ragazzi che lasciano passare quelle parole come acqua sulla pietra. Il tema della comunicazione si allarga ulte­riormente a tutte le relazioni umane e io vorrei esaltarne il rilievo con una frase del filosofo tedesco Hans Georg Gadamer, morto nel 2002 a 102 anni: «La comunicazione è il terreno su cui si gioca ogni opportunità di incontro tra gli uomini e degli uomini con gli eventi, dunque anche il futuro dell'umanità». Gianfranco Ravasi