Il Gargano disse che

Garganici Illustri – Padre Antonio Maria da Rignano, Vescovo di Potenza e Marsico Nuvo


Garganici Illustri – Padre Antonio Maria da Rignano, Vescovo di Potenza e Marsico Nuvo   Stampa Email  
  Antonio Maria da Rignano al secolo Antonio Maria Fania. Nato in Rignano Garganico il 5 febbraio 1804, ebbe la prima istruzione nella sua città natale da   don Antonio Danza. Luigi Corigliano, marchese di Rignano, incitò il giovane Antonio Maria nel proseguire gli studi, sostenendolo con mezzi necessari. Giovanissimo scoprì la sua indole religiosa ed entro a far parte della famiglia francescana, dove appena ventenne vesti l’abito. Fin da giovane si fece notare per la sua esemplare condotta e la dedizione negli studi e questo gli fu propizio per essere accolto nella Provincia dei Minori Osservati di Sant’Angelo di Puglia. Nel vestire l’abito francescano, gli fu concesso di conservare il proprio nome e trasferitosi a Bologna completò gli studi nel convento dell’Annunziata; ebbe fra i suoi maestri il Magistrini, padre Bernardino Panzacchi insigne letterato e teologo e padre Rafael Barisic filosofo e teologo. Nel 1829 sostenne il concorso di filosofia a Ferrara e nel 1837 quello di teologia a Napoli, fu padre maestro in diversi conventi ottenendo il titolo di lettore giubilato dal ministro generale dell’ordine P. di Alessandria. Ministro Provinciale in Sant’Angelo di Puglia nel triennio 7 novembre 1835 – 21 ottobre 1838, esercitò il suo governo con grande saggezza e per questo nel 1839, fu chiamato a Roma, quale segretario generale dell’ordine, in S. Maria di Aracoeli, dove dimorò fino alla sua promozione di procuratore generale dell’ordine dal 1844 fino al 1850 e di delegato generale. Nell’esercizio di tutte le cariche egli fornì prova di luminosa prudenza e abilità negli affari ecclesiastici e civili; questo gli valse di essere chiamato dal Papa, come insigne dottore di teologia, a far parte delle diverse congregazioni ecclesiastiche: Consultore della Sacra Congregazione dell'Indice (1856-1867) e della S.R.U. Inquisizione (1851-1867). Inoltre ebbe a far parte della Sacra Congregazione per l’Esame dei Vescovi in Sacra Teologia (1857-1867) e come Consultore aggiunto nella Congregazione speciale per la Revisione dei Concilii provinciali (1859-1867). Padre Antonio partecipò a tutte le sessioni del Concilio Vaticano I e prese parte ai lavori della Commissione per la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione. Nella gioventù simpatizzo per le idee liberali, come lui stesso ebbe a scrivere; la sua posizione a favore della circolazione delle opere di A. Rosmini e del Gioberti, lo posero in contrasto con i gesuiti e questo, con ogni probabilità fu motivo della mancata elezione alla carica di Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori. Al Vaticano I si schierò sulla posizione di chi sosteneva l’infallibilità del Papa, sottoscrivendo per la definizione uno dei postulati e aderendo alla condanna delle lettere del Gratry pronunziata dal vescovo di Strasburgo mons. Raess. Persona assai colta, il nome di P. Antonio compare come socio onorario della Pontifica Accademia Romana di Archeologia nel 1860 e censore dell’Accademia di Religione Cattolica nel 1870. Preconizzato dalla Santità di Pio IX Vescovo di Potenza e Marsico Nuovo nel Concistoro del 27 marzo 1867, fu consacrato dal Cardinale Amat, nella chiesa di Aracoeli sul Campidoglio il 9 aprile 1867, Domenica di Passione. La chiesa in Campidoglio dove fu consacrato presagiva trionfi, ma la Domenica di Passione gli annunziava la via del Calvario Il suo ministero episcopale fu non privo di insidie, contumelie e libellli alle quali egli preferì non rispondere, impartendo a questi figli il perdono di padre. Dopo lunghi anni di assenza, posteriomente la consacrazione episcopale, nel 1868, volle tornare nel paese natale, che aveva lasciato giovanissimo pieno di ricordi. Fu questo il suo ultimo ritorno in terra natale. I sacrifici, le amarezze e le tribolazioni vissute, nell’esercizio del ministero episcopale, minarono il fisico di P. Antonio. Colpito da anemia celebrale, dopo aver rimesso nelle mani del pontefice il vescovado, fece rientro a Roma dove passo al sonno eterno il 23 gennaio 1880.   Nicola Parisi