Il Gargano disse che

Foggia. Ricostruire il Palazzo di Federico II. Con la luce Guerre, occupazioni, terremoti hanno diradato le tracce di quella pr


Foggia. Ricostruire il Palazzo di Federico II. Con la luceGuerre, occupazioni, terremoti hanno diradato le tracce di quella presenza, di cui è rimasto poco o nulla. Del Palazzo Imperiale sono sopravvissuti al tempo soltanto l’arco d’ingresso e l’importante iscrizione che sancisce l’erezione di Foggia ad inclita sede imperialis  “Se il Signore avesse conosciuto questa piana di Puglia, luce dei miei occhi, si sarebbe fermato a vivere qui”. Chissà se Federico II ha pronunciato veramente queste parole, che gli vengono attribuite. Sicuramente, esse esprimono bene il rapporto speciale che legò l’imperatore svevo a Foggia ed alla sua provincia, dove scelse di vivere nell’ultima parte della sua vita. E adesso, proprio la luce potrebbe dare una nuova prospettiva al rapporto tra Foggia, la Capitanata e Federico II.AUTORE 
“Se il Signore avesse conosciuto questa piana di Puglia, luce dei miei occhi, si sarebbe fermato a vivere qui”. Chissà se Federico II ha pronunciato veramente queste parole, che gli vengono attribuite. Sicuramente, esse esprimono bene il rapporto speciale che legò l’imperatore svevo a Foggia ed alla sua provincia, dove scelse di vivere nell’ultima parte della sua vita. E adesso, proprio la luce potrebbe dare una nuova prospettiva al rapporto tra Foggia, la Capitanata e Federico II.Guerre, occupazioni, terremoti hanno diradato le tracce di quella presenza, di cui è rimasto poco o nulla. Del Palazzo Imperiale sono sopravvissuti al tempo soltanto l’arco d’ingresso e l’importante iscrizione che sancisce l’erezione di Foggia ad inclita sede imperialis. Non è solo una metafora affermare che le tracce della fulgida presenza fridericiana sono state oscurate dal tempo e dagli oltraggi della storia. E se fosse proprio la luce ad illuminarle di nuovo?Della possibilità di ricostruire il Palazzo Imperiale di Federico II attraverso l’illuminazione parlammo in una chiacchierata informale con Romano Baratta, light designer foggiano che si sta guadagnando una solida fama interazione, e Giovanni Cataleta, promotore della petizione che proponeva di ricostruire il Palazzo, semmai utilizzando il modello e la tecnica sperimentati con successo da Edoardo Tresoldi a Manfredonia, con la basilica paleocristiana.L’idea di Giovanni Cataleta è suggestiva, ma di problematica realizzazione in quanto il contesto urbano in cui sorgeva il palazzo è profondamente, e forse irreversibilmente, mutato nel corso dei secoli.L’oggetto di quella cordiale chiacchierata davanti ad una tazza di caffè fu, dunque, la possibilità di ricostruire il Palazzo utilizzando uno strumento intangibile, e senza alcun impatto ambientale, come la luce. L’idea ci conquistò e ci entusiasmò.
Foggia alto, ph Matteo NuzzielloQuella chiacchierata informale potrebbe adesso diventare un progetto vero e proprio. Se ne è parlato l’altro giorno, nell’ottimo meeting virtuale promosso dall’aps Per il meglio della Puglia, alla ricerca di idee e progetti per incrementare il capitale sociale, di cui ho già detto nella lettera meridiana di ieri.Tra i partecipanti c’eravamo io e Romano Baratta, e, visto che si parlava di percorsi, di narrazioni nuove del territorio e della valorizzazione delle sue vocazioni, il discorso è inevitabilmente caduto sulla possibilità che il Palazzo Imperiale di Federico II, così come le altre vestigia lasciate dall’imperatore in Capitanata, possano essere ricostruite attraverso la luce. Ecco cosa ha detto, in proposito, Romano Baratta.“L’illuminazione può dare un contributo rilevante alla narrazione di un territorio, può aiutarlo a riscoprire la sua identità. Anche a proposito del palazzo imperiale di Federico II a Foggia, di cui sono rimaste pochissime tracce: con la luce è possibile far riemergere quegli elementi, quelle volumetrie, che oggi non sono più visibili, raccontando alla città e ai suoi visitatori quella che era una volta la presenza di Federico II a Foggia. Un intervento del genere ha anche il vantaggio di essere leggero, non invasivo, senza alcun impatto edilizio o urbanistico sull’esistente. È qualcosa che ho già sperimentato in Toscana, dove soltanto con la luce sono riuscito a far riemergere la presenza di torri.Si potrebbe creare un vero e proprio percorso coinvolgendo Foggia e gli altri centri pugliesi e lucani che furono “illuminati” da Federico, valorizzando ulteriormente ciò che resta ed è tangibile, e ricostruendo attraverso la luce ciò che non c’è più. Oltre che Foggia, un altro posto che si presterebbe molto ad un intervento del genere è Castel Fiorentino, dove l’imperatore esalò l’ultimo respiro. Visto che sorge sulla sommità di una collina, di notte sarebbe visibile da lontano, sarebbe qualcosa di magico, anche perché il bello di queste creazioni di luce è che sono visibili dopo il tramonto, danno un senso diverso alla notte.Affiancato da un serio piano di marketing, un progetto del genere potrebbe diventare un formidabile attratto turistico e culturale, data l’evidente valenza internazionale che ha il personaggio di Federico II, e potrebbe aiutare la comunità a ritrovare il suo passato, la sua vocazione fridericiana.Il nostro futuro dovrebbe ripartire proprio da questo: dal racconto della nostra storia.” Particolare apprezzamento per l’idea illustrata da Romano Baratta è stato espresso dall’organizzatore del meeting, nonché presidente dell’aps “Per il meglio della Puglia”, Piero Gambale: “Un itinerario svevo affidato alla luce, che colleghi e metta in rete le diverse località e le diverse tracce fridericiane, dal palazzo imperiale di Foggia, a Castel Fiorentino a Torremaggiore, alla Fortezza di Lucera, potrebbe rappresentare un grande investimento di futuro per tutta la Capitanata e per la Puglia”.Geppe Inserra[Nella foto che illustra il post, Romano Baratta e un suo progetto di illuminazione del provano della villa comunale di Foggia]