ESCLUSI E PARITÀ DI GENERE, IL TAR LASCIA INVARIATO IL CONSIGLIO REGIONALE
Per il momento niente cambia nei seggi del consiglio regionale. Il Tar Puglia ha rigettato i primi tre ricorsi per i quali si è già pronunciato nel merito, quelli di Italia in Comune e Senso Civico sulla soglia di sbarramento al 4 per cento e quello di otto associazioni femministe che chiedevano di sollevare la questione di legittimità costituzione sulla mancata esclusione delle liste che non rispettavano la proporzione di genere, Forza Italia e Puglia Domani. I quattro ricorrenti di Italia in Comune – Francesco Crudele, Paolo Pellegrino, Rosario Cusmai e Piero Bitetti – contestavano il calcolo del 3,49 per cento dei voti validi che, non superando la soglia di sbarramento del 4 non ha loro consentito di ottenere un seggio in consiglio. Per quanto riguardai sei candidati di Senso Civico-Un nuovo Ulivo per la Puglia – Ernesto Abaterusso, Cosimo Borraccino, Luigi Giorgione, Alfonsino Pisicchio, Giuseppe Tanzarella e Sabino Zinni – contestavano il verbale dell’ufficio centrale elettorale secondo il quale la lista «ha riportato la percentuale di voti validi del 3,76 per cento escludendola dall’assegnazione dei seggi», ritenendo invece che avesse «superato la soglia del 4» e che quindi «ha diritto a concorrere al riparto dei seggi». Le motivazioni di questi due rigetti da parte dei giudici amministrativi non sono ancora state depositate. «Abbiamo il dovere di andare avanti nella nostra battaglia giudiziaria, rivolgendoci al livello giurisdizionale più alto, sicuri che le nostre ragioni saranno ascoltate», commenta il coordinamento di Senso Civico. Il Tar ha anche rigettato, «perché infondato», il ricorso sulla questione di genere. I giudici ricordano che «dalle norme costituzionali emerge l’affermazione di principi di ordine generale, la cui attuazione concreta è rimessa alla discrezionalità del legislatore ordinario. Non può essere, cioè, intesa nel senso di imporre nel dettaglio le modalità del rispetto delle cosiddette quote rosa nel sistema elettorale regionale». I giudici, quindi, ammettono che le due liste di Fi e Puglia Domani «non hanno rispettato la proporzione di genere tra le candidature in alcune circoscrizioni», ma «non vi è alcuna norma, statale o regionale, che impedisca a quelle liste di partecipare alla competizione elettorale». «La battaglia per le donne pugliesi continua, ora si va al Consiglio di Stato. Noi non molliamo», fanno sapere le avvocate Veralisa Massari e Marida Dentamaro. I giudici hanno poi accolto i ricorsi di due candidati non eletti, Tommaso Gioia della lista Con Emiliano e Cosimo Miccoli della lista Lega Salvini Puglia, ordinando che entro 60 giorni le prefetture di Brindisi e Lecce procedano con il riconteggio dei loro voti validi. Si tornerà dinanzi al Tar per le udienze di merito il prossimo 8 luglio. È tutto rinviato al 3 marzo e al 5 maggio, invece, per la discussione degli altri sette ricorsi presentati sul premio di maggioranza. Isabella Maselli repubblicabari