FLASH MOB E RICORSI AL TAR GENITORI UNITI CONTRO LA DDI «DENUNCEREMO LA REGIONE». DA MESAGNE A TRIGGIANO, DA BARI A SAN PIETRO VERNOTICO, DA PRESICCE A LEVERANO, DA VIESTE A BARLETTA E CAPURSO, E ALTRI COMUNI.
Ingresso degli studenti in una scuola durante il primo giorno del nuovo dpcm, Roma, 26 ottobre 2020.ANSA/ALESSANDRO DI MEOUno tsunami si è abbattuto sul mondo della scuola pugliese, travolgendo migliaia di famiglie. Dal giorno in cui è stata emanata la nuova ordinanza regionale che stoppa le lezioni in presenza fino al prossimo 5 marzo, si moltiplica il dissenso contro una decisione ritenuta ingiusta dalla maggior parte dei genitori, soprattutto quelli che lavorano e non possono lasciare a casa i loro figli, specie se si tratta di bimbi piccoli. Un provvedimento, quello del governatore Michele Emiliano, arrivato sabato pomeriggio, che ha mandato in tilt anche i presidi che non hanno fatto in tempo – considerata la domenica di mezzo – a mettere in pratica ciò che prevede il dispositivo, disponendo così che ieri tutti gli alunni seguissero le lezioni da casa in Dad, in modo da guadagnare un po’ più di tempo per riuscire ad incastrare le diverse tessere del puzzle, dopo aver convocato consigli di classe, collegi docenti e consigli di istituto straordinari per stabilire i criteri con cui ammettere in presenza gli studenti che si trovano in situazioni «non affrontabili» come recita, appunto, l’ultima ordinanza. Insomma, non c’è pace per la scuola: da settembre ad oggi è stata una continua battaglia che ha sfiancato tutti, soprattutto i bambini e i ragazzi sempre più disorientati da quello che accade intorno a loro, inspiegabile il più delle volte. Ma stavolta le famiglie sono più determinate che mai. Lo hanno dimostrato ieri con molteplici sit in organizzati davanti ai cancelli chiusi di tutte le scuole della Puglia: da Mesagne a Triggiano, da Bari a San Pietro Vernotico, da Presicce a Leverano, da Vieste a Barletta e Capurso, e altr comuni. Una mobilitazione accompagnata da cartelli del tenore «Non si contrappone il diritto alla scuola al diritto alla salute”, “La scuola si cura non si chiude”, “Dad, Ddi: basta! È solo caos” e da flash mob coreografici, come quello che ha visto i genitori depositare gli zaini davanti agli ingressi degli istituti sbarrati. E altre manifestazioni sono state annunciate per domani e dopodomani. L’obiettivo è spingere alla riapertura delle scuole. «Per l’ennesima volta – incalzano i rappresentanti del coordinamento “Priorità alla Scuola” – si richiudono le scuole. Ancora una volta le istituzioni regionali, col beneplacito dei sindacati confederali, scaricano le loro responsabilità sulla scuola, abbandonandola a sé stessa. Ancora una volta si utilizza la scuola per nascondere il fallimento della gestione sanitaria della pandemia. Dopo un anno nessun numero ufficiale è stato presentato dalla Regione sui contagi derivanti dalla scuola. Nessun piano operativo serio è stato reso pubblico affinché si potessero rafforzare i trasporti, tracciamenti, tamponi a scuola. Nessun intervento per la medicina di base e territoriale è stato definito». Di qui l’intenzione annunciata di una manifestazione davanti alla sede della presidenza della Ragione domani pomeriggio, in qualche modo coordinata con l’altro movimento “La scuola che vogliamo”, che annuncia invece un presidio in piazza Libertà a Bari per oggi con una richiesta pesante: il commissariamento degli organi regionali. «Ad un anno dalla prima chiusura delle scuole le istituzioni regionali pugliesi – incalzano i responsabili del movimento “Priorità alla Scuola” – continuano a disgregarci, stremarci. Addirittura costringono molti, soprattutto donne, ad abbandonare il lavoro per prendersi cura dei propri figli durante la Dad». «Denunceremo la Regione Puglia per violazione dei diritti dei minori ai tribunali internazionali – gli fa eco il comitato “Le scuole che vogliamo” – con l’augurio che nel frattempo il governo impugni l’ordinanza regionale». Contestualmente al dissenso è arrivato anche il primo ricorso contro l’ordinanza che rappresenta una «compressione del diritto fondamentale all’istruzione con una «oggettiva ricaduta delle misure adottate sulla crescita, maturazione e socializzazione degli studenti, obiettivi propri dell’attività scolastica, che risultano vanificati senza alcuna possibilità di effettivo ristoro» scrive l’avvocato Luisa Carpentieri nel ricorso presentato al Tar Puglia, per conto del Codacons Lecce e di un gruppo di genitori, in cui si chiede l’annullamento previa sospensione della sua efficacia, del provvedimento di Emiliano. presidente della Regione, ancora una volta terrorizzato da un potenziale aumento esponenziale dei contagi nelle scuole che ad oggi non ha ragione di esistere legge nel ricorso – ha stabilito la chiusura totale di tutte le scuole senza alcun riguardo alle evidenze epidemiologiche, quanto meno, senza esplicitare i motivi epidemiologici secondo i quali, all’interno di una regione gialla, l’unica attività di rango costituzionale che non possa essere effettuata in presenza è la scuola». Intanto, sindacati dei lavoratori della scuola, sempre ieri, hanno chiesto la convocazione di un tavolo urgente all’assessore all’Istruzione Sebastiano Leo, per parlare di presìdi sanitari nei plessi scolastici, con il team di Toss Covid e di tempistica rispetto alle vaccinazioni del personale docente e Ata.Maria Claudia Minerva