Il Gargano disse che

Puglia a rischio desertificazione: con le reti si perdono montagne d’acqua Pubblicato il 16 Settembre 2021


Puglia a rischio desertificazione: con le reti si perdono montagne d’acqua Pubblicato il16 Settembre 2021Categorie Tags   
 Calore insopportabile e spesso fuori stagione, ghiacci che si sciolgono, mutamenti climatici, estinzione delle specie migratorie, ma nessuno o pochi parlano degli sprechi enormi in natura di beni preziosi per l’uomo. Tanto per restare in loco, in Puglia causa le reti colabrodo, si perde 1 litro di acqua su 2, un lusso che non ci si può permettere in una situazione in cui con l’emergenza Covid l’acqua è centrale per garantire l’approvvigionamento alimentare in uno scenario globale di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti e speculazioni che spingono la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazioni. E’ quanto ha affermato Coldiretti/Puglia, in occasione dell’iniziativa COP26 organizzata dal CIHEAM di Bari sull’acqua, i cambiamenti climatici e il cibo “Youth 4 Climate” on “Water Security and Food Security nexus: the Challenge of Climate Change”. “In Puglia le aree a rischio desertificazione sono pari al 57% del territorio regionale per i perduranti e frequenti fenomeni siccitosi, dove per le carenze infrastrutturali e le reti colabrodo viene perso l’89% della pioggia caduta. Servono interventi infrastrutturali per non disperdere l’acqua piovana e manutenzione ordinaria e straordinaria di canali di scolo, invasi e reti irrigue, abbandonati a sé stessi da decenni”, ha chiarito Pietro Piccioni, direttore Coldiretti della Puglia. E gli agricoltori? Stanno facendo la loro parte con un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico, però non basta mai. Infatti in Puglia oltre il 52% dell’irrigazione è “a goccia” e con “micro irrigazione”, prova del continuo sforzo per il risparmio dell’acqua che, però, mal si coniuga con le perdite lungo la rete distributiva dei Consorzi di Bonifica commissariati. “La ventennale situazione di commissariamento dei Consorzi di Bonifica – ha insistito Piccioni – non ha consentito i necessari ammodernamenti strutturali ed infrastrutturali, con evidenti carenze in termini di servizio ad un’agricoltura moderna ed evoluta che ha anche necessità di cambiare i propri ordinamenti colturali per rispondere alle esigenze dei mercati nazionali ed internazionali”. Insomma, i giovani stanno sempre più scegliendo l’agricoltura di precisione come migliore e più efficace sistema di gestione delle risorse aziendali, evitando lo spreco di acqua e, al contempo, finalizzando i mezzi tecnici “proprio dove servono” nelle quantità giuste ed al momento opportuno. Insiste l’associazione pugliese di categoria: “La richiesta che proviene dai giovani agricoltori è anche la differenziazione dei periodi di distribuzione irrigua – ha aggiunto Piccioni – con l’anticipo dell’apertura degli impianti e con l’intercettazione di nuove utenze per l’irrigazione degli ortaggi autunno-vernini, con conseguente tariffazione differenziata. Oltre alla quantità d’acqua, è necessario che sia assicurata la qualità dell’acqua che ha, come diretta conseguenza, la sicurezza alimentare”. La presenza di numerosissimi pozzi privati, collettivi e non, alimenta oltre il 75% dell’irrigazione della Puglia, dove è difficile il controllo sia delle quantità emunte dalla falda che, in molti territori, registra la presenza di acqua di mare – denuncia infine Coldiretti/Puglia – dannosissima per le colture, sia della qualità dell’acqua utilizzata che potrebbe presentare residui di metalli pesanti o contaminazioni da acque grigie.  Francesco De Martino