Il Gargano disse che

Le storie della tradizione della terra di Bari nei “Racconti Peuceti” di Francesco Spilotros Un lavoro di raccolta e trascrizion


Le storie della tradizione della terra di Bari nei “Racconti Peuceti” di Francesco Spilotros Un lavoro di raccolta e trascrizione che dura da anni, quello del maestro di scuola elementare di Mola di Bari che ha lo scopo, con i suoi racconti, di insegnare soprattutto ai più piccoli     
  179255 Aprile 2022 di Gennaro Del Core   Venticinque racconti popolari che risalgono a prima dell’Impero Romano. Ecco perché il libro di Francesco Spilotros, edito dall’associazione “Centro Aiuto alla Vita”, si chiama “Racconti Peuceti”. Perché vuole riprendere il nome degli abitanti della terra di Bari di più di duemila anni fa. Si tratta di storie tramandate di generazione in generazione, dai tempi in cui le persone si riunivano davanti al fuoco alla sera ma che sono sopravvissute anche a internet e alla digitalizzazione. Un lavoro di raccolta e trascrizione che dura da anni, quello di Francesco Spilotros, maestro di scuola elementare a Mola di Bari, e quindi abituato a insegnare ai bimbi, appassionato di storia e tradizioni locali. Ed è proprio questo lo scopo di quelle storie, insegnare soprattutto ai più piccoli. «Tutto è cominciato da un Ferragosto anomalo. Ero malato e mentre tutti gli altri erano in campagna a godere della giornata mi misi in casa a riscrivere le prime storie. Da lì non mi sono più fermato e alla fine ne ho raccolte ben venticinque. Si tratta di racconti che hanno anche qualche variante territoriale ma che sono comuni un po’ in tutta la provincia». Ed effettivamente, soprattutto alcuni personaggi, come il celeberrimo Mizzcùl di Bari che a Mola diventa Trecùl, vengono riproposti nelle storie popolari anche di città diverse e lontane. «Nella fattispecie – spiega il maestro Francesco – si tratta di una storia che invita le bambine a diffidare degli sconosciuti. Una storia triste che finisce con una bambina che viene mangiata ma l’intento era un altro. I nostri nonni raccontavano dell’uomo nero non per spaventare ma per mettere in guardia, soprattutto i più piccoli, dai rischi della vita». Il libro è arricchito dalle illustrazioni della disegnatrice Teresa Spagnuolo mentre, grazie ad un QR code, è possibile ascoltare le video letture dell’insegnante Lucia Fiume. Modalità moderne per tramandare saperi antichi.