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“Il Gargano, motore del turismo di Puglia”, la lucida analisi di Gino Notarangelo (Federalberghi) Il Ago 10, 2022


“Il Gargano, motore del turismo di Puglia”, la lucida analisi di Gino Notarangelo (Federalberghi) Il Ago 10, 2022  112Condividi 
foto: Matteo Nuzziello  La «Montagna del Sole» resta una delle mete turistiche più frequentate della Puglia e d’Italia, il promontorio circondato dal mare resiste nel complicato contesto attuale, segnato da crisi economica, inflazione, Covid, difficoltà a trovare lavoratori stagionali. Sul Gargano il flusso dei turisti scorre senza soluzione di continuità, con certezze che si mantengono immutate e sfumature che variano rispetto al recente passato.Mentre Ferragosto si avvicina, è tempo di primi bilanci. «Siamo soddisfatti, contenti di come stanno andando le cose – dice Gino Notarangelo, presidente di Federalberghi Foggia e titolare del Gattarella Resort a Vieste -.  C’è stato un buon avvio, con entusiasmo, voglia di ripartire. Poi, il rialzo dei contagi ha determinato una nuova fase che abbiamo dovuto gestire, con annullamenti all’ultimo momento, e prenotazioni in extremis. Camere che in passato venivano occupate subito, adesso magari ci vengono richieste a stagione in corso. Ma, al di là di questo, ci sono buoni motivi per continuare ad impegnarsi in questo settore e guardare con fiducia al futuro. La nostra struttura si è specializzata nel turismo per famiglie e bambini, crediamo di aver fatto la scelta giusta».Il Gargano, anche quest’anno, è la locomotiva del turismo in Puglia?Per i dati ufficiali è presto, li avremo al termine della stagione. Credo che verranno fuori numeri non molto distanti da quelli del 2021, quando Vieste è stata la regina della regione per presenze: quasi 2 milioni. Rispetto al Salento abbiamo meno strutture turistiche ma molti posti letto in più. In provincia di Foggia non ci manca nulla: abbiamo sole, mare, montagna, laghi, siti culturali e religiosi.C’è un problema caro prezzi sul Gargano?Non direi. Ritocchi in linea con il resto della Puglia e delle altre regioni. Non capisco come in Inghilterra, secondo l’analisi del Post Office, si possa dire che la Puglia è tra le mete più care al mondo. È ridicolo. Questo periodo ricorda quello di quando passammo dalla lira all’euro, nessuno lo nega: le difficoltà per le famiglie ci sono, specie quelle con redditi più contenuti. Ma l’offerta turistica sul Gargano è varia e per tutte le tasche: si va dai campeggi ai resort>.Anche a Vieste, Peschici e nel resto del Gargano si fa fatica a trovare lavoratori stagionali?«Come ovunque, da Livigno a Mazara del Vallo. E al di là delle polemiche legate al reddito di cittadinanza, che resta uno strumento utile a mio parere, e da potenziare per chi ne ha davvero bisogno, non per chi ne approfitta per starsene a casa a non far nulla o per lavorare nell’illegalità. C’è stata un’era pre-Covid e un’epoca, adesso, post Covid. La pandemia ha cambiato completamente lo scenario, il nostro approccio alla vita e al tempo libero, per cui è sempre più difficile trovare persone disponibili a lavorare per soli 4 mesi, nonostante gli imprenditori siano disposti a tutto, sul piano economico, pur di reperire il personale che serve. A questo va aggiunto che siamo un Paese vecchio, dove si fanno pochi figli e quindi anche nel mondo del lavoro non c’è il ricambio necessario. È un periodo storico in cui dobbiamo trovare un nuovo equilibrio».La criminalità nel Foggiano incide nello sviluppo del settore turistico?«Non più che in altre aree della Puglia e del Sud, se penso ad esempio agli arresti dei giorni scorsi a Bari per estorsione ad un imprenditore del settore ricettivo. A Vieste c’è un’associazione antiracket che funziona, è un esempio. Bisogna denunciare se si ha a che fare con pressioni o minacce mafiose, solo così ci si sente davvero liberi».L’imminente riapertura dell’aeroporto di Foggia può far decollare anche l’economia della Capitanata e il turismo?«È una grande opportunità per tutti, che dobbiamo saper cogliere. Può segnare davvero la svolta per il nostro territorio, può aiutarci a intercettare turisti anche nel periodo invernale, puntando sui percorsi culturali, religiosi ed enogastronomici, visite ai frantoi e alle cantine. Bisogna fare squadra, i Comuni devono collaborare tra di loro. Finora eravamo tagliati fuori: per certe fette di mercato, quando non sei raggiungibile entro un’ora e mezza sei invendibile».Altre idee per il futuro?«Oltre a puntare sull’aeroporto, è necessario rivedere con la Regione la programmazione turistica: siamo in attesa da sette anni. Un nuovo sistema di promozione della nostra regione può aiutarci a rafforzarci, a farci conoscere di più e meglio anche all’estero».Raffaele Fiorella – La Gazzetta del Mezzogiorno