Il Gargano disse che

Antonella Moffa, la forchetta ribelle: foodblogger foggiana fra tradizione e innovazione di Alessandro Galano 7 Febbraio 2023


Antonella Moffa, la forchetta ribelle: foodblogger foggiana fra tradizione e innovazione
Elegante, insolita. Qualche volta pop. “La forchetta ribelle” è così, lo dice la sua “bio”: un’appassionata di cucina a 360 gradi diventata un punto di riferimento per gli amanti della buona tavola. In Puglia e, in particolare, in Capitanata. Una food blogger che risponde al nome di Antonella Moffa e che, nel 2018, decide di dare un seguito a ciò che ha sempre fatto. «Scoprire nuove realtà culinarie e fotografarle – rivela – è ciò che faccio da tempo. Così ho pensato che poteva essere di aiuto anche ad altri: sulla mia pagina consiglio luoghi in cui andare a cena, ma suggerisco anche ricette e preparazioni, talora lasciandomi ispirare dalla stagionalità, talaltra azzardando ingredienti particolari». Come lo spaghetto con il riccio di mare che rappresenta una sua grande passione, vero termine di confronto tra i vari ristoranti. O come il sushi, sempre più diffuso e articolato, declinato anche in versione “crudo di mare”, com’è noto da queste parti. Senza trascurare la “mise en place”, la decorazione della tavola, «Poiché – come dice – mi piace il bello e vi presto sempre molta attenzione».Moltissime le esperienze pugliesi fotografate in questi anni, tanto con l’obiettivo che con il palato. Ma altrettante anche quelle vissute fuori dai confini regionali, nei ristoranti stellati e all’estero. «I viaggi – aggiunge – hanno arricchito il mio bagaglio culturale, penso alle esperienze alle Mauritius oppure in Francia, ad esempio, dove ho potuto assaporare prodotti e piatti insoliti, provando poi a mescolarli con la nostra tradizione». Già, la tradizione. «Essere food blogger in una regione in costante evoluzione turistica è senz’altro una fortuna. Tuttavia, nonostante le tante risorse – spiega – la Capitanata è un po’ indietro rispetto a Bari o al Salento, anche in termini di comunicazione. Molti ristoratori non hanno ancora colto le potenzialità dei social».