Il Gargano disse che

L'allarme degli stoccatori materie prime: "Da due settimane non riusciamo a vendere il grano dei nostri agricoltori


L'allarme degli stoccatori materie prime: "Da due settimane non riusciamo a vendere il grano dei nostri agricoltori" È quanto dichiara il presidente dell'Usmp-Confcommercio: "Non riusciamo a vendere il grano del nostro territorio se non proponendolo con un notevole ribasso rispetto al presso del listino della Borsa Merci di Foggia"
Immagine di repertorio (LaPresse)
Ascolta questo articolo ora... “Siamo sulla stessa barca, noi e il mondo agricolo: è da 15 giorni che non riusciamo a vendere il grano del nostro territorio se non proponendolo con un notevole ribasso rispetto al prezzo del listino della Borsa merci di Foggia”, è questo il grido di allarme di Lello Vocale, presidente dell’Unione stoccatori materie prime di Confcommercio Foggia.“C’è stanchezza nel nostro settore soprattutto perché sono settimane che veniamo additati come speculatori, ma la realtà è che nei porti ci sono tantissime navi cariche di grano straniero e questo determina un’offerta inaspettata che sta deprezzando il grano del territorio. È molto strano che una nazione come la Turchia, che si è sempre comportata principalmente da importatrice, incrementi l’export in un anno di oltre il 900% come ci confermano i dati Aretè aggiornati al 31/12/23", evidenzia Vocale.  "Vogliamo ricordare a tutti che noi vendiamo un servizio agli agricoltori, che è molto articolato e ormai economicamente insostenibile, visto come va il mercato. Purtroppo non siamo noi che decidiamo quando vendere il grano che abbiamo accolto nei nostri silos a prezzo da determinarsi, l’ordine di vendita ci viene dato dal produttore quando decide lui. Non è quindi la nostra la responsabilità di certe dinamiche dei prezzi. Il mio rammarico maggiore - conclude Vocale - è vedere gli attori della filiera ognuno guardare al proprio interesse, invece di creare sinergie per la realizzazione di progetti che potrebbero creare valore per un territorio da millenni vocato alla cerealicoltura e così contribuire a rafforzare il vero Made in Italy agroalimentare”, ha concluso Vocale.