Il Gargano disse che

Manfredonia, Legambiente: ritrovamento ‘Tartaruga verde’


Manfredonia, Legambiente: ritrovamento ‘Tartaruga verde’ in basso AdriaticoPDF | Stampa | E-mailmartedì 19 maggio 2009 19:30                                                                          L’esemplare, intercettato a largo d Mattinata da un pescatore, è stato già  affidato al ‘Centro di Recupero Tartarughe marine’ di Legambiente nell’oasi di Lago Salso Manfredonia – Pescato, accidentalmente, in questi giorni, da un pescatore di Manfredonia, un esemplare di ‘tartaruga verde’, Chelonia mydas. L’esemplare marino, pescato a largo della costa di Mattinata, è stato già  affidato al ‘Centro di Recupero Tartarughe marine’ di Legambiente nell’oasi di Lago Salso, nel parco nazionale del Gargano. Lo rende noto Legambiente tramite un comunicato. “L’esemplare è stato ritrovato nella rete da strascico durante una battuta di pesca dal pescatore che ha immediatamente avvisato e consegnato l’esemplare alla Capitaneria di Porto di Manfredonia – racconta Giovanni Furii, responsabile scientifico del Centro di recupero tartarughe marine di Manfredonia -. La Tartaruga, che pesa 4,5 Chilogrammi, è lunga 33,5 centimetri e larga 31,3 centimetri si trova al CRTM per essere sottoposta a tutte le indagini necessarie a valutarne le condizioni di salute e per le attività di ricerca”. “Il ritrovamento di esemplari di Chelonia mydas – prosegue Legambiente - è un evento piuttosto raro nel Mediterraneo. Secondo dati pubblicati dalla Regione Puglia nel decennio 1996-2006 sono stati segnalati solo 12 esemplari appartenenti a questa specie lungo le coste pugliesi. I Centri di Recupero della rete Tartanet hanno censito solo due esemplari di Chelonia mydas nel periodo 1999-2009 (Gallipoli Lecce 2008 - Loano Savona 1999)”. “Questo ritrovamento – commenta Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette di Legambiente - è la prova di quanto sia utile il lavoro fatto in questi anni dal CRTM di Manfredonia, che negli anni è divenuto un punto di riferimento delle marinerie del basso Adriatico le quali sono ormai parte attiva della strategia di recupero e conservazione delle tartarughe marine. Qualsiasi strategia si voglia mettere in atto nel nostro Paese per la conservazione delle tartarughe marine - aggiunge Nicoletti - non può non tener conto dell’apporto e del coinvolgimento di tutti gli attori del territorio, e dei pescatori in primis, oltre che degli enti di ricerca e delle associazioni”. L’esemplare di Chelonia mydas è la 138-esima tartaruga marina recuperata dal CRTM di Manfredonia dal 2007 a oggi. Considerando anche gli esemplari ritrovati morti sono in totale 181 le tartarughe marine censite dal Centro. La Chelonia Mydas, spiega l’associazione nella nota, “vive nei principali oceani della Terra e raramente è stata osservata lungo le coste africane del Mediterraneo, sembra infatti preferire le acque più fredde del nordeuropa. Può raggiungere 300 Chilogrammi e 1 m e mezzo di lunghezza del carapace che solitamente presenta un colore verde-bruno con disegni e marmorizzazioni degli scudi, mentre il piastrone è molto chiaro. Vive nella fascia litoranea, ma in occasione della migrazione periodica verso le zone di deposizione, può spingersi in mare aperto compiendo spostamenti anche di 2000 chilometri”. (IlGrecale/Mf01)