Il Gargano disse che

TUTTO PRONTO PER LA RIEVOCAZIONE STORICA DELL'ECCIDIO DI DRAGUTH


    venerdì 29 maggio 2009Sarà un week-end… storico per Vieste quello che inizia domani. In questi due giorni, infatti, nella cittadina del Gargano, che ammalia e affascina sempre più richiamando a sé cordate di vacanzieri d’ogni parte, sarà rievocato l’eccidio della “Chianca amara”, la roccia che nel luglio del 1554 rosseggiò di sangue viestano a seguito dell’incursione del temibile pirata turco Draguth rais.
Organizzata dall’Assessorato Turismo e Cultura del Comune di Vieste, con la collaborazione della Compagnia dell’Arte Teatrale Coclea di Chieri (To), la rievocazione storica, la prima nel suo genere a Vieste, vedrà la partecipazione di circa 250 personaggi, tra attori professionisti e figuranti, la maggior parte dei quali appartenenti alle varie associazioni culturali, sportive e ludiche cittadine. Nell’affascinante centro antico cittadino si assisterà, dunque, alla rievocazione del borgo nell’epoca cinquecentesca che trae spunto da un fatto storico.Nel luglio del 1554, Draguth Rais arriva a Vieste non per una spedizione mirata ma spinto da una violenta tempesta. Egli, che non lasciava mai niente di intentato, non esita ad usare sistemi terribili pur di affermare la sua autorità. Ancorate le settanta galee presso lo scoglio di S. Eugenia e alla punta del Corno, fa sparare novecentosettanta colpi di cannone contro le mura della città e contro il castello. La popolazione, sorpresa e terrorizzata, si rifugia nella cattedrale e nel castello ed il governatore trasmette subito la notizia alle autorità provinciali. Queste, però, operano con molta lentezza; solo Nicolantonio Dentice, signore di Monte S. Angelo, accorre con un manipolo di uomini che ha a suo servizio ma ne rimane mortalmente ferito. A nulla vale anche la maledizione di un tal canonico Nerbis, che cerca di patteggiare la resa della città dietro consegna di oro e d’argento. Anch’egli sarà impiccato.Abbattute le mura, i pirati si danno a saccheggiare case, ad uccidere e rapire persone con inaudite efferatezze, specie nel luogo della “Chianca amara”, nei pressi della cattedrale, ove, come vuole la tradizione, inabili, anziani, donne, bambini e sacerdoti vengono trucidati. Uomini validi e giovani donne, invece, vengono trascinati sulle navi con violenza per essere tratti in schiavitù o diventare oggetto di commercio. La decimazione di centinaia di persone fra uccisi e deportati suscitò commozione e rabbia in tutta Italia.