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Il tifoso pro-Cassano: «Io, un finto Superman quello vero è Antonio»


Il tifoso pro-Cassano:«Io, un finto Superman quello vero è Antonio»
MILANO - «Guagliò, tu sì pazzo»: Mario Ferri è un difensore centrale, e dal numero 1 al mondo del suo ruolo - Fabio Cannavaro - l’altra sera gli è arrivata questa sgridata quando ha invaso il campo di Italia-Olanda vestito da Superman e con la scritta «Cassano in nazionale». Catersport, la trasmissione di Radio- Due Rai, ha scovato il 22enne invasore di Montesilvano mentre finiva la sua prima partita da titolare con l’Elicese. «L'avevo promesso agli amici, doveva essere al 20' e invece ho anticipato e al 5', quando la palla è uscita mi sono lanciato fra una telecamera della Rai e uno stewart che però era girato e non poteva fermarmi. Questa nazionale non ha fantasia, come si fa a non chiamare Cassano? Io sono un falso Superman. Quello vero è lui», ha detto. «Il Sudafrica? Magari ci vado, e vestito da Superman porto anche bene alla nazionale», ribadisce Mario Ferri, che con Cassano ha qualcosa in comune, fatte le debite distanze: a dicembre dello scorso anno fu ceduto dal Pineta Nova, dove «era indisciplinato», come dice il suo presidente d’allora, Mario Murri: tradotto, non sempre si presentava all’allenamento e quando c'era lo prendeva sotto gamba. 
«Ammetto, quello è stato un anno difficile - dice il 'Superman' cassaniano - Avevo provato in serie B svizzera con il Nyon, per problemi fisici non era andata. Sono un difensore veloce, il mio soprannome è «Falco», l’idolo Alessandro Nesta». Ma cosa è successo in campo quando è entrato?: «Ero arrivato a bordo campo grazie a un amico temporaneamente in carrozzella per un incidente: gli amici non credevano che avrei avuto il coraggio - racconta Ferri - Lippi mi ha guardato, fidatevi, anche se è vero che si era tolto gli occhiali. Io gli ho gridato: convocalo! Ma lui mi sembra Mourinho, certe domande non gli si possono più fare...». Ferri ha poi svelato che quella non è stata la sua prima invasione, visto che ne aveva già fatta un’altra tre anni fa in occasione di una partita del Pescara. Sempre invasioni assolutamente pacifiche. «Non sono un delinquente!», ha precisato. Le forze dell’ordine al termine dell’invasione di campo lo hanno identificato, come prevede la procedeura. E Marcello Lippi? Per lui il capitolo Cassano sembra definitivamente chiuso, ma la voglia di vedere l’attaccante della Samp in nazionale è diventato un surreale fenomeno di costume. Il ct ci ride sopra: «Cosa volete che vi dica, non me ne frega nulla - ha detto LIppi -. Se una importante trasmissione satirica nazionale dice che un giocatore ha dato un pugno a mio figlio e un tizio vestito da superman entra un campo con una scritta sulla maglia, io ci rido sopra. Sono cose che non disturbano e non condizionano. Tanto rimangono l’amiche - vole di mercoledì, e quella di marzo, poi si vola in Sudafrica. Se poi c'è qualche superman anche lì...».