Il Gargano disse che

Visite a domicilio a pazienti morti: denunciati medici


Visite a domicilioa pazienti morti: denunciati medici
 
di Maristella Massari TARANTO - Pur non avendo mai messo piede fuori dal loro studio, alla Asl di Taranto inviavano i certificati con cui attestavano l’avvenuta visita domiciliare di controllo, effettuata periodicamente a casa dei pazienti disabili e invalidi civili. E la Asl, nei tempi previsti, liquidava le loro prestazioni pagando fior di quattrini per le “trasferte”. Ma il meccanismo si è inceppato quando due sprovveduti medici della provincia di Taranto, ignari che quattro dei loro pazienti a domicilio fossero nel frattempo deceduti, hanno continuato ad inviare alla Asl i certificati per le loro prestazioni fantasma. Quando la direzione dell’azienda sanitaria locale ha incrociato i dati dell’elenco dei pazienti sottoposti a visite periodiche domiciliari con le fatture dei rimborsi, ha capito che i conti non tornavano più e ha denunciato tutto ai carabinieri. Sono stati i militari della compagnia di Taranto, guidati dal capitano Francesco Guzzo a portare a galla l’ennesima maxi-truffa ai danni del servizio sanitario nazionale e a denunciare i due imbroglioni con il camice bianco. Per aver certificato visite domiciliari a persone che erano morte, i due medici dovranno rispondere di truffa aggravata all’Azienda sanitaria locale. Le indagini, avviate dopo una segnalazione giunta alla direzione dell’Asl di Taranto, si sono concentrate sull’attività di due medici della provincia di Taranto che avevano attestato di aver fatto visite domiciliari a pazienti che, per le loro condizioni fisiche, non potevano muoversi. La questione finita sotto la lente degli investigatori sta nel fatto che, per quelle visite, i due medici dipendenti della stessa Asl, avevano percepito il compenso dovuto da parte del Servizio sanitario nazionale. Le indagini dei carabinieri hanno invece accertato che i due professionisti avevano certificato di aver fatto visite domiciliari a persone che erano già morte nelle date indicate nei documenti di visita. I due truffatori, sui quali la direzione dell’Asl ha avviato un procedimento disciplinare e uno amministrativo, oltre a restituire il denaro illecitamente percepito, potrebbero essere condannati ad una pena che va da 1 a 5 anni di reclusione e a una multa di 1032 euro. L’indagine dei carabinieri non è affatto conclusa. Gli investigatori hanno accertato la truffa ai danni del servizio sanitario nazionale per un periodo che va da febbraio del 2009 ad oggi. L’ammontare del raggiro è di diverse migliaia di euro. Ma i militari non escludono che del meccanismo possano far parte anche altri professionisti, o che, anche prima di febbraio 2009, i due medici lestofanti possano aver applicato lo stesso meccanismo anche ad altri pazienti disabili che necessitavano di cure e controlli domiciliari. L’episodio è, insomma, solo l’ennesimo tentativo di frodare una pubblica istituzione, sperando, come sempre, nell’impunità. È impressionante la serie di pagine nere che la sanità tarantina ha collezionato in questi ultimi anni. Dagli appalti truccati alle tangenti. Dagli arresti degli ex manager, alle fatture gonfiate. Dalle truffe sulle fustelle, agli stipendi d’oro. Fino ad arrivare alle morti sospette di Castellaneta. Un lungo elenco di scandali e mancanze che, a torto, finisce sempre sotto la stessa voce: malasanità.