Il Gargano disse che

Barletta, in arrivo una «bella» centrale a biomasse


 
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Barletta, in arrivouna «bella»centrale a biomasse
 
di PINO CURCI BARLETTA - Una centrale a biomasse alimentata con olii combustibili da realizzare nella zona merceologica di via Foggia nei pressi dell’erigendo «Green Village». La notizia trapela anche grazie ad un comunicato congiunto del Network per i diritti globali e del Movimento Mutualista ma, stranamente, non è stata mai resa nota dall’Amministrazione comunale per altri versi efficacissima nel comunicare ogni provvedimento con comunicati e anche manifesti. «Lo scorso 11 dicembre la giunta Maffei ha approvato, nel completo silenzio, un provvedimento a dir poco sconcertante per il nostro territorio - segnalano Alessandro Zagaria (Network per i Diritti Globali) e Francesco Scatigno (Movimento Mutualista) - Con il parere favorevole di tutti gli assessori presenti la giunta ha approvato la proposta presentata dalla ditta “Tre Tozzi Renewable Energy” spa di Mezzano, in provincia di Ravenna, di realizzare a Barletta una Centrale a Biomasse liquide di potenza totale pari a trentasette megawatt». La Tozzi è una holding che controlla varie società, tra le quali la Tozzi Sud che ha un impianto a Foggia, presso il quale lavora l’ing. Nicola Palmieri, barlettano, esperto di energie rinnovabili, presidente della sezione energie rinnovabili dell’Assindustria di Capitanata e qualche anno fa consigliere di amministrazione di nomina pubblica della Barletta servizi ambientali spa, al 72% di proprietà del Comune. «Dalla delibera di giunta si evince che la Centrale sarà realizzata nella zona denominata Green Village in prossimità di insediamenti produttivi - proseguono -. Nella delibera viene rimarcato il carattere prevalentemente industriale del nostro Comune cancellando quello che in tutti questi anni è stato affermato e cioè la vocazione culturale e turistica di questo territorio e lo si fa bypassando la cittadinanza a cui viene imposto un modello di sviluppo obsoleto e pericoloso. Entrando nel concreto della vicenda non si capisce cosa sarà bruciato all'interno della centrale a biomasse». «Possiamo affermare che le Centrali a Biomasse liquide in altri luoghi dove sono state richieste le autorizzazioni per la loro realizzazione, bruciano olii prodotti dalla lavorazione di vegetali - precisano inoltre Zagaria e Scatigno - Nella delibera emerge la difficoltà nell'approvvigionarsi sul territorio di tali combustibili con il rischio che in questa centrale possa essere bruciato olio di palma proveniente dall'estremo Oriente e dal Sud America (definito a" filiera lunga" che parte da lontano con navi cisterna per il trasporto dell'olio di palma) dove per coltivare questa pianta vengono sistematicamente distrutte le foreste del Borneo e dell'Amazzonia». «Dal punto di vista delle ricadute in termini ambientali e per la salute dei cittadini i rischi sono gravissimi perche gli olii vegetali sono ricchi di metalli, polveri e nano particelle. Queste polveri rilasciano un particolato molto fine, finissimo, che si comporta di fatto come un gas rimanendo in sospensione per decine di anni e può essere inalato, finendo nei nostri polmoni e nel sangue in 60 secondi». «Una scoperta recente condotta dall'Università di Lovagno in Belgio afferma che queste polveri producono malattie come cancri, ictus e infarti perchè riescono a depositarsi in tutti gli organi in 60 minuti. - proseguono Scatigno e Zagaria - Anche se si dovessero utilizzare filtri, questi agirebbero solo sulle polveri  filtrabili,cioè quelle che si formano dove c'è la combustione mentre quelle condensabili, che si formano subito dopo il filtro per condensazione delle sostanze organiche e sono in quantità prevalente, non vengono trattenute». «Poi ci sono quelle secondarie che si formano a chilometri di distanza e sono 7-8 volte maggiori delle prime. - si precisa inoltre - Quello che più sconcerta è che l'assessorato all'ambiente pone nei confronti dell'opera ridicoli accorgimenti riguardanti la realizzazione di una barriera verde con utilizzo di essenze di alto fusto». «Questo dimostra, se ancora c'è ne fosse bisogno, - concludono Scatigno e Zagaria - la mancanza di sensibilità per le politiche ambientali da parte dell'amministrazione Maf fei e soprattutto conferma che un partito come l'Italia dei Valori, di cui l'assessore all'ambiente Dibitonto fa parte, sulla carta si oppone a qualsiasi scempio ambientale ma nei fatti avvalla qualsiasi tipo di intervento. È chiaro che noi ci opporremo con forza a qualsiasi progetto di centrale a biomasse e lo faremo, a differenza dell'amministrazione, coinvolgendo la gente che rischia ancora una volta di subire un modello economico basato su un progetto di industrializzazione devastante per il nostro territorio e per la nostra salute». Insomma, una nuova inquietante attività «ecologica» grava su una città Barletta dove da anni opera l’inceneritore della Cementeria alimentato anche con materiali plastici provenienti tra l’altro anche dal napoletano (come ha dimostrato un recente, grave, incidente sul lavoro). Non solo, ma in città per anni si è respirata un’aria fetida prodotto di chissà quali attività mentre nelle cave dell’entroterra veniva scaricato di tutto. Episodi denunciati dai cittadini mentre amministratori e addetti ai controlli (pagati con i soldi dei cittadini) stranamente no.