Il Gargano disse che

Scandalo Sanità, 007: lavoravo per conto di Tarantini e «lady Asl»


Scandalo Sanità, 007: lavoravo per conto di Tarantini e «lady Asl»
 
BARI - I rapporti con l'imprenditore barese Giampaolo Tarantini e con l’allora direttore generale della Asl Bari Lea Cosentino, sono stati al centro dell’interrogatorio, durato oltre tre ore, a cui è stato sottoposto nel pomeriggio nella Procura di Bari l’investigatore privato Antonio Coscia. Questi agli arresti domiciliari, assieme a Cosentino, soprannominata dalla stampa lady Asl, dal 14 gennaio scorso nell’ambito dell’indagine sulla spy story della sanità pugliese. La vicenda è quella della bonifica degli uffici (della Cosentino e del funzionario della Asl Antonio Colella) per la quale la Procura ipotizza, a vario titolo, i reati di peculato e falso nei confronti di Cosentino, che dispose i controlli, di Coscia, che compì le bonifiche e per Colella, che liquidò all’imprenditore uno dei due compensi per complessivi 72.000 euro. A quanto è dato sapere, davanti ai pm Roberto Rossi e Teresa Iodice, Coscia ha parlato a lungo dei rapporti avuti con lady Asl, riferendo particolari fin'ora inediti e che dovranno essere verificati. In particolare, avrebbe riferito di favori che Cosentino gli avrebbe chiesto e che lui non avrebbe assecondato. Per quanto riguarda i rapporti con Tarantini, che saranno oggetto anche di un prossimo interrogatorio dinanzi ad altri pm, Coscia avrebbe riferito di aver lavorato per 'Giampì installando telecamere di sicurezza e verificando i sistemi informatici nelle sue aziende. Avrebbe poi escluso di aver bonificato da eventuali microspie le residenze e gli uffici dell’imprenditore barese. Infine ha escluso di aver pedinato l'allora assessore alla Salute della Regione Puglia Alberto Tedesco, ora senatore del Pd, contrariamente a quanto era scritto nel provvedimento cautelare.