Il Gargano disse che

Un foggiano su 2 è senza lavoro


Un foggiano su 2 è senza lavoro
 
di MASSIMO LEVANTACII più furbi sono quelli dell’edilizia. Ricordate il «durc»? Qualche anno sembrava l’unica via d’uscita per obbligare le imprese ad assumere regolarmente il personale. Il «documento unico di regolarità contributiva» permette infatti a Inps, Inal e Cassa edile di incrociare i dati forniti dall’im - presa e di esercitare un ferreo controllo sulla manodopera ingaggiata. Apparentemente nessun lavoratore in nero può annidarsi nei cantieri. Fedele a questa convinzione, la Cassa edile (l’ente di previdenza degli edili) canta vittoria: nel dicembre scorso il presidente Pino Di Carlo, pur ammettendo un calo di occupati dovuto alla crisi economica, garantiva: «Non c’è impresa che oggi non si sia messa in regola». Fatta la legge trovato l’inganno. E così si scopre oggi che le imprese edili, pur di ottenere il necessario documento (altrimenti niente appalti), dichiarano agli enti controllori di aver bisogno di meno manodopera di quanta ne avrebbero effettivamente bisogno. Solo che nessuno può contraddirle: come fa l’Inps o l’Inail a stabilire se per costruire un palazzo occorrono 50 o 100 operai? Così altro che «piena regolarità »: secondo i sindacati quel documento autorizza le imprese ad assumere «fino al 50% di personale in nero». Per questo oggi la Cisl si scaglia contro la legge regionale 28 voluta dal governo Vendola all’indomani dello scandalo dei braccianti extracomunitari dopo il polverone sollevato dall’Espresso. «Una legge di facciata - dice il segretario Emilio Di Conza - perchè non prevede gli indici di congruità settore per settore». Gli indici di congruità sono stabiliti sulla base delle dichiarazioni rese dagli stessi imprenditori. Per raccogliere un ettaro di pomodoro quanti braccianti occorrono? A questa domanda, ad esempio, risponde l’Inps sulla base della media-giornate denunciata ogni anno. Lo stesso dovrebbe valere per un cantiere, un negozio, o altro genere di esercizio. Insomma i dati sarebbero pure disponibili. Però se non vengono imposti per legge, nessuno può prenderli in considerazione. «Si autorizza in questo modo l’impresa a dichiarare il falso», osserva Di Conza. Ma se l’edilizia in città continua a essere un feudo forse irriformabile, in altri settori delle produzioni attive va anche peggio. L’identikit del lavoratore irregolare ha la faccia di molti giovani foggiani. Marco, addetto vendita di una concessionaria d’auto, dichiara di intascare uno stipendio di 1400 euro mensili. Ma occhio e croce ne prende la metà. Prendiamo Brunella, cassiera di supermercato: sulla sua busta paga figurano 1200 euro mensili, il datore di lavoro però prosciuga alla fonte circa la metà del reddito. E di casi come questi se ne potrebbero elencare centinaia. Anche loro appartengono al popolo degli «irregolari» - sfruttati perchè malpagati - sebbene tutti regolarmente assunti.Ma il caso limite di questo universo sempre più gonfio di storie di sfruttamento e indifferenza è rappresentato da tutti quei lavoratori, giovani e meno giovani, che invece nel sommerso sono sprofondati. A Foggia e in provincia dati ufficiali non ne circolano. Però sono moltissimi - «un lavoratore su tre», dice la Cisl - si aggirano come fantasmi nel mercato del lavoro locale. Passano da un datore all’altro, non hanno coperture assicurative nè previdenziali. Questi lavoratori abbondano nelle campagne, nel commercio (vedi specchio sotto) e nei servizi. Qualche mese fa ha fatto discutere il caso delle maestre d’asilo comunale senza stipendio perchè la società che si era aggiudicata l’ap p a l t o dal Comune con il massimo ribasso, aveva finito i soldi. Nonostante tutto gli enti locali continuano ad assegnare gli appalti al massimo ribasso. E’ così che il 52% dei foggiani - un lavoratore su 2 - risulta oggi ufficialmente disoccupato, pari a 125.837 esponenti della cosiddetta «popolazione attiva». Il sommerso taglia di 10-15 punti quella percentuale (un lavoratore su 3). Per i sindacati è lo specchio di un dramma sociale. Ma, in fondo, meglio consolarsi così.