Il Gargano disse che

Brindisi, nuove sfiammate dal petrolchimico e torna la paura per il fumo nero


Brindisi, nuove sfiammate dal petrolchimico e torna la paura per il fumo nero
di ANTONIO NEGRO Nuova ondata di sfiammate immediatamente seguite da nubi di di fumo scuro e denso, dalle torce dello stabilimento petrolchimico di Brindisi. Il fenomeno è tornato a ripetersi già da alcuni giorni, ma nella mattinata di ieri ha assunto connotati di particolare evidenza, al punto che sono giunte alla redazione de La Gazzetta decine di telefonate da parte di automobilisti che, ieri mattina, si trovavano a percorrere la strada statale 7 «Mesagne-Brindisi» quando hanno notato gigantesche lingue di fuoco levarsi da una delle ciminiere degli impianti brindisini. Un fenomeno purtroppo non nuovo che nella mattinata di ieri, per poter essere osservato così nettamente ed a tanti chilometri di distanza, deve probabilmente aver avuto origine in una ingente quantità di prodotto (propilene) inviato in torcia per la combu stione. Ciò che accade in questi casi lungo la linea di produzione del petrolchimico è dovuto all’attivazione di un sistema automatico di emergenza che - solitamente a causa di un difetto di ossigenazione durante il processo di trasformazione del propilene in polipropilene - procede alla eliminazione, tramite combustione in torcia appunto, dello scarto di produzione costituito dal prodotto non trasformato, ossia «difettato», e come tale non commerciabile. Uno scarto di produzione dunque che, se non trovasse sfogo attraverso la combustione in torcia, rischierebbe di mandare in pressione le condotte dell’impianto con rischi anche di esplosione. In ogni caso, alla base dei fenomeni più recenti di emissione di fumi dal petrolchimico - in atto da circa un anno e mezzo - c’è stato sempre un problema di alimentazione elettrica delle linee di produzione che, in seguito a ripetuti black-out , ha fatto si che il ciclo produttivo procedesse a singhiozzo generando ad ogni interruzione una certa quantità di prodotto imperfetto da «spedire» seduta stante in torcia attraverso l’attivazione del sistema di sicurezza sopra descritto. Quindi, ancora una volta, il fenomeno notato ieri da da centinaia di cittadini è quello scaturito da una procedura di sicurezza che, se da un lato serve a scongiurare guai peggiori (blocchi più prolungati o addirittutura rischi di esplosione), dall’altro provoca emissione inquinanti in atmosfera. In quel fumo scuro che segue le sfiammate, infatti, si annidano elementi nocive per l’ambiente e per la salute tra cui anche sostanze cancerogene come (solo per citarne alcune) le diossine e gli idrocarburi policiclici aromatici.