Il Gargano disse che

Maroni: con i turchi un accordo simil-Libia per fermare sbarchi clandestini in Puglia


Maroni: con i turchiun accordo simil-Libiaper fermare sbarchiclandestini in Puglia
BARI – Pochi giorni fa l'efficacia della politica anti-immigrazione del Governo Berlusconi (per esempio, sui respingimenti in mare e il suo accordo con la Libia) è stata messa in dubbio anche dalla Caritas, secondo cui gli sbarchi sono ripresi e le rotte stanno cambiando. Così oggi è sceso in campo il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che - al termine della riunione del comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza svoltosi a Palermo - ha magnificato i risultati ottenuti (gli sbarchi avrebbero registrato un «calo dell'88% rispetto alle 29 mila del periodo 1 agosto 2008-31 luglio 2009»). Secondo Maroni si tratta di «risultati significativi», giacché «dal primo agosto 2009 al 31 luglio di quest’anno sono sbarcate in Italia 3.499 persone». Poi il ministro ha spiegato che anche «l'accordo con la Libia funziona molto bene». Per lui l'unica breccia nella "blindatura" è il territorio pugliese dove, attraverso la Turchia, «si registra un lieve aumento degli sbarchi», circa «mille persone» in questi 8 mesi. Maroni però oggi ha annunciato che, proprio perché «l'accordo con la Libia funziona molto bene», il Governo Berlusconi intende «applicare intese simili anche in altri paesi come la Turchia». Ed ha aggiunto che il flusso in arrivo in Puglia «deriva dai rapporti fra Grecia e Turchia e di questo ci occuperemo a settembre con un’azione politica per evitare che la piccola breccia aperta possa diventare significativa». LA CARITAS: AUMENTANO GLI SBARCHI IN PUGLIAMalgrado le conclusioni siano assai difformi, giacché la Caritas non auspicherebbe mai una duplicazione dell'accordo con la Libia, a ben vedere, Maroni oggi ha dato ragione all'organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) per la promozione della carità. Infatti, 6 giorni fa, Oliviero Forti, che responsabile nazionale della Caritas disse a chiare lettere che «c'è un flusso costante e una pressione migratoria che rimane sostanzialmente immutata se non aumentata al di là e a dispetto di tutti gli accordi presi tra Italia e Libia». «Un Paese come la Libia - proseguì Forti - oggi deve assolvere al ruolo di sentinella dell'Europa, ci si chiede fino a quando questo potrà accadere perché sappiamo tutti che la Libia ha un ritorno economico rispetto al ruolo che ricopre». «Nel momento in cui non si riesce più a sostenere questa dinamica - disse il responsabile della Caritas - assistiamo alla ripresa degli sbarchi, non nella stessa quantità del passato ma comunque un numero di sbarchi che sommati fanno centinaia di persone e alle quali comunque bisogna dare delle risposte». «Ci chiediamo allora - sottolineò Forti - come possano avvenire questi sbarchi se teoricamente è in vigore un pattugliamento così serrato come è stato annunciato e che in alcuni casi sembra non funzionare». La Caritas confermò, inoltre, le sue critiche per i «deprecabili respingimenti in mare a nostro avviso in contrasto con la libertà personale» (perché se i clandestini vengono mandati indietro senza venir prima identificati si corre il rischio di respingere anche chi ha invece diritto a ricevere asilo; ndr). Forti chiarì che «il grosso degli immigrati, circa l'80%, continua ad arrivare nel nostro Paese via terra nonostante l'attenzione sia sempre rivolta agli sbarchi via mare, peraltro le rotte nel Mediterraneo sono in continua mutazione. Quello che noi sappiamo delle nuove rotte è lo spostamento verso est; facendo riferimento alle coste del nord Africa, la cosa significa soprattutto battere la via turca, che poi passa attraverso la Grecia e quindi arriva in Puglia. Questo è uno degli ultimi scenari che si erano delineati con l'arrivo di curdi, iracheni eccetera, quindi è quella più facilmente percorribile. Ma ciò non toglie - aggiunse - che rimane assai elevato il numero di persone che segue una via interamente terrestre. Su questo fronte non ci sono stati grossi investimenti per il contrasto all'immigrazione clandestina o comunque non sono stati così enfatizzati come il contrasto via mare. Eppure nel 2008, quando ci furono migliaia di sbarchi nel sud Italia, quel flusso non rappresentava che il 20% del totale di quanti arrivavano nel nostro Paese, perché l'80% arrivano via terra e questo flusso continua».Secondo Forti: «L'Italia nonostante il pacchetto sicurezza e gli accordi con la Libia ha visto aumentare il numero di cittadini irregolari. Lo scenario quindi non è così tranquillizzante come potrebbe apparire». Mrs.Ing.