Il Gargano disse che

Senise: «Noi siamo a secco e diamo acqua alla Puglia»


Senise: «Noi siamoa secco e diamoacqua alla Puglia»
di MARIAPAOLA VARGALLITO SENISE - Una singolare «guerra per l’acqua» è quella che un cittadino di Senise ha deciso di portare avanti nel suo paese, prima con bonarie ma incisive provocazioni, poi con una petizione popolare. L’acqua è quella delle fontane pubbliche sparse a decine in tutto il territorio comunale, specie all’interno del centro storico, la maggiorparte delle quali non funzionanti. Così Marco Falcone, agricoltore senisese, ha deciso prima di tutto di attirare l’attenzione della comunità rispetto al problema, collocando cartelli su alcune di queste fontane. «Andiamo a bere in Puglia», recitava uno di questi cartelli, un esplicito riferimento al fatto che Senise fornisce la preziosa risorsa idrica ai pugliesi grazie all’invaso di Montecotugno. «E non è ammissibile - dice Falcone - che il paese che ha una delle dighe più grandi d’Europa in terra battuta, che dà acqua potabile e irrigua a Puglia e Metapontino, non riesca ad offrire da bere ai passanti dalle fontane pubbliche». Per questo domenica mattina ha organizzato una raccolta firme in largo San Biagio, che è diventato un po’ il simbolo della protesta. Perché a San Biagio fino a pochi mesi fa una fontana funzionante c’era, poi è stata spostata dall’altra parte della strada per consentire la ristrutturazione di un edificio da adibire a negozio e adesso non funziona più. «Oltre ad un danno di immagine - dice Falconesi crea disagio per i cittadini, specie per gli anziani che si ritrovano in piazza o per gli studenti pendolari che lì aspettano gli autobus. Nel centro storico la situazione non è diversa e tanto è importante avere l’acqua che giorni fa, la fontana in largo Chiesa Madre è stata riattivata grazie ad un privato solo per consentire le riprese di un noto programma televisivo di promozione territoriale. Ma già adesso l’acqua non c’è più». Ma largo San Biagio è un simbolo anche per un altro motivo: la presenza di una struttura in cemento che, originariamente, doveva ospitare i bagni pubblici, che Senise attualmente non ha. Realizzato negli anni ottanta, il complesso edilizio rientrava nelle opere di ampliamento della piazza sovrastante. I soldi spesi furono poco meno di 200 milioni di lire, finanziati con i fondi per la ricostruzione del terremoto del 1980. Ma una volta realizzata la struttura, il servizio pubblico non partì mai. Le firme raccolte sono più di 200 e Falcone promette: «le porterò al Comune e se nulla sarà cambiato il 17 marzo copriremo le fontane con il tricolore» .