I dati di Confesercenti tra il 2019 e il 2024, cessate 3.026 imprese giovanili e 322 non giovanili pugliesi.
Nonostante la Puglia trabocchi di visitatori, il turismo non salva pub, ristoranti, B&B e affini. Secondo i dati elaborati da Confesercenti, infatti, nel giro degli ultimi 5 anni ha chiuso i battenti il 30,9% degli alloggi pugliesi a fronte di una media di chiusure nazionali del 26,6%. Il che, alla luce del regime di flussi turistici sempre crescenti, fa pensare che al “boom” dell’accoglienza (spesso non adeguatamente pensata e realizzata) abbia fatto seguito anche uno “sboom”. Un fenomeno che, forse, si è verificato anche nella regione che più di altre ha visto chiudere attività, ovvero il Friuli-Venezia Giulia dove il crollo è stato del 54,9%.
Nel caso della ristorazione, invece, ben il 42 % delle attività pugliesi ha chiuso nel periodo 2019-2024, a fronte però di un dato nazionale leggermente superiore e pari al 43,1. La regione che ha perso più attività legate alla ristorazione è stato il Trentino-Alto-Adige dove è cessato addirittura il 55,5 % delle attività, seguito dalla Toscana e dall’Emilia Romagna entrambe a quota 50% circa.
Giancarlo De Venuto (presidente Assoturismo Confesercenti Puglia), è il turismo che, per così dire, sta cambiando pelle. «Non si può parlare di calo, ma di trasformazione dei turismi – afferma – L’overturism tanto sbandierato non è un fenomeno che ci interessa perché il cambiamento climatico sta svuotando i mesi di alta stagione turistica con uno spostamento dei flussi soprattutto a carattere internazionale verso aprile/maggio/giugno e settembre/ottobre.
Rispetto ad altre regioni abbiamo margini di crescita considerevoli. Se consideriamo il confronto con Lazio e Veneto, il “motore Puglia” registra 20 milioni di presenze rispetto ai 52 del Lazio e ai 71 del Veneto.
La nostra regione è quasi un quarto rispetto al Veneto e quasi un terzo rispetto al Lazio». «La ristorazione (banchettistica matrimoni, alto spendente e medio livello) sta subendo una trasformazione anche in vista dei cambiamenti delle abitudini dei consumatori, si registra – continua – come ogni tre anni le attività ristorative cambiano connotazione a meno che non puntino sull’esperienza gastronomica locale, meno italiani vanno in vacanza e al ristorante a causa della crisi economica, mentre gli stranieri scelgono sempre più la Puglia, costoro hanno abitudini particolari rispetto a noi italiani, bevono più che mangiare, e ciò fa crescere le attività di lusso che fanno anche ristorazione, la proposta delle solite “3 portate” destinata alla clientela italiana si perde con quella straniera che non fa crescere il fatturato dei ristoranti tout court.
Quindi la Puglia, attualmente, va verso una clientela straniera a scapito di quella italiana con una solida capacità di spesa».
Dallo studio di Confesercenti emerge anche come, nel periodo 2019-2024, l’età media degli imprenditori del commercio e del turismo (da intendersi come alloggio e ristorazione) è aumentata di circa un anno sia in Puglia (49,8 armi d’età) sia in Basilicata (51,4) a fronte di una media nazionale di 51,3 anni. Ciò che è in calo, invece, è la percentuale di imprese giovanili in questi settori, diminuita di circa il 2% in entrambe le regioni, ma resta comunque superiore alla media nazionale.
In Puglia nel quinquennio considerato sono state chiuse 3.026 imprese giovanili e 322 non giovanili.
Nel 2024, in Italia Confesercenti ha registrato 120.194 imprese giovanili, 10.605 in Puglia. Un piccolo patrimonio di Muro da cui (in parte) dipenderà anche il successo turistico ed economico di questo spicchio di Mezzogiorno. C’è da sperare che lo tengano in conto.gazzettamezzogiorno
Inviato da: forddisseche
il 25/12/2024 alle 07:37
Inviato da: GiuliettaScaglietti
il 13/06/2024 alle 16:24
Inviato da: cassetta2
il 12/10/2023 alle 19:22
Inviato da: Dott.Ficcaglia
il 28/06/2023 alle 13:50
Inviato da: cassetta2
il 22/08/2022 alle 16:08