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Pizzomunno con gerani rossi.

 

 
Pizzomunno

Lungo il tratto meridionale della costa viestana, ritroviamo una piccola spiaggia che deve il suo nome all’ imponente faraglione che dalle acque cristalline si erge sovrano a sorvegliare la città ed i suoi abitanti: la Spiaggia del Pizzomunno.

Qui sembra aver avuto luogo un’ interessante e fantastica vicenda che ha come protagonisti due giovani innamorati , entrambi originari di Vieste .

Pizzomunno , giovane ed attraente pescatore, e Cristalda , ragazza bellissima dai lunghissimi capelli color dell’ oro, si amavano teneramente e vivevano nella convinzione che nulla al mondo potesse intaccare un sentimento tanto forte e sincero.

Ogni sera, Cristalda scendeva in spiaggia per salutare il suo bel Pizzomunno prima che con la sua barca andasse incontro al mare aperto.

Ogni notte, in mare, Pizzomunno riceveva la visita delle sirene che cercavano di ammaliarlo con i loro canti soavi. Le regine del mare desideravano ardentemente che Pizzomunno diventasse il loro re ed amante.

Il giovane, però, non cedette mai alle avance delle sirene tentatrici , avendo già donato il suo cuore alla candida Cristalda.

I reiterati rifiuti del giovane, scatenarono la furia delle sirene .

Una sera, le sirene raggiunsero i due amanti sulla spiaggia ed aggredirono Cristalda con grande ferocia, inghiottendola nelle profondità del mare.

Pizzomunno
fu colto da un dolore devastante, talmente grande da pietrificarlo per sempre.

Il giorno seguente, i pescatori di Vieste trovarono Pizzomunno pietrificato sulla roccia che oggi porta il suo nome.

La leggenda vuole che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dalle profondità del mare per incontrare Pizzomunno e rivivere con lui l’ emozione di una notte d’amore sulla spiaggia che li fece incontrare.

 

 

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Promontorio del Gargano

Il più delle volte si pensa che la storia antropologica ebbe inizio sul promontorio del Gargano con l'apparizione dell'Arcangelo Michele più di sedici secoli or sono quando ancora il Cristianesimo conviveva con le allora attuali religioni pagane. Ma se analizziamo le carte romane si nota che gli insediamenti sedentari sono precedenti all'apparizione dell'Arcangelo e si trovavano sulla costa e ai piedi del sontuoso monte (Ergitium ,Sipontum ,Merinum ,Teanum , ,Apulum ,Urium).
Si trovano degli insediamenti umani persino precedenti a questi ultimi, ma bisogna risalire addiritturà all'età del bronzo, tanto è vero che lungo la provinciale che collega Foggia con San Marco in Lamis, a qualche chilometro da Borgo Celano, in zona"Chiancata La Civita-Valle di Vitturo"  è stato ritrovato la necropoli più antica della intera Europa. Altre testimonianze sono date dagli insediamenti rupestri e dalla innumerevole presenza di oggetti litici e di mura megalitiche che si sono scoperti nel corso degli anni sul Gargano.
 

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Toro seduto

 

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.

Toro seduto

 

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Hotel Gabbiano Vieste

 

Tutto ciò che l'uomo ha imparato

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia, é che l'uomo dalla storia non ha imparato niente. Hegel"

 

Servo di Dio Don Antonio Spalatro .

 

Messaggi del 04/07/2020

ISOLE TREMITI, VALORE PAESI FARI: IL FARO DI SAN DOMINO DIVENTERA' STRUTTURA TURISTICA

Post n°26564 pubblicato il 04 Luglio 2020 da forddisseche

ISOLE TREMITI, VALORE PAESI FARI: IL FARO DI SAN DOMINO DIVENTERA' STRUTTURA TURISTICA  

  Il faro di San Domino alle Isole Tremiti, una delle strutture di proprietà dello Stato, rientra nel progetto Valore Paesi Fari. A seguito dei lavori di ristrutturazione, diventerà una struttura turistico – ricettiva, con adeguati spazi dedicati alla promozione del territorio ed alle attività culturali. Ulteriori luoghi saranno dedicati al museo interattivo con annessa galleria fotografica il cui tema sarà Isole Tremiti e Fari Italiani, allo studio ed al monitoraggio a scopo didattico e conoscitivo delle caratteristiche ambientali del paesaggio e della biologia marina e terrestre delle Isole Diomedee.
Vincitrice dell’asta per la concessione, a cui hanno partecipato anche la società tedesca Floatel GMDH e l’imprenditore di San Benedetto del Tronto Tablino Campanelli, è stata la EMI Holding spa società con sede a Campobasso.
Correva l’anno 1987 (precisamente era il giorno 8 novembre) quando un’esplosione di natura dolosa danneggiò il faro. Nell’esplosione perse la vita uno dei due attentatori svizzeri.
Sono trascorsi 33 lunghi anni da quel giorno. Da allora nessuno si è occupato della struttura, anzi è stata vittima di vandali che hanno aggiunto distruzione alla distruzione. Ed oggi, finalmente, stanno per partire i lavori di ristrutturazione.
Il Progetto Valore Paesi Fari, nato nel 2015, è un’iniziativa dell’Agenzia del Demanio che mira al recupero ed alla riqualificazione dei fari e degli edifici costieri grazie al coinvolgimento degli investitori privati. L’Agenzia del Demanio propone beni di proprietà dello Stato situati in contesti di assoluta bellezza e particolarmente suggestivi.
Gli immobili in questione possono essere recuperati e sottratti al degrado grazie a progetti imprenditoriali innovativi e sostenibili, nel pieno ed assoluto rispetto della tutela e salvaguardia del territorio, utilizzando lo strumento della concessione fino a 50 anni.

 
 
 

Che fine hanno fatto i campi ormeggio, all’interno dell’Area Marina Protetta Isole Tremiti?

Post n°26563 pubblicato il 04 Luglio 2020 da forddisseche

Che fine hanno fatto i campi ormeggio, all’interno dell’Area Marina Protetta Isole Tremiti?  

  
 

La domanda nasce spontanea al sindaco del Comune di Isole Tremiti, Antonio Fentini e ai tanti fruitori del servizio.
«Sono preoccupato e a dir poco sorpreso, commenta il sindaco, per la lentezza e la superficialità dell’Ente Parco Nazionale del Gargano, nell’affrontare e risolvere uno degli aspetti più importanti legati alla tutela dell’Area Marina Protetta e la necessità di dare regole agli operatori del turismo nautico, mettendo in sicurezza gli ormeggi».

 

Ricordiamo che il Comune di Isole Tremiti ed il Parco Nazionale del Gargano, nella sua qualità di ente gestore dell’Area Marina Protetta Isole Tremiti, hanno sottoscritto in data 01.06.2017 un protocollo d’intesa per l’affidamento della gestione dei campi ormeggio realizzati dall’AMP.
Il Comune di Isole Tremiti ha, conformemente a quanto sottoscritto, attivato per tempo l’organizzazione del campo boe.

 

Negli anni successivi, invece, è stato gestito direttamente dal Parco Nazionale del Gargano, purtroppo sempre con notevoli disagi.
Il Campo d’ormeggio è costituito da idonee strutture destinate all’ormeggio delle unità navali, gavitelli conici contraddistinti dal colore giallo, per la sosta all’interno dell’AMP e da sessantanove gavitelli conici destinati esclusivamente alle unità di supporto dei centri di immersione autorizzati dall’AMP durante lo svolgimento delle immersioni subacquee e delle visite guidate subacquee.

 

«Anche quest’anno, conclude Fentini, il Parco è in netto ritardo. L’emergenza sanitaria ha già messo a dura prova le attività imprenditoriali e turistiche che non possono tollerare ritardi dovuti alla negligenza della burocrazia e di chi ha il dovere di ottemperare agli impegni istituzionali. Mi batterò, dichiara il sindaco, perché si giunga a immediata soluzione. Non ci sono scuse, sia perché sono state impegnate somme consistenti e spese per montare e smontare i corpi morti ed effettuarne la manutenzione, sia perché sono mesi che ho sollecitato il Parco per attivarsi ed individuare il gestore dell’impianto. Ad oggi purtroppo ancora non ricevo risposte se non un «stiamo provvedendo». Ma l’estate è adesso, a Natale il campo boe servirà a poco».

 
 
 

La foresta nascosta delle Tremiti: un corallo nero di 2.100 anni fa. A 60 metri di profondità davanti all’isola di San Domino.

Post n°26562 pubblicato il 04 Luglio 2020 da forddisseche

La foresta nascosta delle Tremiti: un corallo nero di 2.100 anni fa. A 60 metri di profondità davanti all’isola di San Domino. Il biologo marino Chimienti: “Sono gli animali più longevi al mondo”  

  
 

Se Diomede sia stato veramente fortunato ad approdare nel para­diso delle Isole Tremiti, lo può di­re soltanto chi visita questo para­diso. Area marina protetta con il parco nazionale del Gargano, il piccolo arcipelago formato da San Domino, San Nicola e La Caprara (chiamata Capraia), vor­remmo restasse rispettato e bel­lo come ancora appare, a 90 mi­nuti di distanza dal mitico pro­montorio garganico.

 

La tomba di Diomede, re degli Etoli e vincito­re a Troia, è stata ricavata in un grande masso al centro della ne­cropoli presente sull’isola di San Nicola. La storia delle Tremiti, quindi, si perde nella notte dei tempi. San Nicola è indubbia­mente, delle tre isole, quella più ricca di reperti e di testimonian­ze del passato. Qui Carlo Magno avrebbe inviato in esilio Paolo Diacono, autore della Historia Longobardorum, e qui fu fonda­ta l’Abbazia di Santa Maria al Ma­re per opera di un eremita che, secondo la leggenda, fu guidato sull’isola dalle apparizioni della Vergine.

 

L’arrivo fu coronato dal ritrovamento di un tesoro con il quale l’eremita edificò un tem­pio. I benedettini di Monte Cassino poi edificarono l’Abbazia, tut­tora uno dei monumenti più enigmatici della Puglia medievale. Nel XV secolo furono rafforza­te le mura difensive che ancora oggi cingono San Nicola.

 

Dopo aver esteso la sua influenza an­che sulla terraferma, l’Abbazia di Santa Maria al Mare, vide ini­ziare il suo decadimento fino al­la sua soppressione e trasforma­zione, da parte di Ferdinando II, nel grande imponente peniten­ziario. Il francese Emile Bertaux nel suo L ’Italia sconosciuta (Viaggio nell’antico Regno di Napoli), arrivato a fine del XIX secolo nell’arcipelago trovò nell’isola di San Domino vigne «da cui i benedettini ricavavano un ottimo vino che serve ancora per la mes­sa del buon prete dell’isola accan­to e di cui posso, a ragion veduta, vantare il profumo e il bouquet».

 

Oggi vino non se ne produce alle Tremiti, se non piccolissime quantità per uso familiare. Vale quindi la pena organizzarsi per escursioni non “terragne” ma marine, anzi, sottomarine con la speranza anche di vedere un ra­ro esemplare di foca monaca da poco tornata in queste acque. Ci accompagna Giovanni Chimienti, giovane e valente biologo mari­no barese, National Geographic Explorer lo scorso anno e prota­gonista dello splendido docu­mentario Il tesoro nascosto delle Isole Tremiti.

 

Il tesoro è una foresta di coral­lo nero, unica nel Mediterraneo, difficile da osservare se non si è subacquei professionisti per la profondità da raggiungere (alme­no 60 metri). Il consiglio è di rivolgersi ai vari diving presenti alle Tremiti (come, ad esempio, Mar­lin Tremiti +39 336 829746 -info@marlintremiti.it) per pro­grammare escursioni in sicurez­za.

 

E ce n’è per tutti i gusti e per tutte le capacità. Alle profondità da 1 a 10 metri nei fondali di San Domino si può visitare la Grotta delle Viole, semisommersa con pareti ricche di organismi marini come alghe rosse, margherite di mare, spugne e briozoi. Numero­si banchi di occhiate si aggirano all’ingresso, regalando un sugge­stivo saluto al visitatore.

 

La grot­ta è visitabile a bordo di imbarca­zioni idonee, in canoa o in snorkeling. A circa 14 metri di profondi­tà davanti all’isola di Capraia è possibile osservare la statua di Pa­dre Pio alta 3 metri, posizionata su un fondale sabbioso. Nelle vici­nanze, il fondale roccioso poco profondo, è visitabile in snorkeling e in canoa. In alcune giorna­te la statua può essere vista già dalla superficie.

 

A maggiore pro­fondità (18-25 metri) nelle acque di Capraia, è possibile soffermar­si sul Pianoro delle cernie con fondale caratterizzato da grandi massi in cui è frequente incontra­re cernie brune, ma anche corvi­ne, dentici, saraghi e banchi di pesci che talvolta attirano barra­cuda, ricciole, e tonni. Il sito di immersione è visitabile con un brevetto di primo livello (nella parte superiore) o con uno di se­condo livello.

 

Nelle acque di un arcipelago non può mancare un relitto anti­co. Nel nostro caso, davanti al Cretaccio, a una profondità di cir­ca 33 metri, è possibile osservare il “Relitto delle piastre” risalen­te alla fine del XVIII secolo con di­versi reperti, sette grandi ancore e un carico composto da migliaia di piastre in lega di metallo la cui funzione è a oggi sconosciuta.

 

Nei dintorni, una secca ricca di anfratti dove è possibile osserva­re murene, gronghi e scorfani. Il sito di immersione è visitabile con un brevetto di secondo livel­lo. E infine, per i sub più preparati, davanti a San Domino, tra i 35 ed i 60 metri di profondità, si tro­va “Punto 55”. Una secca sugge­stiva e pullulante di vita marina, caratterizzata da un giardino di gorgonie e da colonie di falso co­rallo nero parassita delle gorgo­nie.

 

A circa 60 metri di profondi­tà, come abbiamo detto, sono pre­senti alcune delle 800 colonie di corallo nero. Il sito di immersio­ne è visitabile con un brevetto di secondo livello e, nella parte più profonda, con un brevetto tecni­co. Giovanni Chimienti, che ci ha guidati fin qui, non smette di ricordare come «proteggere que­sti ambienti vuol dire proteggere tutta la biodiversità associata, sia quella che conosciamo sia quella che ancora non conosciamo.

 

Tro­vo affascinanti i coralli neri an­che perché sono tra gli animali più longevi del pianeta: nel Mediterraneo è stata ritrovata una co­lonia di corallo di oltre 2.100 an­ni. I coralli neri hanno ritmi di crescita estremamente lenti che li rendono fragili.

 

È davvero im­portante la salvaguardia di que­sti habitat antichi e preziosissi­mi». Spiega anche che «il corallo nero è bianco sott’acqua. Il colo­re nero è dovuto allo scheletro del corallo: è nero per la proteina antipatina che, rendendolo duro e allo stesso tempo elastico, evita a queste strutture di spezzarsi».

 

Fabio Modesti

 

Chi è

 

Direttore del Parco Nazionale deli’Alta Murgia per oltre 10 anni, esperto di politiche perla conservazione della natura. Autore di numerose pubblicazioni di carattere scientifico

 

repubblicabari

 
 
 

Vieste/ Manzionna: “Ci rialzeremo non prima del 2022, ora a meno 50%. Il rischio serio riguarda chi non può reggere due mesi...

Post n°26561 pubblicato il 04 Luglio 2020 da forddisseche

Vieste/ Manzionna: “Ci rialzeremo non prima del 2022, ora a meno 50%. Il rischio serio riguarda chi non può reggere due mesi senza liquidità”  

  
 

Nella capitale pugliese delle vacanze controlla diverse struttu­re ricettive, per una capacità complessiva che supera i 5.500posti letto, e dà lavoro a pieno regime a circa 400 persone. Gigi Manzionna è uno dei principali, se non il più im­portante, operatore turistico viestano, nonché tra gli arte­fici dell’operazione civica di “Vieste sei tu”, che portato da quattro anni all’amministrazione Nobiletti. L’Attacco lo ha intervistato nel momento in cui entra nel vivo questa anomala stagio­ne post Covid.

 

 Come è partita la stagione estiva?

 

In sordina da una parte e al­l’arrembaggio dall'altro. All'arrembaggio perché ci ha preso alla sprovvista. Dal 27 maggio ci siamo dovuti at­trezzare per poter poi aprire con tutte le difficoltà del ca­so, con normative non chia­re. Tutta la categoria si è sforzata, bene o male siamo riusciti in un mese ad aprire. Noi siamo operativi dal 3 giu­gno.

 

Oggi mi sembra che a Vieste abbiano aperto quasi tutti, tranne qualcosina aprirà più in là. Chiaramente con le prenotazioni in affanno, da marzo in poi abbiamo dovu­to rimborsare tutto. Sono saltati i clienti del periodo di Pentecoste, specie i tede­schi. Gli italiani sono venuti meno per scelte legate alla sicurezza o perché non sa­pevano che sarebbero tor­nati al lavoro. Abbiamo rimborsato e stiamo tuttora continuando a rimborsare le ca­parre.

 

La gente è spaventata, c’è una richiesta ma si prenota con grande difficoltà. Nei fi­ne settimana stiamo veden­do solo turismo di prossimi­tà, anzi provinciale. Ci sono poi prenotazioni da Lazio, Abruzzo, anche dalla Lombardia. Accettiamo tutti con le dovute precauzioni.

 

E gli stranieri? Si confer­ma la previsione di un mer­cato quasi esclusivamen­te interno oppure si stan­no registrando anche arri­vi dall’estero?

 

C'è da distinguere. C’è il tu­rismo dei villaggi e dei cam­peggi, legato alla Penteco­ste, che abbiamo perso. Quei clienti sono rimasti so­lo in scarso numero, giusto qualcosina si è visto degli abituali.

 

A saltare del tutto sono stati i gruppi di olandesi, francesi, tedeschi. Chi ne sta risen­tendo in maniera violenta so­no gli alberghi, che hanno dei grossi problemi que­st’anno.

 

Accetterà il bonus vacan­ze? Secondo il Corriere della Sera solo una strut­tura su quattro in Italia è pronta a farlo.

 

Rifiutarlo significa fare un di­spetto al cliente. Detto que­sto, c'è un problema oggettivo legato alla maniera in cui è stato concepito. Il sistema è molto farraginoso, non vorrei che si intasasse di nuovo tutto come avvenuto per la cassa integrazione.

 

Serve poi spiegare al cliente come funziona il meccani­smo e c’è da ricordare che a Vieste facciamo i conti con problemi di connessione, perché qui non c'è ancora la fibra. Ma, ripeto, sarebbe un dispetto al cliente dire di no e quindi lo accetteremo quan­do capiremo come funziona.

 

Quanto ha pesato dover restituire le caparre a cau­sa delle disdette ricevute?

 

Ha pesato molto, si tratta di cifre alte. Ancora adesso c'è qualcuno che chiama per di­re che non verrà più in va­canza ad agosto da noi. Stiamo cercando di recupe­rare ma il dato è ancora mol­to basso, stiamo a meno del 50% del lavoro nello stesso periodo negli scorsi anni.

 

Al momento non abbiamo il tutto esaurito nemmeno ad agosto, siamo aperti perché dobbiamo stare aperti cer­cando di tenere tutti al lavo­ro. Di circa 400 unità occupate quando siamo a pieno regi­me al momento tra le 280 e le 290 sono al lavoro. E’ una stagione tirata per ì capelli. In vita mia non ho mai vissu­to un anno così.

 

Ho 50 anni di mestiere e ho visto di tutto in passato, dalle estati degli incendi a quelle delle allu­vioni. Ma in passato dopo 2- 3 giorni ci rimettevamo in se­sto, invece quest'anno arri­vano colpi da tutte le parti. Spero che quest'anno bise­stile finisca presto, che ci faccia indebitare il meno possibile.

 

C'è la possibilità di chiu­dere almeno in pareggio?

 

È assolutamente impossibi­le andare a pari. Specie le grosse strutture sono co­strette ad andare sotto. Fac­cio un esempio molto sem­plice: per tenere 5 camere occupate in uno dei miei al­berghi ho bisogno di diverso personale, le spese supera­no i ricavi con presenze cosi basse.

 

Eppure, proprio in questo al­bergo, l'Hotel degli Aranci, eravamo riusciti negli scorsi anni a avviare un'ottima destagionalizzazione, lavo­rando da fine aprile fino a ot­tobre con i turisti stranieri. Quest’anno è saltato tutto, è andato tutto a ramengo.

 

Che tipo di stranieri?

 

Venivano gruppi per fare il trekking, soprattutto olande­si. Poi i francesi per le orchi­dee e gli inglesi nel loro tour in Puglia tra Gargano e Salento.

 

Pensa che Vieste abbia compiuto passi avanti nel­l'ottica della destagionalizzazìone negli ultimi an­ni?

 

Sì, è certo. Ma ci scontriamo con il limite oggettivo legato ai trasporti, ovvero alle pes­sime condizioni delle strade e all’assenza di un aeropor­to a Foggia.

 

Giriamo ancora sulla SP 53 costruita nel '64 da Mattei. Gli inglesi atterrano a Napo­li o a Pescara. Non voglio aprire diatribe, ma le cose stanno così.

 

C’è da riqualificare il turismo, ci sono i posti letto da occu­pare. Siamo ancora legati al retaggio antico dei 60 giorni di stagione estiva, ma 60 giorni non bastano. Le spese ci sono 365 giorni l’anno.

 

Ha aumentato i prezzi? Co­sa pensa del caso ormai noto del Gattarella Resort, che ha aumentato le pro­prie tariffe per far fronte ai danni dell’emergenza epi­demiologica?

 

Noi non l’abbiamo fatto. Il ca­so del collega l'ha spiegato lui stesso. Secondo me ci si è scandalizzati ma le tariffe non sono esageratamente più alte, io che sono del set­tore dico che non mi sembra eccessivo quello che ha fat­to il collega. Discorso a par­te è quello del rimborso del­la caparra, la devi rimborsa­re e non c'è nulla da fare.

 

Vieste può convertirsi al segmento lusso?

 

Il turismo di lusso lo devi fa­re ma abituando il paese a questo salto di qualità. Noi siamo partiti negli anni 70- ‘80 facendo di tutto. Bisogna evolversi se vuoi attirare an­che il segmento lusso.

 

Non puoi far trovare pizze al taglio ovunque, ambulanti e non negozi adatti a quella clientela. Devi sistemare il paese, offrire il modo di fare shopping di lusso, aggiusta­re il porto turistico, far attraccare yacht e anche qualche piccola nave da crociera, ri­qualificare il centro storico.

 

Ad oggi il comparto turisti­co viestano è ancora in prevalenza costituito da villaggi e campeggi.

 

Il problema è che è il turismo stagionale in Italia non è cal­colato, men che meno le si­gle sindacali dei campeggi e dei villaggi turistici. Come sindacato FAITA non siamo riusciti a sederci né al tavolo nazionale né a quello regionale.

 

Per loro non esistiamo, non siamo calcolati. Eppure vil­laggi e campeggi sono nu­merosissimi a Vieste. Ho provato a iscrivermi ai tavoli dove si decidono le cose co­me FAITA, ma nulla. Ho dovuto farmi sentire come sin­golo imprenditore.

 

Ha fiducia in Joseph Ejarque, il consulente ed esperto di marketing scel­to dell'amministrazione comunale per il rilancio tu­ristico post Covid e la di­versificazione del prodot­to turistico?

 

Ejarque è una personalità di rilievo, L'ho incontrato, ci siamo concentrati sulla que­stione della sicurezza. Ci ha detto cosa intende fare nel­l’immediato e siamo stati d'accordo.

 

Bisogna lanciare un mes­saggio preciso: quello che Vieste rappresenta un posto sicuro per tutti i vacanzieri. A tutte le strutture sarà dato del materiale apposito per trasmettere questo messag­gio. Prossimamente ci con­fronteremo con lui sulle stra­tegie per la diversificazione dell'offerta turistica e rag­giungere la destagionalizzazione.

 

Quanto tempo crede che sarà necessario per uscire dalia crisi causata dal Co­vid?

 

lo sono molto realista, penso che bisognerà attendere il 2022 per riprenderci e torna­re a guadagnare. Quest’an­no è saltato tutto.

 

Per esempio, al Villaggio turistico Spiaggia Lunga avevo intrapreso anche del­le iniziative nell’ambito del turismo sportivo, come le se­lezioni europee di freestyle e altre manifestazioni sporti­ve. Impossibile per ora pro­grammarle nuovamente. Non credo che prima del 2022 la situazione sarà buo­na, i danni sono grossi. E poi bisogna vedere chi vor­rà continuare ad investire dopo questa terribile anna­ta.

 

Ritiene che alcuni suoi colleghi, magari più picco­li e i più giovani del setto­re, saranno costretti que­st’anno a chiudere i battenti?

 

Ero… un po' stanco que­st'anno, ho fatto solo manu­tenzioni ordinarie che pure costano. Se avessi fatto co­se rilevanti mi sarei trovato in un mare di guai. Secondo me il rischio serio riguarda chi non può reggere due mesi senza liquidità. Per i piccoli è la fine.

 

Bisogna essere molto atten­ti in questa fase, peraltro, perché usura e delinquenza possono insinuarsi in questo tipo di imprese. In Comune hanno stimato che esistono circa 1000 famiglie indigenti e la gran parte dei lavoratori qui sono stagionali. Vanno tenuti gli occhi aperti, c’è da stare attenti ai cambi di ca­sacca nella gestione delle strutture turistiche.

 

Il prossimo anno si torne­rà al voto per le comunali. Auspica la continuità ri­spetto all'amministrazione Nobiletti?

 

penso che i risultati di que­sta amministrazione siano sotto gli occhi di tutti. Hanno instaurato un ottimo rappor­to con la Regione, un po' me­no con la Provincia, io ho contribuito alla nascita di questa lista civica, molto trasversale. Vieste appariva molto in affanno e soffriva di evidenti problemi legati alla criminalità comune e orga­nizzata.

 

Ora, invece, la si­tuazione è molto più tranquilla dal punto di vista della sicurezza grazie all'inter­vento della Squadra Stato. La criminalità sì combatte con l'intervento della Squa­dra Stato e con la mobilita­zione dei cittadini.

 

Pensa che sia nato altro, in questi quattro anni, e che possa concorrere per la guida di Palazzo di città nel 2021?

 

Non è nato altro. C'è piutto­sto chi sgomita per un posto a tavola, lo sono soddisfatto di questi amministratori, che fanno la politica nelle sedi istituzionali e non nei bar. Non voglio tirare la volata a nessuno, dico solo che era­no dei prestati alla politica e invece si sono trovati ad am­ministrare con buoni risultati un Comune indebitato e che appariva molto marginale ri­spetto a ciò che esprime a livello turistico in Puglia e in Italia. Mi sembra che in 4 an­ni abbiano fatto parecchio.

 

Che consigli dà alla pros­sima amministrazione?

 

Si potrebbe fare un porto funzionante, ma ci vuole un aeroporto per avere turismo tutto l'anno e devi convince­re gli operatori a tenere aper­ti i locali e loro strutture, lo di­co: iniziamo ad allungare la stagionalità ad aprile e poi arriviamo alla metà di marzo. Ma la questione primaria re­stano i collegamenti.

 

Cosa pensa dello scontro tra il sindaco Giuseppe Nobiletti e il presidente della provincia Nicola Gat­ta?

 

La provincia è una sola, i campanili non servono. Le battaglie si combattono tutti assieme. Bisogna creare e vendere il brand unico della provincia di Foggia. Fuori dall'Italia non valgono parole come Bovino o Vie­ste. Siamo un unico territorio e così dobbiamo saperci promuovere.

 

Lucia Piemontese

 

L’attacco

 
 
 

Foresta Umbra in musica per i tre anni delle faggete UNESCO

Post n°26560 pubblicato il 04 Luglio 2020 da forddisseche

Foresta Umbra in musica per i tre anni delle faggete UNESCO  

  
 

Monumentalità, elevata biodiversità e sorprendente capacità di adattamento ai cambiamenti climatici. Sono queste le caratteristiche che rendono le Faggete Vetuste della Foresta Umbra uniche in Europa e nel mondo, a tal punto da aver convinto l’UNESCO a battezzarle Patrimonio Naturale dell’Umanità, riconoscimento assegnato il 7 luglio del 2017. In occasione del terzo compleanno, saranno proprio i giganti del Gargano, con i loro 300 anni di età e gli oltre 40 metri d’altezza, a fare da scenario naturale al concerto del quartetto di sassofoni del Conservatorio Umberto Giordano di Foggia diretto da Francesco Montaruli, in programma martedì 7 luglio a partire dalle 18.00.

 

L’evento è organizzato dall’Ente Parco Nazionale del Gargano e dal Comune di Monte Sant’Angelo, nell’ambito del progetto ‘Buon Compleanno @ #LACITTÀDEIDUESITIUNESCO’. Per ragioni di sicurezza legate all’emergenza sanitaria, il concerto non sarà accessibile al pubblico ma sarà trasmesso in diretta streamingdall’Elda Hotele si potrà seguire, a partire dalle 18.00,sulle seguenti pagine Facebook: Ente Parco Nazionale del Gargano, Comune di Monte Sant’Angelo, Puglia 365 e Puglia Events.

 

Le celebrazioni per il terzo compleanno del riconoscimento UNESCO delle faggete partiranno il 5 luglio con un cammino attraverso un percorso religioso-naturalistico lungo 30 km che partirà dalla Basilica di Monte Sant’Angelo per arrivare in Foresta Umbra. La lunga passeggiata, organizzata in collaborazione con l’Associazione Monte Sant’Angelo Francigena, sarà a cura di una guida AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche) e prevede il rientro in navetta (per tutte le info: 347 1700419).

 

“Auguri di buon compleanno al nostro immenso patrimonio ambientale - dichiara il Presidente del Parco Nazionale del Gargano Pasquale Pazienza - con lasperanza che all’importante riconoscimento ottenuto nel 2017, possa aggiungersene presto un altro. Il prossimo autunno attendiamo in Foresta gli ispettori dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), la cui visita sarà determinante per il responso finale relativo alla richiesta di ampliamento dell’area UNESCO che potrebbe connettere alle già insignite riserve di ‘Falascone’ e ‘Umbra’ anche le foreste vetuste della Regione Puglia e quelle della riserva statale ‘Sfilzi’ dei Carabinieri - Reparto Biodiversità di Foresta Umbra”.

 

“Le faggete vetuste - aggiunge il Sindaco di Monte Sant’Angelo Pierpaolo d’Arienzo -sono un vero e proprio monumento naturalistico ed insieme alle tracce longobarde del Santuario di San Michele Arcangelo ci consegnano il più grande riconoscimento internazionale, quello dell’UNESCO. Un patrimonio di rara bellezza, volano turistico-culturale per l’intero Gargano e per la Puglia”.

 

Alla serata-concerto del 7 luglio, condotta dal caporedattore della TgR Puglia Giancarlo Fiume, parteciperanno:

 

Pasquale PAZIENZA, Presidente Ente Parco Nazionale del Gargano

 

Pierpaolo d’ARIENZO, Sindaco di Monte Sant’Angelo

 

Rocco di BRINA, Sindaco di Carpino e Presidente della Comunità del Parco

 

Rosa PALOMBA, Assessore cultura, turismo, istruzione Città di Monte Sant’Angelo

 

Generale Antonio MOSTACCHI, Comandante Carabinieri Forestali regione Puglia

 

Maggiore Mario PALMIERI, Comandante del reparto Carabinieri del Parco Nazionale del Gargano

 

Colonnello Claudio ANGELORO, Comandante reparto biodiversità di Foresta Umbra

 

Durante la diretta streaming saranno letti i messaggi del Ministro dell’Ambiente Sergio COSTA e del Ministro per i Beni e le Attività culturali e per il turismo DarioFRANCESCHINI, e trasmessii seguenti video-messaggi:

 

Padre Franco MOSCONE, Arcivescovo Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo

 

Michele EMILIANO, Presidente Regione Puglia

 

Enrico VICENTI, Segretario Generale Commissione nazionale italiana UNESCO

 

Giampiero SAMMURI, Presidente Federparchi

 

Giorgio PALMUCCI, Presidente ENIT (Agenzia nazionale per il Turismo)

 

Alfredo di FILIPPO, Università della Tuscia di Viterbo, responsabile processo candidatura UNESCO Faggete

 

 

 

 

 

QUARTETTO DI SAXOFONI DEL CONSERVATORIO UMBERTO GIORDANO DI FOGGIA

 

 

 

PROGRAMMA MUSICALE

 

 

 
  1. Sciarrino “Canzoniere da Scarlatti” 
 

                       Sonata L.222 

 
  1. Glass       “ Quartet “  I movimento 
 

 

 
  1. Grainger  “Irish Tune from county Derry” 
 

S.Sciarrino  “Canzoniere da Scarlatti” 

 

                       Sonata L238

 

 

 

F.Schubert   “Die Forelle” Op. 32 

 

P.Glass.        “Quartet” IV movimento 

 

 

 
  1. Grainger   “ Molly on the Shore” 
 

 

 

 

 

SANTE LEONE 

 

Nato a San Giovanni Rotondo il 29 luglio del 1996, inizia lo studio del sassofono all’età di 8 anni. Si è laureato con 110 e lode al Triennio Accademico di sassofono presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia sotto la guida di Leonardo Sbaffi. Durante gli anni di studio ha partecipato alle masterclass di ensemble di sassofono tenute in Conservatorio da Angelo Bolciaghi, a varie edizioni del Festival Musicale Savinese, alla prima edizione dei corsi di perfezionamento di Crecchio (Chieti) e alla seconda rassegna di musica contemporanea Rumore Bianco.Negli ultimi anni si è perfezionato nellostudio del repertorio cameristico con lo Hyle Saxophone Quaret specializzandosi nella formazione del quartetto (Philip Glass “Quartet”, Alfred Desenclos “Quatour”, Aleksandr Glazunov “Quatour”) che lo portano ad esibirsi in importanti realtà musicali sul territorio nazionale. Attualmente frequenta il primo anno del Biennio di II livello di sassofono presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia.  

 

 ANTONIO BRUNO

 

Nato a Foggia nel 1998, attualmente frequenta il I anno del Biennio Accademico in “Sassofono” al Conservatorio “U.Giordano” di Foggia, sotto la guida del M° Leonardo Sbaffi. Ha ricevuto primi premi assoluti e premiazioni varie in concorsi nazionali ed internazionali: Nelio Biondi (MC), Luigi Rossi, Eratai, Le Sarriadi, S. Severo, Greci, Garganum, Luigi IX, Marco Fiorindo, F. Rossomandi, Mirabello Sannitico, Premio Crescendo (FI) ecc.. Si è esibito in concerto presso “Istituto Pontificio di Musica Sacra” Roma (con annessa replica radiofonica su Radio Vaticana), ”Premio Bindi” Gargonza (AR), “Rumore Bianco” Foggia, e nelle diverse edizioni di “Corti di Capitanata”, anche in qualità di “solista” con l’orchestra sinfonica del conservatorio. Si è esibito inoltre al teatro Olimpico di Vicenza con la sua orchestra “OTO”, sotto la direzione del M. Alexander Lonquich. E’ membro del Novosaxensemble, con il quale ha svolto una tournée a Seoul nell’ambito del “Korea International Wind Band Festival”, in collaborazione con i solisti del Teatro alla Scala di Milano. Si perfeziona con Vincent David, docente di sassofono al CRR di Versailles 

 

 RICCARDO CAVALIERE

 

Riccardo Cavaliere nasce a Foggia il 1997 e comincia gli studi musicali all’età di 12 anni. Si è formato seguendo masterclass con importanti interpreti dellSassofono quali J.M. Londeix, J.Y. Fourmeau, V. Morosco, T. Roberts, M.A. Lorente, K. Horch, A. Sommerville e F. Rossé e X. Giner per la Musica da Camera. Tramite il programma di studio Erasmus ha avuto la possibilità per un anno di frequentare la classe del M. M. Garcia presso il CSMA (Saragozza, Spagna) e per un semestre sotto l’insegnamento del M. N. Sullivan presso il RBC (Birmingham, Inghilterra). Nel 2011 si è esibito con l’ ‘Orchestra Papillon’ presso il Mozarteum (Salisburgo, Austria) sotto la direzione del M. S. Genuini. Nel 2018 ha preso parte ad una produzione della OTO sotto la direzione del M. A. Lonquitch, suonando presso il Teatro Olimpico (Vicenza, Italia). Ha partecipato a due edizioni (2018, 2019) del Festival di Musica Contemporanea ‘Rumore Bianco’, eseguendo in prima assoluta repertorio inedito.  E’ membro dello Hyle Saxophone Quartet come Sax Contralto. Attualmente è laureando in Sassofono (Biennio) nella classe del M. L. Sbaffi presso il Conservatorio ‘U. Giordano’ di Foggia.

 

 ANTONIO RUSSO 

 

Ha iniziato i suoi studi di sassofono nel 2010 al Conservatorio "U.Giordano" di Foggia sotto la guida del M° Daniele Berdini. Dal 2015 è cofondatore e membro del Furano Sax Quartet, con il quale affronta un lungo periodo di studio del repertorio moderno e contemporaneo ( H. Pousseur "Vue sur les Jardins Interdits", F.Donatoni "Rasch" P.Glass "Quartet").  Dal 2018 è fondatore e membro della Prima Rassegna di Musica Contemporanea "Rumore Bianco". È anche membro del Novosaxensemble con il quale realizza un'importante tournée a Seoul (Corea del Sud) eseguendo "Le Sacre du Printemps" di I. Stravinsky. Dal 2018 è fondatore e membro del Hyle Saxophone Quartet con il quale affronta lo studio del repertorio Classico del Quartetto (A. Glazunov "Quatour", A Desencloes "Quatour").Nel 2018 realizza tre diverse produzioni con la OTO (Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza) sotto la direzione del M°A. Lonquich e del M°E.Bronzi.

 
 
 
 
 

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